Four By Art – Inner Sounds

CD digipack
Luglio 2017
Tiratura: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

1 disponibili

Four By Art – Inner Sounds

(INNER SOUNDS is the new album from FOUR BY ART.
After 33 years the band release a 13 track CD in collaboration with Artrecords and Area Pirata Records.

‘INNER SOUNDS’ was produced, recorded and mixed between 2014 and 2017 at Swanlake studio by Filippo Boniello and mastered by Maurizio Giannotti at NewMastering in Milan.
The album comes in a luxury 6 panel digipack hand painted by Mexican artist, “Grace Psychedelicized”, who also gave inspiration for the album title)INNER SOUNDS è il nuovo album dei FOUR BY ART.
Dopo 33 anni dall’uscita di ‘Everybody’s An Artist with Four By Art’, la band pubblica questo CD contenente 13 tracce in collaborazione con Artrecords e Area Pirata Records.

‘INNER SOUNDS’ è stato prodotto, registrato e mixato tra il 2014 e il 2017 al Swanlake studio da Filippo Boniello, e masterizzato da Maurizio Giannotti al NewMastering a Milano.
L’album esce in una lussuosa confezione digipack a 3 ante, dove la copertina è stata disegnata a mano da un’artista messicana, “Grace Psychedelicized”, che ha dato anche l’ispirazione per il titolo.
Molti i musicisti coinvolti per dare un tocco di magia in quello che può definirsi un viaggio a colori in uno dei migliori periodi della storia musicale:

Stefano Cecchi & Franco Caforio alla batteria e percussioni
Filippo boniello voce, basso e chitarra
Storteaux alla chitarra ritmica e solista
Giorgio Jon Darmin e Dario Frasca hanno suonato organo, piano eletrico, clavinet e sinths
Ilaria Bonetti ai cori
Composizioni orchestrali composte da Filippo Boniello.

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Recensioni:

Ritornano dalle nebbie di tempi mitici ma in realta’ neanche tanto lontani i Four By Art: il gruppo milanese fu uno dei protagonisti della stagione neopsichedelica in Italia. Fortemente influenzati dalle sonorita’ garage e R&B, i Four By Art, prima di sciogliersi, pubblicarono 2 Lp, rispettivamente “Four By Art” nel 1985 e “Everybody An Artist with… Four By Art” nel 1986 oltre ad una serie travolgente di esibizioni live. In ogni caso tutto il materiale dei Four By Art e’ stato ristampato nel 2008 dalla meritoria Area Pirata di Pisa nel cd “The Early Years” che racchiude anche il singolo e delle tracce dal vivo.
Nel 2002 i Four By Art si sono riformati e ora, sempre a cura di Area Pirata, esce il loro nuovo disco intitolato “Inner Sounds“. Il cd si presenta subito bene in virtu’ di una bella copertina colorata e psichedelica – si tratta di un digipack a 3 ante – opera dell’artista messicana“Grace” che ha perfettamente catturato lo spirito e l’essenza del loro universo. La prima impressione che si ha ascoltando “Inner Sounds” e’ quella che il tempo non si sia mai fermato per i Four By Art: il gruppo formato da Filippo Boniello (voce, basso, chitarra, clavinet, synths), Stefano Cecchi (batteria), Giorgio Jon Darmin (organo), Storteaux (chitarra ritmica e solista), Dario Frasca (piano elettrico, synths) e Ilaria Bonetti e Massimo Silva (cori) riesce ad essere grintoso e travolgente come ai vecchi tempi.
Chi ama le sonorita’ ’60 piu’ grezze ma venate di psichedelia non potra’ che lasciarsi coinvolgere dal sound dirompente dei Four By Art. Tutto il disco suona fresco ed essenziale fin dall’iniziale “Alive” mentre le tastiere donano un inconfondibile tocco psych all’insieme: ascoltare “Inner Sounds” e’ come salire su una macchina del tempo tarata per un viaggio negli anni ’60. La qualita’ media e’ molto buona e il disco non annoia mai, non ci sono momenti di stanchezza e anzi il coinvolgimento aumenta sempre piu’. Impossible rimanere insensibile a pezzi come la grintosa “I Ask You”, la travolgente “Allora mi ricordo” (unico pezzo cantato in italiano) o la deragliante “Home” solo per citare qualche titolo. “Inner Sounds” e’ un ottimo lavoro che conferma la vitalita’ dei gruppi che infiammarono con i loro suoni il grigiore degli anni ‘80′.

