The Kaams Kick It

LP/CD digipack
Marzo 2019
Tiratura CD: 300 copie
Tiratura LP: 300 copie

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Etichetta: Area Pirata

10.00

100 disponibili

The Kaams Kick It

(“Kick It” is the third album by The Kaams, Italian band based in Bergamo and formed in 2009.

After some line-up changes the new work will be released four years after previous “One To Six”, and two and a half after their 7’’ single “Don’t Forget My Name”, both on Area Pirata Records. Twelve songs recorded at Outside Inside Studio in Volpago del Montello (TV) – Italy by Matt Bordin (who also played harmonica on one of them), and mastered by Andrea De Bernardi at Eleven Mastering Studio in Busto Arsizio (VA)”Kick It” è il terzo album dei Kaams, gruppo formatosi a Bergamo nel 2009.

Dopo gli svariati cambi di formazione dell’ultimo periodo il nuovo lavoro arriva a quattro anni di distanza dal precedente “One To Six”, e a due anni e mezzo dall’ultimo singolo “Don’t Forget My Name”, entrambi usciti per Area Pirata.

Dodici canzoni registrate all’Outside Inside Studio di Volpago del Montello (TV) da Matt Bordin (il quale suona pure l’armonica in un pezzo), e masterizzato da Andrea De Bernardi all’Eleven Mastering Studio di Busto Arsizio (VA).

Andrea Carminati: Vocals, Guitars, Organ
Marco Facheris: Bass, Guitars, Backing Vocals
Tiziano Carozzi: Drums, Percussions

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Recensioni:

Traccia n.3: Walk Out the Door.

Ecco la tana dove si sono andati a rifugiare i Jam due mesi dopo aver pubblicato The Gift.

Ed è una tana tutta italiana, scavata nel giardino dei Kaams, che dovrebbe trovarsi nei dintorni di Bergamo.

Kick It continua quel progresso di affinamento che già trapelava sul disco precedente e che svincola ormai definitivamente i Kaams dalla musica garage per spostarsi in area power-pop, pur trascinandosi dietro l’energia sanguigna dei primi giorni, già manifestata dall’assalto frontale di Misery, che come il piscio di gatto serve per marcare il territorio. Poi, una volta “a casa” i Kaams regalano le perle della loro produzione: Walk Out the Door innanzitutto, Don’t Forget My Name costruita sulla linea melodica di Dandy dei Kinks, Free, Up All Night, Cold in My Bones, Dark Days, My Destiny.

Poi lasciano uno stronzo psichedelico (Follow the Sun) sulla lettiera e vanno via.

Canzonacce vestite con la giacca a tre bottoni, quelle di Kick It, come insegna il teppismo di classe degli Who e dei Jam.

Certo, avessero deciso di essere eleganti anche al momento di scegliere la copertina anziché decidere che forse la minaccia di uno sputo li avrebbe rappresentati meglio, avrei apprezzato il gesto.

Forse perché di sputi ne ho ricevuti fin troppi e adesso il disgusto monta come liquido seminale durante una fellatio. Che mi pare un paragone poco fine ma in sintonia con l’erezione provata per un disco come questo.

Lys Di Mauro 19/03/2019

 

