The Sick Rose No Need for Speed

Lp/Cd digipack
Novembre 2011
Tiratura Lp: 300 copie – SOLD OUT
Cd digipack: 500 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

150 disponibili

The Sick Rose No Need for Speed

(Produced by Dom Mariani this is their last album!
Power Pop at its best where Flamin’ Groovies meet the Plimsouls,
but with a personal touch as usual!!
Cd digipack with a rich booklet and
a funny videoclip as bonus track!)Una lunga attesa che certo non delude le aspettative: ecco finalmente il nuovo album dei Sick Rose!
Doppia edizione: digipack con booklet allegato di 12 pagine in edizione limitata a 500 copie e versione vinile con poster/magazine allegato in edizione limitata a 300 copie!
La versione Cd contiene anche un videoclip (il primo) realizzato dalla band per il brano ‘Before You Go’.
Il video, girato dal regista Davide Carrari, racconta le vicende di un improbabile provino in cui amici e fan della band si trasformano in interpreti e protagonisti ricreando un atmosfera scanzonata e familiare.
Ecco la descrizione che ne fa Luca Frazzi nelle note di copertina…

16 ANNI NELL’80

I Sick Rose per tutti sono quelli di Faces , uno dei dischi garage più importanti degli anni ottanta. Nell’87 ascoltavamo Get Along Girl , Night Comes Falling Down , Everybody Wants To Know e sognavamo di essere in Texas nel ’66. Il sixties-revival dei mid-eighties però resta una bolla spazio-temporale bella ed effimera: quattro, cinque anni, non di più. E dopo cosa succede? Succede che quel boia che è il calendario ti inchioda sul divano davanti alla tv, invece che in sala prove o a spasso per concerti. È l’età, dicono. Ed è crudele.

Chi ha passione dentro, però (per un’ idea di rock, più che per la sua forma), continua a far musica noncurante del tempo che passa, delle mode che nascono e si sgonfiano, del pubblico che hai di fronte e ha la metà dei tuoi anni. È il caso dei Sick Rose, che dopo 28 anni di carriera ti sfornano un album come No Need For Speed . Splendido. Puro rock USA fine settanta, musica per teenager firmata da musicisti maturi: un paradosso? E perché? I Sick Rose in fondo è da lì che vengono, non ci piove. Il punk texano l’hanno scoperto dopo, quando circolavano le prime ristampe mid-sixties. Prima, da ragazzini, investivano le loro paghette in quei 33 e 45 giri americani che compravi a poche lire, con copertine coloratissime e fotografie che trasmettevano elettricità. Si, parlo di quello, del power-pop di 30 e passa anni fa, roba che adesso è fighissima ma che per molto tempo è stata schivata come la peste: Knack, Romantics, Plimsouls, ma anche cose più oscure, quelle che compravi perché ti piaceva la foto di copertina e sapevi che era rock, non disco-music. Le tue compagne di classe ascoltavano Dee Dee Jackson e i Bee Gees, tu My Sharona : bello, no?

Ascoltare No Need For Speed mi ha fatto tornare a quei giorni. E al di là dell’inevitabile nostalgia che ti prende alla gola, mi è rimasta addosso l’eccitazione che provavo quando portavo a casa quei dischi. Scendeva la puntina e partivano sempre riff semplici, anzi…felici. In quel momento ero felice anch’io. No Need For Speed è un disco così, ricco di carica adolescenziale, l’unico ingrediente davvero indispensabile. Produce Dom Mariani con la competenza e la passione di chi quella musica ce l’ha dentro. Undici brani, due cover ( Drop By And Stay dei Piper di Billy Squier, 1978, e Magic Teacher dei Dixies) e nove perle originali tra cui The Life , Before You Go , All Wrong : chitarre su chitarre, cori cristallini, l’ABC del power pop d’annata. Suonato nel 2011, certo, ma questo è un dettaglio: pezzi così sono figli di un’adolescenza illuminata da Doug Fieger, è evidente. E se qualche nuova giovane band pensa che per fare power pop basti indossare le cravattine giuste, beh, si ascolti piccole magie come Putting Me Down o la struggente Pathetic Girl , abbassi la testa e torni a studiare.