Vote: 4/5
Cesare Buttabuoni – Debaser.it 21/08/2017

Da più di quindici anni la scena neo-sixties italiana ha una casa sicura. Una casa dove è possibile sfogliare vecchi, polverosi album di famiglia (Liars, Not Moving, Blackboard Jungle, Out of Time, ecc. ecc.) accanto a nuove foto, esposte alle diverse gradazioni di luce degli anni Sessanta.

Una dimora pronta ad accogliere anche chi, per mille ragioni, è stato via per anni e adesso ha bisogno nuovamente di un rifugio. È successo già per Sick Rose, No Strange, Steeplejack, Effervescent Elephants. Succede, oggi, per i Four by Art, la cui intera produzione era già stata ripubblicata da Area Pirata una decina di anni e ai quali viene oggi attribuita, nonostante della formazione originale rimanga come unico detentore il solo Filippo Boniello che si trova dunque a coprire il ruolo che fu rispettivamente di Geppo e di Elvis Galimberti per i primi due album, l’uscita di Inner Sounds, il disco che si fa carico non solo di allungare il repertorio dei Four by Art ma di ricalibrarne lo stile ammanettandolo ad un volano dinamico che ricorda molto da vicino certe produzioni britanniche dei tardi Ottanta come quelle di Inspiral Carpets, Primal Scream o Charlatans: chitarre freakedeliche, fiati, cori soul, caratterizzano le lunghe tracce conclusive e si impadroniscono qui e là del resto del territorio (come nell’episodio in lingua madre di Allora mi ricordo che riaggiorna il beat nero de I Ribelli al groove meticcio della Manchester di cinque lustri dopo). Non mancano all’appello brani dall’approccio più diretto, come I Ask You (che gode, nonostante il suo piglio garage di piccoli accorgimenti di produzione che la rendono deliziosa), Home, I’m Burning, At Your Door, buone per scuotere zazzere e miniskirt in qualunque festa che meriti di essere definita tale.

F*>ck Dance, Let’s Art!

Lys Di Mauro 28/08/2017

 

Torna la leggendaria sigla FOUR BY ART, una delle primissime mod bands italiane, due album all’attivo, il mitico singolo d’esordio “My mind in four sights”, lo scioglimento, la tragica scomparsa di due membri originari, Demetrio e Elvis (a cui il nuovo album è dedicato).
Di quella formazione rimane il solo bassista Filippo Boniello che si circonda ora di eccellenti collaboratori (tra cui il sempreverde Roberto Stortoni alle chitarre e Franco Caforio – già con Litfiba, Pelù e Violet Eves – alla batteria).
Il risultato è un album di eccellente musica che spazia nell’universo 60’s, tra garage, tocchi psichedelici (la conclusiva, beatlesiana, “say something”), soul, riuscite cover (splendida la ripresa di “Allora mi ricordo” dei New Trolls e altrettanto riuscita “Sorry” dei Three O Clock, da sempre nel repertorio live della band milanese).
Un ritorno con i fiocchi !

Tony Face – Blog 26/08/2017

 