Era da un po’ di tempo che avevo perso le tracce dei Kaams. Direi da almeno due anni: e cioè il tempo che separa questo nuovo disco targato Area Pirata e il loro precedente singolo, l’ottimo “Don’t forget my name”, anch’esso uscito per l’etichetta toscana. Così, quando mi sono visto recapitare nella buca delle lettere il nuovo cd – ma per i più golosi esiste anche un’edizione in vinile – inciso dal trio bergamasco l’ho subito infilato nelle stereo per capire cosa stesse frullando in testa ad Andrea, Marco e Tiziano. “Kick it” è, sin dalle prime note di “Misery”, il brano che apre l’album, un concentrato di rock’n’roll malinconico e a tratti psichedelico: un disco molto compatto, con pennellate taglienti di chitarra e melodie deliziosamente indolenti. Ci sono echi garage anni Sessanta tipici delle band di Nuggets, naturalmente, ma non manca neppure quel retrogusto oscuro che guarda al revival sixties degli anni Ottanta: il tutto suonato con una naturalezza davvero unica. Le spruzzate pop di “Floating in my fantasy” si sposano bene con il rock ruspante di “Walk out the door”, che mi ricorda gli ultimi Peawees, le cavalcate paisley underground di “Out of blue” si alternano a brani più squisitamente rock’n’roll come “My destiny”, il vecchio singolo ripescato “Don’t forget my name” e “Free”. Insomma un disco curato nei minimi dettagli, che per essere amato fino in fondo necessità di almeno due o tre ascolti. I Kaams sono cresciuti parecchio in questi ultimi due anni e oggi suonano come una band americana innamorata della frontiera e dei film western dove i buoni, però, non sono quasi mai quelli col cappello da cowboy. Pezzi come “Cold in my bones” vi si insinueranno nel cervello come la lama di un coltello bruciato dal sole.

Diego Curcio – Hello Bastards blog 02/04/2019

 


Terzo disco dei Kaams che ormai “recensiono” da diverso tempo, grazie ad Area Pirata ovviamente. Alcuni cambi di formazione e poi la preparazione di kick It , un disco, il loro rock proteico alla Jam, che fa ancora presa e le sonorità spiccano per piacevolezza, come sempre! Walk out the Door è veramente un pezzone, uno di quelli che canti durante la giornata con grande impeto…. Così come la dolcissima Daisy , Up all Night passando per la splendida Free… niente male anche Follow the Sun , che ricorda molto gli Screamimg Trees… che volete farci, i Kaams sono questi e non sono poco, per niente!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 01/04/2019

 

 

Ci sono band che si ha la fortuna ed il privilegio di aver seguito fin dagli esordi, per me una di questa sono i Kaams.

Partiti da un suono garage selvaggio ed urticante i nostri sono passati per un secondo album più variegato e successivamente ad un singolo davvero riuscito e – a due anni e mezzo da quest’ultimo – si rifanno vivi con questo nuovo disco.

Chi è solito dare un’occhiata a ciò che scrivo saprà che provo per i Kaams un’ammirazione sperticata, ne ho parlato (benissimo) su queste pagine e non solo, ammirazione che non può che rafforzarsi grazie ai dodici pezzi di questo Kick It. D’altronde chi è dotato di un songwriting scintillante quale quello che la natura ha donato ad Andrea Carminati certo non può e non vuole “accontentarsi” di incidere canzoni sempre simili. Prova ne siano la malinconia kinksiana di Floating in my Fantasy, il suono british alla Small Faces di Dark Days, l’animo yankee dei migliori R.E.M. che incontrano il paisley underground di Cold in my Bones per chiudere con la lunga ma per nulla tediosa Follow the Sun ammantata di un sound psychedelico che ricorda i Dream Syndicate di Steve Wynn.

Il gruppo inoltre ripropone, per chi stoltamente non lo avesse fatto suo ai tempi, il singolo Don’t forget my Name pezzo davvero riuscito e chi si fatica a dimenticare e piazza il colpaccio con My Destiny una canzone che unisce la sensibilità pop della band con il suono roots di un gruppo come i Mojomatics, non per nulla il disco è registrato da Matt Bordin che aggiunge al tutto un pregevole cameo di armonica.


Attenzione i brani crescono ad ogni ascolto e sono ricchi di molteplici sfaccettature che meritano di essere colte, quindi sdraiarsi sul divano far scendere la puntina chiudere gli occhi e…soddisfazione garantita.