Non avevano fretta, i Sick Rose, lo dice anche il titolo. Hanno impiegato anni a confezionare un album come questo ma va bene così: tanto loro sul pezzo proprio non ci vogliono stare. Continuano ad avere 16 anni, tutto il resto non conta.

LUCA FRAZZI – Rumore

TRACKLIST:

1-Putting Me Down
2- Magic Teacher
3- Action Reaction
4- Pathetic Girl
5- The Life
6- Before You Go
7- Drop By And Stay
8- How About You
9- Take It All Back
10- All Wrong
11- After All I was
12- (Video)Before You Go

DISCOGRAFIA:

-Get Along Girl! 3 songs 7″ EP, Electric Eye Records, Italy 1986
-Faces 12 song LP, Electric Eye Records, Italy 1986
-Double Shot 2 x 45s, Electric Eye Records, Italy 1987
-The Hot Roses 15 song cassette, Indie Records, Italy 1987
-Shaking Street 10 song LP, Electric Eye Records, Italy 1988
-Covers 4 song 7″ EP, Indie Records, Italy 1989
-Floating 26 song, LP – CD, Synergy Records, Italy 1990
-Alive And Well, 12″ EP, Zero Hour Records, Australia 1991
-Renaissance 10 song LP – CD, Synergy Records, Italy 1992
-Other Faces 16 song CD, Dionysus Records, USA 1994
-Italian Fuzz Explosion, 4 song EP, Swamp Room Records, Germany 2001
-Blastin’ Out, Teen Sound Records, Italy 2004
-Faces (Reissue), Teen Sound Records, Italy 2008
-Shaking Street + Double Shot Ep (Reissue), Area Pirata Rec, Italy 2011

Consigliato:

HAI SENTITO IL DISCO?

Recensioni:

La seconda (o terza?) vita dei Sick Rose si sta dimostrando ricca di musica e di soddisfazioni, al punto che quel periodo di stop che si presero negli anni ’90 sembra oggi solo una lontana pausa di riflessione. La band torinese viene tuttora identificata con il garage revival, ma quella era preistoria: da tempo ormai la Rosa si dimostra malata soprattutto di power pop. Con questo sesto disco Luca Re (che più invecchia e più migliora come cantante), Diego Mese e soci raggiungono l’obbiettivo a cui hanno sempre aspirato: diventare un classico nell’ambito di quel glorioso genere musicale. Chiunque adori l’eterno binomio chitarre & melodie con questi undici brani rischia l’overdose. La mano dell’amico Dom Mariani, nuovamente al mixer come nel precedente Blastin’ Out , si sente parecchio (la splendida Magic Teacher o la ballata jangleggiante Pathetic Girl sono solo due indizi), ma il merito è soprattutto di una scrittura mai così solida, raffinata, incisiva, che si tratti del rock’n’roll di Action Reaction e Before You Go oppure del folk-rock celestiale di Take It All Back . Da inserire nello stesso albero di famiglia che va dai Badfinger ai Raspberries, dai Romantics a Paul Collins, dai Redd Kross ai Velvet Crush.