Ci sono voluti quasi tre anni in studio per apprestare il rientro discografico dei Four By Art, leggendario combo psych/mod con il corpo a Milano e lo spirito nella Swinging London.
Anni spesi a testare su strada il nuovo materiale musicale e a rodare la nuova formazione dopo la dipartita di due dei membri originari, Demetrio e Giuseppe, cui l’album è dedicato.
Il risultato è “Inner Sound”, frutto della collaborazione tra Artrecords e Area Pirata: un bellissimo cd a tiratura limitata (300 copie) suddiviso in 13 episodi, dalla grafica strepitosa opera di Grace e dal sapore fresco e danzereccio che ha dissipato ogni dubbio di sorta su questo rientro quasi epocale, dopo la reunion del 2002.
A 30 anni suonati da quel “Everybody’s An Artist With Four By Art” che ne sancì lo scioglimento rimane solo Filippo Boniello della formazione originale al timone, sostenuto però da un gruppo coeso di amici/musicisti
in linea perfetta con il manifesto estetico dei Four By Art. Vale a dire un rockettone energico sporcato di r&b, psichedelia e garage beat travolgente il tutto poi filtrato in chiave strettamente 60’s e di impatto immediato sui garretti degli astanti.
Ottime anche la scelta delle cover da inserite nella tracklist,”Allora Mi Ricordo” dei New Trolls e “Sorry” dei Three O Clock, veri e propri cavalli di battaglia nei loro live infuocati.
Perchè non bisogna scordarsi mai che i Four By Art sono una fottuta party band selvaggia e che, soprattutto, non fa prigionieri.
Hands up per: “I’m Burning”, “Living For Today”, “Sorry”, “Take your Time”, “Say Something”.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 30/08/2017

 

Ci sono dischi che non sono mai nella loro custodia ed il perché, nel mio caso, è presto spiegato, restano infatti nella sacca di quelle cose che un dj sfigato e di provincia come me mette nelle sue serate.

Uno di questi è la splendida raccolta dell’intera discografia di una fra le prime e più apprezzate mod band italiane gli imprescindibili Four By Art, un disco che, guarda caso, usciva per i nostri fratelli di Area Pirata (se può interessarvi il pezzo che metto sempre è Just Feelin’ Alright, ascoltatela e capirete il perché). Potrete quindi immaginare quale sia stata la mia reazione aprendo il pacchetto recapitatomi dai succitati amici pisani e contenente il nuovo lp di questa da me amatissima formazione.

Purtroppo due dei membri originari della band hanno troppo prematuramente abbandonato questa valle di lacrime e l’unico fondatore a continuare a far parte del gruppo è il bassista Filippo Boniello che, nonostante le gravi e dolorose perdite, ha deciso di circondarsi di nuovi musicisti e di dare un seguito a questa bellissima storia.

Il risultato lo si trova nei tredici brani di questo Inner Sounds un album recentissimo che conferma come quando ci sono le idee poco contano gli anni che si hanno o il tempo che passa.

L’inizio è di quelli che si fanno ricordare con due brani come Alive, un pezzo molto british che mescola il pop con un tocco leggero e delicato di psychedelia alla maniera degli Stone Roses e la garagistica davvero molto bella e incisiva I Ask You. Ma proseguendo certo non mancano altre canzoni da ricordare come la cover dei New Trolls Allora Mi Ricordo che la band trasforma in un pezzo danzereccio alla Charlatans, un altro salto nel garage-punk (con tanto di ammaliante armonica)lo si fa con Living For Today, mentre The Loop è uno stimolante connubio di rock e dance alla Primal Scream, chiude il tutto la lunga Say Somethnig che comincia come una suite psychedelica eterea e sognante per poi lambire inusitati territori soul accompagnata com’è dai fiati e da una deliziosa voce femminile.

Bello davvero questo ritorno dei Four By Art, vario ed ispirato ad ulteriore dimostrazione che il detto “la classe non è acqua” sarà forse abusato ma in molti casi si dimostra terribilmente efficace.

Voto: 9.9/10
Luca Calcagno – IYEzine.com 08/09/2017

 

Il Mod è stata ed è un attitudine, non solo in England ma anche da noi, i milanesi Four By Art, dopo 33 anni dall’uscita di Everybody’s an Artist with Four by Art pubblica questo CD contenente 13 brani in collaborazione con la mitica Area Pirata e Art Records.
Il disco è stato registrato fra il 2014 e il 2017, due dei membri originari della band ci hanno purtroppo lasciato, la dedica all’interno del disco è commovente. Filippo Boniello voce, basso e chitarra in mancanza dei due membri si circonda di fantastici collaboratori per l’incisione e la confezione del lavoro.
I brani a partire da Alive scorrono veloci, lisci e con quell’energia che ci si aspetta, quella solarità che il periodo riusciva a inculcare fra nota e nota, forte anche Allora mi Ricordo dei New Trolls e Sorry dei Three O Clock che a me piace particolarmente, e poi The Loop ma anche Take you Time, particolarmente psichedelica la copertina made in “Grace” artista messicana che direi lodevole nella sua creazione. Un gradito ritorno, una bella operazione!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 09/09/2017