Luca Calcagno – InYourEyes ‘zine 08/04/2019

 

 

Il trio bergamasco firma il terzo album di una carriera solida e in costante progresso artistico. Le basi sono sempre quello di un ottimo garage rock chitarristico che guarda agli anni sessanta ma con le radici piantate anche nel power pop più aspro dei 70 e 80 (tra Flamin Groovies ed echi del Paisley Underground). Le dodici canzoni scorrono via fresche, energiche, sempre animate da un’urgenza e immediatezza contagiose. Ottimo.

Antonio Bacciocchi – RadioCOOP 13/03/2019

 

La sottile brezza del garage rock soffia ancora, tenuta in vita da numerose piccole band. Tra queste spicca il trio nostrano dei Kaams al loro secondo album dalla copertina fuorviante. Il disco è una piacevole sorpresa garage punk di cui vanno segnalate la splendida Floating In My Fantasy, che avrebbe ben figurato tra le track di un album dei Cinycs degli anni ’80, My Destiny con l’armonica di Matt Bordin e la conclusiva psichedelica Follow The Sun.

Gianni Tarello – Rockerilla #464 – 04_2019

 

Dieci anni che i Kaams s’intestardiscono nel suonare garage’n’roll dalle tinte R&B. Fanno musica fuori moda, musica di genere che, come la “narrativa di genere”, dai più viene considerata di serie B. Questo per dire che gli orobici sono gli Scerbanenco del garage punk, se capite cosa intendo. E, insomma, si fa una gran fatica a considerarli minori. Al terzo album seguono la scia di un altro grande gruppo italiano, The Peawees. Armonizzano a ogni piè sospinto, mettono benzina roots nel motore e vanno dritti per la loro strada senza deviazioni. Si concedono giusto qualche salutare sosta in luminosi campi di margherite (Daisy, Free), rimirando le morbide nuvole psichedeliche che s’affacciano all’orizzonte (Follow The Sun). Album ispirato, sottilmente melanconico, eccellente nel suo “genere”.

Voto 77/100
Manuel Graziani – Rumore #327 – 04_2019

 

Un riadattamento del line-up ha allungato i tempi discografici dei Kaams ma non ne ha scalfito la vigorosa, epica esuberanza garage, come dimostra subito Misery, il pezzo che apre it terzo album del trio bergamasco. La batteria che scandisce il tempo in chiave r&b, le linee melodiche e gli staccato di Walk Out The Door e Dark Days fanno propendere per una direzione mod punk. La semi-ballad Daisy e la kinksiana Don’t Forget My Name sono lì a confermare le impressioni. “Kick It” prende comunque spunto da una concezione musicale meno settoriale anche se coerente, che spazia dal folk rock alle avventure lisergiche di Follow The Sun. Dove perde in incertezza linguistica, il disco guadagna in maturazione compositiva e compattezza sonora.

Voto: 6/7
Fabio Polvani – Blow Up #252 05/2019

 

Terzo album per il power trio di Bergamo, al 10° anno di attività, che ritorna sulle scene dopo un periodo piuttosto travagliato tra cambi di formazione repentini e momenti compositivi di non facile soluzione.
Le 12, bellissime, tracce del nuovo album sono invece cariche di consapevolezza Garage/Power Pop tanto quanto sono (felicemente) perse tra i fumi lisergici della Neopsichedelia italica, in flirt perenne con la California dei 60’s ma al netto del jet lag. Ed ecco che “Kick It” già al secondo ascolto diventa virale, invitando incessantemente a danze sfrenate e conseguente pubblico ludibrio.
Ma noi siamo nati per questo mondo e tanto ci basta: essere in amore per almeno una trentina di minuti stropicciati.
Applausi a scena aperta per Andrea, Marco e Tiziano.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 26/04/2019

 

Interessante e molto apprezzabile l’evoluzione dei bergamaschi Kaams, partiti come una solida ed onesta band di garage rock per approdare con questo nuovo lavoro ad un suono grasso che mescola molte influenze avvalorando ancor di più un songwriting che è sempre stato ottimo. Quindi chi dice Kinks ed in generale influenze Mod di scuola British io dico ok, ma anche chi dice Paisley ed un suono tra il rude e il lisergico che fu delle bands di label gloriose come la Frontier io dico ok uguale. Gli episodi migliori stanno all’inizio, tra i coretti Sixties di Floating In My Fantasy e le belle armonie di Walk Out The Door, ma anche in un pezzo come My Destiny, con quell’inciso alla Reigning Sound che personalmente mi ha fatto sbrodolare. Occhio che il disco cresce di ascolto in ascolto.