Carlo Bordone – Mucchio Selvaggio #689 12/11

 

Cinque anni. Tanto è servito a una della più leggendarie formazioni del nostro underground per pubblicare un nuovo disco. Del resto, come afferma apertamente il titolo, i Sick Rose del 2011 non hanno più bisogno di correre.
Le tappe le hanno già bruciate negli anni Ottanta quando erano una delle garage-band più importanti del pianeta. Se non per l’identica passione e l’immutata attitudine rock’n’roll, di “quei” Sick Rose oggi non c’è più traccia. Se avete amato la devastante garage band “texana” di “Faces” o il vibrante combo rock’n’roll alla Flamin’ Groovies/Real Kids sui solchi di “Shaking Street”, adesso dovete aggiornare il vostro vocabolario. E passare alla voce power-pop. Quella fantastica miscela musicale in grado di mettere assieme melodie adolescenziali e riff a presa immediata.
Canzoni che ti restano in testa al primo ascolto, come hanno insegnato a più di una generazione band indimenticabili quali Nerves, Beat, Plimsouls, Knack, DM3. Già con “Blastin’ Out” del 2006, la formazione torinese aveva messo a segno una prova esemplare che virava decisamente verso questi lidi. Ma è con ” No Need For Speed ” che i Sick Rose firmano un capolavoro del genere.
“11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”, si legge in copertina. Ed è proprio questo l’effetto immediato che procura l’ascolto del disco: senza neanche accorgersene ci si ritrova a battere il tempo, a canticchiare i ritornelli, a provare una sensazione di leggerezza e felicità. Prima di premere “play” o rimettere la puntina sul piatto una volta ancora.
A questo risultato ha contribuito, col suo tocco magico, una leggenda del power-pop e del garage australiano come Dom Mariani che ha dato all’album un sound ricco e cristallino, mentre i Sick Rose hanno esaltato il loro songwriting e affinato la loro formula musicale per regalarci undici perle divise tra originali di grande spessore, due belle cover (” Magic Teacher ” dei Dixies, ” Drop By And Stay ” di Billy Squier) e due brani presi in prestito da Dom (“Take It All Back” e ” Before You Go “).
Lo spettro sonoro del power-pop viene esplorato per intero da Luca Re (voce), Valter Bruno (basso), George Abà (batteria), Diego Mese e Giorgio Cappellaro (chitarre).
Brani grintosi come “A ction Reaction ” e “All Wrong ” cedono il passo a ballate nostalgiche (” Pathetic Girl “, la conclusiva ” After All It Was You “), episodi che si aprono come un arcobaleno (” The Life “) si alternano a potenziali hit come ” Putting Me Down ” e quella ” Before You Go ” già divenuta un piccolo culto underground grazie anche a un video azzeccatissimo.
La cifra del nuovo album dei Sick Rose sta tutta qui: in un disco di belle canzoni cesellate alla perfezione tra chitarre pulitissime, cori impeccabili, una solida sezione ritmica e la voce di Luca Re che sembra non aver mai cantato meglio.
Aggiungete il tocco di stile conclusivo, il foglio interno a mo’ di fanzine dall’ironico titolo di ” Melody Faker “, e avrete per le mani uno dei dischi più belli dell’anno.

Roberto Calabrò – Freak Out 22/11/11

La prima volta ti insegue.
La seconda ti cattura.
La terza ti fa prigioniero.
No Need For Speed arriva senza fretta a colmare un vuoto colpevole nella storia del rock’n’roll fatto in Italia ma pensato altrove, con la testa perduta fra le armonie vocali di Easybeats e Costello e le chitarre asciutte di Shoes e Knack. La più banale miscela tra eleganza e semplicità. Ancora oggi, la più efficace. Fuori dagli atelier d’ alta moda, i Sick Rose fanno sfilare undici meraviglie di sartoria pop. Cravattino e giacca usata di pelle d’ ordinanza, va da sé.
Il resto è tutta roba dell’ armadio della band torinese.
Dal tipico riff marca Sick Rose di Action Reaction al bavero sporco di Hoodoo Gurus di All Wrong , dal girocollo stiloso di Magic Teacher agli occhialini modello McGuinn di Take all back , dai pantaloni a tubo di Before you go a quel capolavoro di ballata che è After all it was you , No Need For Speed sfodera chitarre poderose e destrezza melodica da fuoriclasse.

