Made Is It Different?

Cd digipack
Maggio 2012
Tiratura Cd: 500 copie
–COPRODUZIONE–

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

150 disponibili

Made Is It Different?

(Fifteen years and a deep love for guitar pop that drove them through the main events of the Italian colourful sixties and mod galaxy of which they’ve become one of the main acts.
This this their new surprising album dedicated to the Brit Rock lovers af all the times!)
Quindici anni e una passione per il guitar pop che li ha portati a spasso per tutta Italia, con partecipazioni ad eventi importanti che li ha resi uno dei nomi di punta della variopinta galassia 60s mod. I cinque spezzini sono alfieri di una tradizione che si perpetua da ormai quarant’anni, temprata ai fuochi del garage rock e del punk, arricchita dai colori del power pop e dell’indie rock britannico degli anni Zero.
Is It Different? arriva a tre anni di distanza dal precedente They Don’t Understand , album ottimamente accolto dalla critica in virtù del personalissimo mix di melodie 60s e urgenza chitarristica.
Ritiratisi a registrare nell’isolamento della campagna toscana, ai Poderino Recording Studios (sotto la supervisione del tecnico Francesco Landucci), i Made hanno potuto affinare una serie di brani inseriti da tempo nella scaletta dei loro concerti. E’ per questo che Is It Different? , pur non sacrificando una briciola dell’immediatezza della band, suona il suo lavoro più maturo, frutto dell’esperienza di un gruppo venuto a patti con le proprie influenze. Dall’epica jangle rock dell’opener Through Your Eyes, alla rasoiate soniche di SF , passando per gli anthem To Be e She Lies , i nuovi brani rappresentano un concentrato di potenza e romanticismo che distilla il meglio di una lunga carriera. La psichedelia di Perfumed Garden e She’s Gone attualizza temi tardo 60s e introduce colori cangianti nella tavolozza della band, mentre nelle brucianti scariche elettriche di Necessary Diguise e nella perfezione pop di The Meaning Of Your Life , traspare il mai sopito amore per le trame british di Jam e Blur.

Un album sorprendente dedicato ai Brit Rock lovers di tutte le ere…

Consigliato:

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Recensioni:

Una band spezzina in pista da 15 anni: ecco chi sono i Made, usciti freschi freschi su Area Pirata con un cd  con 10 brani.

Sono alfieri di un sound profondamente British e pop: diciamo un Brit-pop/mod/indie/rock/garage molto melodico e che dorme avvolto in uno Union Jack… la melodia è padrona e signora di queste tracce, dando al tutto un mood spensierato e leggero, divertente; e forse è un po’ questo il problema per il sottoscritto, in questo particolare momento: troppa solarità. Ma ovviamente siamo nel reame del gusto personale e irrazionale, perché oggettivamente – e senza nessuna possibilità di smentita – i Made sono una band della madonna e questo è un dischetto che farà impazzire i fan del genere, per il suo piglio filologico (sempre magistralmente in bilico tra i Sessanta, i Settanta e i Novanta).

Del resto il loro precedente lavoro del 2009 era già un’evidente dimostrazione del valore della band: gente coi controcoglioni che suona musica senza tempo e sa scrivere pezzi che ti si stampano in testa. Quindi, abbandonando le cupezze contingenti, il giudizio non può che essere ottimo. Band di guerrieri del sottosuolo così sono sempre da supportare, per la causa e per il piacere di ascoltarle.

VinylHunter – Black Milk Freak magazine 10/05/12

Da La Spezia, attivi da una quindicina di anni I Made, guitar pop direi che è la definizione ideale, infatti le chitarre suonano molto Smiths e Blur con un occhio al ritmo che riporta ai Jam e certe cose degli Style Council. Un suono per niente pesante, che aleggia nell’armonia di una giornata primaverile a caccia di farfalle nei prati pieni di concime… Vabbè non divaghiamo…bellina abbestia Through Your Eyes e Norwegian Blue … ma anche To Be mi garba assai! Comunque il disco scorre bene e veloce, poco da dire, mi sbaglio a a La Spezia c’è un bel giro ultimamente? Beh insomma… per amanti del genere Brit Pop consigliatissimi! Per gli altri un ottimo disco! Per una volta togliamoci i cattivi pensieri e lasciamoci ammaliare dai Made!

Stefano Ballini – Trippa Shake 05/2012

Ancora sulla breccia e sulla scia del mod e del beat gli spezzini Made ci regalano un altro disco di guitar pop ben assestato e ottimamente prodotto. Resta immutata la loro fede a tutto ciò che ruota attorno al mod, vale a dire garage, punk, british pop e power pop.
A tre anni dal precedente “They don’t understand” in questo lavoro il gruppo ligure si è dedicato meno a ripercorrere il tragitto su cui si sono adagiati Blur e Oasis, per guardarsi maggiormente alle spalle, in particolare a quegli anni ’60 fatti di psichedelia, beat e rock’n’roll. Questa commistione emerge in particolare in brani come “Through your eyes” e in “She’s gone”. Eccitanti sono le rasoiate soniche di “SF”, come anche i riff di chitarra circolari che dominano in “To be”, per non parlare del rock’n’roll frizzante di “Nowegian blue”.
Essenziali come era di moda nei ruggenti anni ’60, in trentasei minuti i Made ci regalano dieci perle da ballare con un pizzico di malinconia.

Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 05/12

La band spezzina confeziona un ottimo album di power pop, marcate influenze beat che riportano alla mente il sound degli Squire e del mod sound meno aggressivo. Dieci brani cristallini, puliti, ben costruiti ed interpretati

Tony Face – tonyface.blogspot.it/ 05/2012

 

Chiudo con un disco importante, quello degli spezzini Made. Is it different? (Area Pirata) è il loro disco della maturità, dieci episodi che si discostano dai rigidi codici
brit degli esordi per aprirsi a influenze più ampie. A differenza di altri gruppi che
sbandierano la propria britannicità, i Made si limitano a suonare (bene) quello che
hanno sempre suonato, con equilibrio. E poi sanno scrivere i pezzi, due perle come SF e
Necessary Disguise sono lì a dimostrarlo. Non saranno sufficientemente glamour, ma chi
se ne frega.
Is it different? è un bel disco che alle influenze degli esordi coniuga suolni garage
mid-eighties e una spiccata sensibilità pop, le altre considerazioni le lascio a chi
insegue le mode.

Luca Frazzi – Rumore #246/247 07-08/12

Non so cosa giri a La Spezia , fatto sta che da quelle parti il rock non allineato è una solida realtà. Sul versante più pop, nell’accezione nobile del termine, si muovono i Made, alfieri di un brit rock chitarristico che sfoggia il sorriso del power pop e i muscoli del Sixties garage. La band ligure non deve dimostrare più nulla, quindi confeziona un terzo (o quarto?) disco con la libertà, e la sicurezza, di chi può allentare i ritmi senza intaccare l’energia (Necessary Disguise). Qui dentro ci sono i Rem in rotta di collisione con i Jam, il paisley underground che si fa brit-pop e viceversa. C’è un po’ di beat (nel senso del genere) e un po’ di Beat (nel senso di Paul Collins). E c’è la nostalgia che stringe lo stomaco (Amazing , She’s Gone ). C’è roba buona, a tratti sublime.

Voto 7

Manuel Graziani – Rumore #248 09/2012

La popular music ha ancora bisogno di grammatiche come queste, altamente codificate e di facile consumo. Niente di più e niente di meno, considerazioni diverse non ce ne vengono in mente per ora. I Made sono in cinque, vengono da La Spezia ed amano il verbo rock and roll fino a perpetrarlo nella sua maniera più coerente possibile. Cavalcate western dignitose (“SF”) che in “Necessary Disguise” si avvicinano pure al cow-punk, il tutto sempre da una prospettiva vagamente blue collar ed educata, da studenti che amano quel linguaggio alla follia (interessante l’incedere melodico di “The Meaning Of Your Life”). I ragazzi non accelerano tanto e non rielaborano il canone amato con chissà quali espedienti, vedi alla voce originalità (gente come Movie Star Junkies è lontanissima per compiutezza espositiva e performativa, quello è davvero un altro mondo).
Is It Different? è dunque lavoro copia carbone di tutte quelle sonorità che tanti di noi hanno ascoltato fino alla nausea e risponde ad uno scopo ben preciso: perseguire il divertimento senza grilli per la testa e passare una serata in compagnia di pochi amici fidati cresciuti solo a birra e r’n’r.
Il mattino successivo si torna, ahinoi, alla vita di tutti i giorni. Almeno i sogni e le passioni però non ce le possono togliere. It’s only rock and roll but i like it, diceva qualcuno tanto famoso ancora oggi, e il motto è ancora valido, specie per i Made. Meno male aggiungiamo noi.

Maurizio Inchingoli – The New Noise 10/11/2012

Nuovo lavoro per questo gruppo ormai consolidato. Una tiratura limitata di 500 copie da non perdere. Una decina di brani scritti dai Made a dimostrazione delle loro capacità musicali. I ragazzi maturano sempre di più e la qualità sprizza da ogni nota. La fa da padrone il power pop infarcito di svariate melodie che hanno caratterizzato gli anni 60. Un susseguirsi di note che passano dal garage (‘Necessary Disguise’) alla psichedelia, ascoltate ‘Perfumed Garden ‘ in chiusura, per poi accentuare la passione per il brit rock (‘To be’).
Sicuramente un gran bel lavoro, peccato che il cd non contiene note biografiche e qualche foto del gruppo, che ritengo sempre utili per conoscere la musica che si ascolta.

Maurizio Maiotti – Jamboree #78 07-09/2012

 

Attivi fin dalla seconda metà degli anni novanta e inizialmente orbitanti in prossimità del raggio d’azione dei “padrini” Statuto, di cui sono diventati quasi immediatamente support band, i Made di La Spezia sono – allo stato attuale – una delle più longeve mod band della penisola tra quelle ancora in attività, anche se questo nuovo Is it different – che fa seguito al già recensito “They don’t understand” e che è senz’ombra di dubbio da considerarsi un lavoro della maturità nel contesto di una discografia ricca ma frammentaria – più che premere sull’acceleratore alla ricerca di funambolismi rock alla Who/Jam, si colloca in una dimensione a cavallo tra il beat degli anni ’60 e la psichedelia britannica, distillando atmosfere trasognate e nostalgiche.
10 pezzi 10, per una scaletta che fila molto bene per continuità di intenti e sound tra un episodio e un altro: dovendo scegliere nel mucchio, privilegerei su tutte “Perfumed garden” – in cui mi piace ravvisare anche delle influenze wave – e “She’s gone”. Un buon lavoro che avrei dovuto segnalarvi prima, se mille vicissitudini private non mi avessero costretto ad accumulare pile di materiale nel cassetto: quello prodotto da Area Pirata, tuttavia, non può e non deve passare inosservato, tant’è che prima o poi lo tiro fuori e rendo a Cesare quel che è di Cesare.
Come avrete capito, signori, pollice in alto.

Simone – Lamette 28/01/2014

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