Denis Prinzio – Impatto Sonoro 14/04/2017

 

A quattro anni dal precedente “One to six” e dopo vari cambi di formazione The Kaams pubblicano il loro terzo lavoro. I bergamaschi sono ancora una volta indirizzati verso il garage pop ma per questo lavoro con diverse “variabili”. Il sound di derivazione british ’60 di brani come “Floating in my fantasy” o “Free”, fanno da contraltare agli approfondimenti blues di “My destiny” e soprattutto alla ballata dal sapore di paisley underground di “Daisy” e ancora più nella più psichedelica “Follow the sun”, dove si respira tutta l’aria californiana degli anni ’80. Quando spingono sull’acceleratore ci regalano il serrato garage spezzettato di “Out of the blue” e l’accattivante garage pop di “Don’t forget my name”. Un disco da ballare e da sentire a tutto volume.

Vittorio Lanutti – Freak Out 02/10/2019

 

Kick It è il terzo album dei bergamaschi Kaams, gruppo formatosi nel 2009. Dopo diversi cambi di formazioni e a quattro anni di distanza dal precedente One To Six eccoli tornare con il loro ottimo garage rock che strizza l’occhio a sonorità sixties.

Dodici tracce per un interessante miscela tra Flamin Groovies e echi di Paisley. Un disco che ad ogni ascolto si rende più interessante. Soddisfazione garantita.

Maurizio Galli- musicalmind 20/10/2019

 

I Kaams sono un power trio bergamasco cui piace attraversare le frontiere musicali attingendo a un’epoca lontana nel tempo ma non dal cuore. In attività da oltre un decennio, con Kick It raggiungono il traguardo del terzo album e mettono insieme una manciata di brani riconducibili al garage. Talvolta tangenziali alla psichedelia e spesso venati da influssi più ampi, sono caratterizzati da una piacevole spensieratezza e frequenti cambi di tempo che rendono longeve “Daisy” e “My Destiny”. A onor del vero, tutti gli episodi proposti sono insieme ricercati e orecchiabili, nonostante stiano (a eccezione della conclusiva “Follow The Sun”) al di sotto dei tre minuti di durata. Ci sono anche alcuni interventi di armonica che ben si inseriscono nel contesto di canzoni essenzialmente rock, ma venate da una sensibilità capace di farle apparire dolci e un poco sognanti (“Up All Night”). Quando si lasciano trascinare nel vortice del più tradizionale rock’n’roll (“Cold In My Bones”), trasmettono quasi tenerezza nel loro fare affiorare la voglia di battere i piedi a ritmo mantenendo una innocente lievità di fondo. Questo approccio è ciò che li rende speciali e (forse) apprezzabili anche da coloro non siano avvezzi a queste sonorità.

Samuele Lepore – The New Noise 29/02/2020

 

Outta Bergamo, Italy, The Kaams are a very modern sounding Garage Rock/Blues Rock band that although have traces of 60s/70s influence in their music they now have more in common with the early 2000s NYC Garage Rock explosion. Kick It is their second LP for Area Pirata and since their 2014 album, One To Six, they have evolved from a raw and loud Garage Punk band to a slicker, more radio friendly outfit. Kick It still has its moments of Garage Punk urgency with tracks such as the R&B stomper ‘My Destiny’, ‘Don’t Forget My Name’ and ‘Dark Days’ which cops its riff off The Clash. There is one absolute killer tune on this record..unlike any of the other songs on Kick It, ‘Follow The Sun’ is a slow burning, swirling Neo-Psychedelic Raga Rock wig out which closes the album………longer and looser than anything else here, The Kaams channel the 80s Paisley Underground to stunning effect. Available on vinyl and CD you can check it out/stream it here……….