Contatevi là fuori e ditemi in quanti siete in grado di fare un disco così.

Voto 8
Franco Lys di Mauro – Rumore #238 11/11

 

Recensire un disco come questo non è affatto facile. E non certo perché sia un lavoro mediocre; anzi, proprio per la sua eccellenza è una vera bomba a orologeria pronta a scoppiarti in mano. In media ce la si può cavare citando due dati biografici, sfoderando l’aggettivo “storico” e scrivendo che è un lavoro imperdibile; ma questo è un approccio da webzine per minorenni freschi di spannolinamento… come dire: magari evitiamolo.
E qui casca l’asino, perché parlare con sufficiente autorevolezza dei Sick Rose e del loro nuovo No Need For Speed è difficile, senza sembrare l’ennesimo trombone e magari un po’ cialtrone.
Lascio quindi, con umile soggezione, questo compito a chi lo può fare per capacità e per meriti conquistati sul campo (amici Frazzi, Calabrò, Bacciocchi: sto parlando di voi) e metto i semplici panni di uno che ascolta dischi da tanti anni, ma non è detto che ne capisca granché.
In questa veste vi dirò che i Sick Rose del 2011 sono profondamente diversi da quelli garage che in molti reduci come me hanno lasciato il segno. Considerando, poi, che io ho amato alla follia il loro periodo (purtroppo breve) in stile MC5/Flamin’ Groovies (i tempi di Floating, per intenderci…), questa svolta Sixties pop e power pop, almeno sulla carta, sembra pericolosa.

Ebbene, fanculo la carta. Perché questo disco, nell’arco dell’ascolto, mi ha riconciliato con il concetto di power pop; probabilmente non mi ha convertito (trovo ancora un po’ troppo ardua l’impresa di ascoltare certe band), ma mi ha divertito, fatto muovere il testone e anche fatto fare un po’ di air guitar. E, cosa non secondaria, mi ha fatto sentire una manciata di brani magistrali, in cui la sensibilità pop non è automaticamente sinonimo di puttanate da club per aspiranti veline e gieffini; il pop di cui questi 11 brani sono imbevuti è cristallino, ancora fortemente aggrappato alle radici rock’n’roll delle origini, ingenuo come solo un singolo dei Sessanta sapeva essere. Ed energico come una doppia Redbull direttamente in vena.
Lo ammetto, ogni tanto viene anche il brivido alla schiena. E non credevo mi sarebbe capitato.

Una band matura, con un mestiere smisurato, che suona la musica degli eterni sedici anni e lo fa risultando convincente al 100%.  Che poi si è fatta produrre dal mitico Dom Mariani, giusto per avere la certezza matematica di non sbagliare la mira di un millimetro. E così è stato.

Andrea Valentini – Black Milk Freak magazine 16/11/2011

 

Il sottotitolo recita “11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life” e loro sono i
leggendari Sick Rose , noti al pubblico italiano per essere stati una delle più
importanti formazioni garage nostrane degli anni ottanta, forse a pari merito solo con i Not Moving. La
band di Luca Re – giustamente consacrata e contestualizzata nell’introduzione di Luca Frazzi inclusa nel booklet di questo signor digipack – torna dunque alla carica con 28 anni di carriera da tergo e un
album nuovo di zecca che non somiglia né a “Faces”, né a “Get along girl” o a “Double
shot” o ad altro materiale classico del loro vecchio repertorio. No need for speed ,
come il titolo stesso suggerisce benissimo, è per l’appunto un disco di ispiratissimo powerpop
di gusto 60’s/70’s.

11 pezzi 11, tra cui una cover di “Drop by and stay” dei Piper e una di “Magic Teacher” dei Dixies, e
alcuni originali semplicemente mirabolanti (vedi “Pathetic girl”, “How about you” e “Before you go”, da
cui è stato estratto anche un videoclip contenuto nel cd). Mr. Dom Mariani, asso australiano del
garage (The Stems e DM3 su tutti), collabora sia in qualità di songwriter che di producer che di
musicista addizionale.