I Four By Art sono una delle primissime Mod bands Italiane, in giro da una vita (gli esordi risalgono all’84), eppure al loro attivo hanno appena due LP ed un EP d’esordio, “My mind in four sights“, che è considerato un caposaldo del genere.

Oggi, grazie alla collaborazione con Artrecords e Area Pirata Records, tornano finalmente ad incidere un album, con una formazione assai rimaneggiata (degli esordi resta il solo bassista Filippo Boniello), anche a causa della tragica scomparsa di due membri originari, Demetrio e Elvis (a cui il nuovo album è dedicato).

Tredici le tracce incise tra il 2014 e il 2017 al Swanlake studio, che spaziano tra garage, neo-psichedelia, sixties e R’n’B, il tutto condito da una grinta che rende il disco molto divertente e piacevole da ascoltare.
Un solo brano in Italiano, ma si tratta di una splendida cover di “Allora Mi Ricordo” dei New Trolls che è per me il pezzo migliore del lotto, insieme ad “Home” e soprattutto a “I Ask You“.

Molto bella la confezione (digipack a 3 ante), colorata e psichedelica, opera dell’artista messicana Grace.

Voto: 4/5
Riki Signorini – Ribelli a Vita Blog 24/02/2017

I Four By Art sono stati un gruppo seminale, anticipando il revival beat quando ancora in Italia si andava in giro con i vestiti scuri sulle note di Joy Division, Cure e Bauhaus.

Si formano in pieno periodo Dark (1982), cominciando fin da subito un’intensa attività concertistica che culminò nel 1983 con l’uscita di un Ep omonimo composto da tre brani – in cui sono già presenti i riferimenti alla New Psychedelia, al Mod, al Beat, e al Power Pop.
Questa prima produzione vendette più di 1.000 copie nel giro di poco tempo, 100 delle quali a “Carnaby street” (Londra) – quasi a rimarcare la vocazione esterofila della band.

Dopo due successivi, e imprescindibili album (“Four By Art” del 1985 e “Everybody’s An Artist With Four By Art” del 1986), si sciolsero per poi riformarsi nel 2002 proseguendo l’attività live.

La loro intera storia musicale è stata poi suggellata nel 2008, a cura dell’Area Pirata di Pisa, con il doppio cd “The Early Years” (stupenda la copertina in perfetto stile sixties) che include anche il primo singolo e delle tracce dal vivo – da non perdere assolutamente l’incredibile cover di “Psycotic Reaction”dei Count Five.

Il gruppo, oggi formato da Filippo Boniello (voce, basso, chitarra, clavinet, synths), Stefano Cecchi (batteria), Giorgio Jon Darmin (organo), Storteaux (chitarra ritmica e solista), Dario Frasca (piano elettrico, synths) e Ilaria Bonetti (cori), riprende il discorso interrotto negli anni 80, inebriando le nostre orecchie con una nuova uscita che, partendo da loro sound originario di chiara origine sixties, si evolve introducendo elementi Funky (si ascolti ad esempio la bellissima cover dei New Trolls “Allora mi ricordo”) e chiari riferimenti beatlesiani nella conclusiva “Say something”: confrontandosi anche con il repertorio della grande band californiana Three O Clock, (“Sorry”) attiva anch’essa intorno alla metà degli anni 80.

Un ritorno che convince e che riporta il beat italiano sugli scudi.