THEE PSYCHEDELICATESSEN 21/04/2019

 

3ème album pour ce ‘désormais) trio qui est allé au Inside / Outside Studios enregistré ces 12 chansons qui font la part belle à la Fuzz et a un maximum de mélodies. Je trouve que les Kaams sur ce disque se rapproche des Kinks. Mais attention pas des clichés inhérents à cette référence, aux ambitions de composition de Ray Davis… cette volonté d’a la fois écrire des chansons inoubliables et fortes individuellement mais celle aussi de proposer un album complet et complexe. Car bien que l’on reste dans un croisement Garage / Power Pop les Kaams montrent bien autre chose, mais sans esbrouffe ! Pas le genre à sombrer dans l’épate à 2 sous ni la provocation crétine, mais toujours chevillé au corps la volonté de jouer des chansons intéressantes à la fois pour eux et pour les auditeurs.
On ne s’appesantit pas car les titres restent concis mais ils sont tellement roboratifs qu’on est comblé ! Car sans bourriner les Kaams sont capable d’extraire la substantifique moelle d’un morceau d’un minute et 29 seconde !!! La grande class !

Bertrand Tappaz – Chronique 2018 – 15/04/2019 – VOIX DE GARAGE GRENOBLE

 

 

Pour leur troisième opus, The Kaams sont allés squatter chez leur voisin Matt Bordin des studios Outside Inside. Le trio de Bergame oeuvre toujours dans le garage 60’s mâtiné de power pop, de folk, de psychédélisme, de British beat à la early Kinks et de giclées de fuzz furieuses… Eclectique et classe, Kick II est une sacrée claque.

Sylvain Coulon – Dig It! #75 07/2019

Interviste:

Eric VANHOUTTE – Ratboy ’69 _ A Rock And Roll Blog 27/04/2019

The Kaams is a Rock’n’Roll/Garage trio from Bergamo, Italy featuring Andrea Carminati: Vocals, Guitars, Organ; Marco Facheris: Bass, Guitars, Backing Vocals and Tiziano Carozzi: Drums, Percussions.

Their latest full length album was released recently by Area Pirata Records on CD and on vinyl. After various changes in the band, this new record sees the light of day four years after “One To Six”, and two and a half years after the lastest single “Don’t Forget My Name”, both also released on Area Pirata . “Kick it” is featuring 12 new songs recorded at the Outside Inside Studio of Volpago del Montello by Matt Bordin and mastered by Andrea De Bernardi at the Eleven Mastering Studio in Busto Arsizio.

Let’s talk with main man Andrea.

1) For the viewers of this blog who would not know you, What would you tell about The Kaams to introduce yourselves? How long are you guys together as a band? Who is playing what instrument in the band nowadays? Can you also explain the name of the band, where does it come from?

We formed in 2009 and all we wanted to do was play some Beatles and Kinks tunes in our rehearsal room. Over the years, the line-up changed so many times, (I am not going to list every single change because I think it wouldn’t be interesting), in a few words: we recorded our first demo and 7” as a duo, then our first and second album as a four piece, and eventually our second 7” and our latest album as a trio, tricky story eh? Nowadays we are: Andrea – vocals and guitar, Marco – bass and backing vocals, Tiziano – drums.

The story behind the band name is much simpler: we got our first gig arranged but didn’t have a name yet. At the time I was studying Italian literature, in particular “The Million” by Marco Polo and the chapter where he met Kublai Kahn, the emperor of the Mongol Empire. In my book, Kahn – whose name roughly translates into “the king of the kings”, or at least I’ve always liked to believe so – was wrongly written as ‘Kaam’. You see, we are humble guys.