Raffinato e lavorato di lima, “No need for speed” è l’episodio che nell’infinita discografia del
combo si potrebbe tranquillamente classificare come “disco della maturità”, quello di cui dopo
anni di raw and roll sia un gruppo che il suo seguito cominciano a sentire progressivamente il bisogno.

Un must che in un solo giro di vite completo può togliervi per sempre dalla testa l’idea che
l’underground di casa nostra sia secondo a qualcuno.

Simone – Lamette 11/11

 

Chi dice che il 2011 è stato un anno avaro di uscite discografiche valide non capisce un cazzo. Dopo i sensazionali Giuda , il ritorno dei veterani Sick Rose – già recensiti con la ristampa di Shaking Street – è un album sbalorditivo che vi sconvolgerà le viscere: la reincarnazione dei SR 2011 – dopo aver attraversato vari generi, dal garage sixties revival al proto hard à la MC5 –  è u n powerpop d’assalto dalla spietata perfezione melodica, con un songwriting robusto come una quercia secolare, prodotto magistramente da quel volpone di Dom Mariani .
Davvero, per No Need For Speed qualsiasi superlativo risulterebbe inappropriato, ché un disco così va ascoltato e basta, risulta fuorviante e inutile parlarne: dalla cover di Magic Teacher dei Dixies, al riff serrato che apre Action Reaction , al perfetto struggimento che circonda Pathetic Girl , al rock’n’roll anfetaminico e inappuntabile di Before You Go – tra Go Beetweens e Hoodoo Gurus –, al caracollo stonesiano di Drop By And Stay , sino a giungere a quell’autentico capolavoro che risponde al nome di After All It Was You , è tutto un florilegio di melodie purissime, di rock’n’roll senza fronzoli, di fraseggi chitarristici micidiali.

È come se il dio che ha fatto scrivere i primi due dischi a Elvis Costello avesse posato la mano sul capo dei cinque torinesi. Un’altra bomba r’n’r zuccherosa ed irresistibile da avere assolutamente.

Denis Prinzio – StayPunk webzine 11/2011

 

E’ sempre abbastanza difficile per il sottoscritto recensire bands come questa, il primo motivo è che negli anni ’80 fecero sfraceli con un suono garage molto bello e personale, a distanza di tanti anni uno non sa cosa aspettarsi. Di solito c’è una voglia di re-imbracciare gli strumenti evvia a rifare quello che una volta fu, oppure si ricomincia animati da un nuovo spirito, animato da tanti anni di distanza e di maturità acquisita. Per i Sick rose sembra essere questa seconda. Ora fanno un power pop che a me spesso ricorda certi Celibate Rifles ma non solo, perché No Hoodoo Gurus ecc… ma anche Knack e Plimesouls…qualche segnale era arrivato nel 2006 quando uscì “Blastin’ Out”. Sulla bellissima copertina campeggia  “11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”, e in effetti la sensazione è proprio quella.  Due cover: Magic Teacher dei  Dixies , Drop By And Stay di Billy Squier.  Mi piace tanto Pathetic Girl, è troppo bellina, sdolcinata e curiosamente potente, ancora più dolce è After All i Was. Molto belle anche How About You e All Wrong, all’interno oltre alla versione audio di Before you Go c’è anche quella video, direi molto professional. Che dire ragazzi, belli e sicuramente adatti alla grande platea… non mi stupirei di vederli davanti a migliaia di persone fra qualche tempo…il disco è molto valido!