Voto 4/5
Gianluca Maccari – RockLab 04/10/2017

 

Una delle primissime band mod italiane torna a ruggire. I Four By Art a 33 anni dal loro ultimo disco “Everybody’s an artist with Four By Art”, e dopo le tragiche scomparse di due membri originari a cui il disco è dedicato, pubblicano questo nuovo lavoro. Della formazione originaria è rimasto soltanto il bassista Filippo Boniello che si è circondato di validi musicisti come il batterista Franco Caforio, già con i Litfiba, e il chitarrista Roberto Stortoni. Il disco è un concentrato del miglior garage-beat dei sixties. La serrata “I ask you” ha delle ascendenze beatlesiane, brano che fa il paio con la psichedelica “Say something“. Tuttavia, il gruppo lancia anche i bei fendenti con il rock’n’roll tagliente di “Seaside superstar” o il funk di “Allora mi ricordo” per non parlare del serrato garage di “Living for today“. Speriamo che questa volta i Four by Art restino a lungo.

Vittorio Lanutti – Freak Out 20/10/2017

C’ho messo troppo tempo prima di decidermi a scrivere queste righe. E me ne dispiaccio. Perché il ritorno di uno dei gruppi chiave del mod revival tra fine anni ’70 e primi ’80 non tradisce le aspettative: al contrario le supera, anzi le travolge. E lo dico stupendomi di me stesso, ché col passare del tempo mi emoziono sempre meno e quasi esclusivamente quando si tratta di esordi traballanti.

C’è poco da fare, Inner Sounds dei Four By Art è un album che non riesco a togliere dal lettore, che ho consumato in senso letterale, ascoltandolo un tot in cuffia al lavoro negli ultimi mesi. Un album centrato sotto il profilo musicale e significativo per tanti aspetti: non fosse altro perché fortemente voluto dal bassista (e cantante) Filippo Boniello, l’unico membro originario della band dopo la scomparsa del chitarrista Elvis Galimberti e del batterista Demetrio Candeloro alla cui memoria è dedicato. Filippo Boniello ha impiegato tre anni a scrivere, registrare, mixare e produrre l’album, che segue di oltre trent’anni l’ultima uscita discografica dei Four By Art, rinverdendo i fasti di quello che una volta veniva chiamato neo-sixties italiano.

Allora mi ricordo, cover dei New Trolls e unico pezzo cantato in italiano, ha un groove micidiale. Una cazzo di bomba Blaxploitation come potevano concepirla degli Inspiral Carpets ai tempi folli di Madchester con Bez degli Happy Mondays strafatto e carico a molla in pista. Altrettanto riuscita la cover di Sorry, pezzo del ’66 degli australiani Easybeats di cui forse è più nota la versione anni ’80 dei losangelini The Three O’Clock. Quei The Three O’Clock di Michael Quercio che una sera, vedendo l’amica Lina Sedillo improvvisare uno spoken word con addosso un bel vestitino rosso a motivi paisley, pronunciò la frase: “Words from the paisley underground”. La stessa frase che ripetè poco dopo in un’intervista rilasciata al LA Weekly parlando della musica del suo gruppo e di band affini come Bangles e Rain Parade, battezzando di fatto un nuovo genere che tutti conosciamo (e apprezziamo).

Tornando a noi, o meglio ai Four By Art, ci tengo a sottolineare solo due cose: 1) il gran lavoro alle chitarre del marchigiano Storteaux che sovente pigia l’acceleratore; 2) la scrittura davvero ispirata che si traduce in un pugno di canzoni illuminate dal soul. Ecco, le canzoni… quelle strane cose sulle quali non si fa più molta attenzione. Inner Sounds ne infila una migliore dell’altra, dalla più garagera (ma comunque gonfia di melodia e falsetto) I Ask You ai carrarmati r’n’r/r&b At Your Door e Home, passando per la screamadelica The Loop, la morbida psichedelia orchestrata di Take Your Time e il grooveosissimo soul lounge di Sea Side Superstar.

Non sto facendo coming out, ché nella musica mi piace da matti ancora la follia come a B****sconi piace da matti quell’altra cosa che inizia sempre per F e termina sempre con A. È che questo disco nobilita l’idea, ahinoi oggi sorpassata, di album. Un album scritto bene e suonato ancora meglio.

Manuel Graziani – Manwell Blog 01/2018

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