2) About the latest full length record “Kick It”, released on Area Pirata what can you tell about the recording process? Was this a “live” in the studio recording or a track by track recording with lots of overdubs?

We recorded our latest album at Outside Inside Studio. Matt Bordin (Mojomatics, Squadra Omega) did a great job and we are really satisfied with it. The recording process was basically a live take (drums, bass and guitar) with some overdubs: vocals, we added an organ, some more guitars, percussions, Matt played harmonica and so on. You know, all this kind of stuff to make it more professional.

3) Do you use the nowadays digital recording technology or do you guys only work with analog machines in analog studios?

Outside Inside is mainly an analog studio, that’s why we chose it. We recorded the live take directly on tape, and the overdubs on pc, you know, digital material is easier to handle when you want to add short parts or some solo, and it allows you to save time and money, but then Matt transferred it to another weird tape machine and the outcome was a blast! As you may notice, I’m not an expert.

4) Is there a main composer in the band or is everybody involved in one way or another?

The composer is me (Andrea), I usually write the music and a vocal line, we practice all together and if it works I start writing the lyrics.

5) What is your favorite topic/topic that comes easily when you write a new song?

I don’t have a favorite topic, but I can tell you for sure what I don’t write about: politics.

6) I know it’s not the best idea to confine bands in “categories”, but How would you describe the kind of music you guys are playing?

This is a hard question. We like so many different things and we listen to so many different kinds of music. Your music reflects both: your taste and your influences. It’s plain, but I can’t precisely define our music. We love 60’s bands, soul music, psychedelic pop, punk rock music, folk songwriters… ah, don’t know, too hard.

7) Do you have a new video on youtube featuring a track from the new LP??

No, we don’t have any video, video killed the radio stars. Here is a live version of “Out of the Blue”

8) What can concert goers expect at a The Kaams gig? Are you playing any famous cover songs?

What to expect from a Kaams’ concert? Don’t know, maybe three guys trying to play the best they can, with passion, energy and precision, if they are not too drunk ah ah. We have always played some cover songs during our set, currently we are playing a song by The Tunas (the best Italian band of all time), “This Man He Weeps Tonight” by Dave Davies and “Don’t Send Me No Flowers (I Ain’t Dead Yet)” by The Breakers.

9) To what kind of music did you listen to as a teenager and does it still influence your today work? What was your favorite band as a teenager? Name 3 bands that you consider still have a influence on your own work today?

When I was a teenager I used to listen to a lot of punk bands like the Ramones, the Queers and Porno Riviste. Maybe they don’t influence my way of writing anymore, but I still love them!

10) What can you tell about the cover artwork by Roberto Taminelli? Did he come up with the idea or was this your idea and he made it happen? How do you think this cover represents you as a band?

We gave Roberto some ideas for the cover, but then he came up with a sketch of a half llama and half human figure. Originally, it was supposed to be a frog in reference to one of our songs. Specifically, it should have been a big boot kicking a frog, but we were afraid of animal-rights activists’ reaction; so here is the human-llama. I really like it.

11) Anything you wanna add?

I just want to thank you and tell you that we are playing some gigs in Belgium this August, so see you there!

Andy / Fear & Loathing – January-June/2020

Italian Garage rock with an authentic Sixties sound. The Kaams have been around since 2009, playing live and releasing several records in that time. This album sounds very accomplished with a production that recalls the legendary Joe Meek, keeping it raw but adding plenty of sonic flourishes. The songs tend to be pretty upbeat and have the kind of rhythms that’ll make you want to dance, while their overall sound isn’t too far away from the Phantom Chords, taking elements of Sixties Beat and Pop but bringing it very much into the current environment. Of the dozen tracks, all are under the three minute marker except for the finale, ‘Follow The Sun’ which stretches to nearly five, but takes a more tempered pace to create a fine psych-rock epic. This is good stuff, do your best to hear it.