Stefano Ballini – Trippa Shake 11/2011

 

I Sick Rose son tornati. Evviva i Sick Rose!
Tuttavia il tempo non li ha scalfiti, dato che dai suoni che emergono da questo disco, è evidente che siano rimasti ancorati alla fine degli anni ’70. Non quelli dei riff ribelli del punk, bensì quelli del power-pop. Per intenderci quelli che hanno fatto la fortuna di Knack, Romantics, Plimsouls, ed in seguito del miglior gruppo pop proveniente dagli Usa, vale a dire i R.E.M.
Tra gli undici brani in scaletta campeggiano due cover, si tratta di “Drop by and stay” dei Piper di Billy Squier e di “Magic teacher” dei Dixies.
Gli altri nove brani se si fanno cattivi, come nel caso di “Action reaction” si fermano prima che prorompi il punk, restando su livelli accessibili, senza che il pezzo alla fine risulti graffiante, in modo che vengono rispettati in maniera, forse troppo, ossessiva i canoni del power-pop, anche quando partono da incipit rock’n’roll (“All wrong”).
Queste sono in fondo masturbazioni cerebrali per critici, perché in fondo questo disco è molto godibile, quindi ascoltatelo senza pensarci troppo e rilassatevi.
“No need for speed” è stato pubblicato in doppia edizione: digipack con booklet allegato di 12 pagine in edizione limitata a 500 copie e versione vinile con poster/magazine allegato in edizione limitata a 300 copie!
La versione cd contiene anche un videoclip (il primo) realizzato dalla band per il brano ‘Before You Go’

Vittorio Lanutti – RockOn.It Webzine 09/12/2011

 

Il nome più ricorrente in questo “atteso” ritorno discografico dei torinesi Sick Rose è quello del compianto Doug Fieger, leader dei californiani The Knack scomparso ad inizio 2010, che in un certo senso viene eretto a guida spirituale di un album immerso dalla testa ai piedi nel più puro power pop made in iuesei. Dimenticate il garage rock revivalista che nel 1983, anno della fondazione, lanciò in orbita la band portandola senza timori sul palco al fianco tra gli altri di Fuzztones, Dream Syndicate, The Nomads, perchè il discorso artistico del quintetto continua sulla strada intrapresa più o meno dal lontano ‘Floating’. La produzione è affidata ancora una volta a Dom Mariani che aveva già collaborato al precedente ‘Blastin’ Out’ distante ormai sette anni (dopo la recente ristampa di ‘Shaking Street’ unita all’EP ‘Double Shot’ è in programma anche quella di questo album che verrà resa speciale con la pubblicazione di un’antologia che compendia i loro primi vent’anni), ed il risultato seppur non convincente in maniera totale (ci sono evidenti un paio di episodi davvero molto deboli tra cui ‘Action Reaction’ dagli echi banalmente “stradaioli”) è nostalgicamente rinfrescante, armonioso, corale, pieno di sincera passione e imperdibile per i puristi del genere. Circoletto rosso sulle due cover che ripescano il grande e sottovalutato Billy Squier ed i suoi Piper con ‘Drop By And Stay’ e ‘Magic Teacher’ dei fantastici Dixies . La riuscitissima semi-ballad ‘After All It Was You’ chiude malinconicamente un album autentico. Welcome back!

Emanuele Tamagnini – Nerds Attack! MusicaRoma Underground Webzine 23/11/2011

 

Abbandonate le ruvide sonorità garage degli esordi, i Sick Rose ritornano con un album di vibrante e cristallino power pop.

Sono passati cinque anni dall’ultimo “Blastin’ Out” (Teen Sound, 2006) e i Sick Rose continuano a percorrere la strada di un power pop cristallino e vibrante già avviata con quell’album. Melodie raffinate e riff di chitarra a presa immediata sono il connubio vincente delle tracce che compongono il nuovo lavoro della storica formazione garage italiana.
Un disco carico di spirito adolescenziale, che si rifà esplicitamente al power pop di Knack, Nerves, Beat, Plimsouls e DM3. “11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”, recita il sottotitolo in copertina. E il risultato è garantito. L’effetto che quest’album produce sull’ascoltatore è una sensazione di immediata leggerezza, spensieratezza e divertimento. A lasciare il suo marchio inconfondibile è poi la produzione artistica di Dom Mariani, leggenda vivente del garage e del power pop australiano (The Stems, DM3), che aveva già prodotto il precedente “Blastin’ Out”.
Il quintetto torinese (con Luca Re alla voce, Valter Bruno al basso, Giorgio Abà alla batteria, Diego Mese e Giorgio Cappellaro alle chitarre) mette in fila undici brani, di cui nove originali e due cover (“Magic Teacher” dei Dixies, “Drop By And Stay” di Billy Squier), che mettono in risalto una brillante capacità di scrittura. Si passa da splendidi episodi come “Putting Me Down” e il grintoso r’n’r del singolo “Before You Go” all’energia stradaiola di “Action Reaction”, per arrivare a ballate intense quali “Pathetic Girl” e “After All It Was You”. Dunque, giù il cappello innanzi alla classe e maestria di una grande band e a uno dei dischi più belli usciti quest’anno.

Gabriele Barone – Jam 01/12

Dell’innamoramento fulminante (o del ritorno di fiamma?) del front-man dei Sick Rose Luca Re per il power pop e per tutti gli ingredienti musicali che ad esso fanno capo avevamo scritto su Distorsioni già a maggio 2011, a proposito della sua esibizione con il side-project Teenarama insieme ai Beat di Paul Collins all’United Club di Torino: in quell’occasione i Teenarama avevano già eseguito due brani tratti dal nuovo “No need for speed”, uscito da poco per la benemerita etichetta Area Pirata, che tanto si sta adoperando (e meno male) per promuovere il garage ed il punk italiano del terzo millennio. Luca Re aveva anche scritto sempre in maggio per Distorsioni un personale exursus, una sorta di articolo propedeutico al Power Pop. “No need for speed”, il nuovo disco dei Sick Rose, prodotto splendidamente da Dom Mariani, è effettivamente un piccolo trionfo di solare, dinamicissimo e grintoso power pop (All wrong, How About You, Action Reaction su tutte): di questo trancio di rock, una delle sue più fulgide pagine tra i 70 e gli 80 americani, presenta tutte le tipiche e storiche caratteristiche, song (7 su 11 originali, due firmate Dom Mariani, una Billy Squier, una The Dixies) attraversate da fresche linee melodiche e armoniche, cori avvincenti, chitarre (Diego mese e Giorgio Cappellaro) fragorose, potenti, ma all’occasione elegiache come nella dolce ballata finale After all it was you. Una curiosità: nel simpatico video di Before You Go incluso nel cd oltre i Sick Rose fanno fugace apparizione affezionati frequentatori del giro rock garage torinese, tra i quali anche due collaboratori di Distorsioni. Quasi si stenta a credere che un disco così ‘positivo’ e radio-friendly, l’antitesi delle tendenze più morbose ed introverse del rock contemporaneo, sia potuto uscire dagli studi di una Torino così profondamente segnata negli ultimi anni nei suoi risvolti sociali, lavorativi ed economici. Si rimane combattuti tra due ipotesi: il power pop reinterpretato/riproposto con la forza dell’utopia , come reazione ad un contesto soffocante ed hopeless, o il suo rifiuto in toto con conseguente fuga consolatoria in un’estetica rock anacronistica. In ogni caso i Sick Rose propongono la loro nuova ‘bibbia’ con estrema convinzione, attingendo a una ricetta ben collaudata a piene mani, forzando forse un po’ troppo la dimensione melodica (non me ne vogliano), soprattutto nelle performances vocali di Luca Re, che in qualche caso (Pathetic girl) si avvicinano pericolosamente al velluto stereotipato di un Tony Hadley. Un disco in definitiva godibilissimo, frutto di un lavoro in studio certosino.

Wally Boffoli – Distorsioni Web Magazine di Rock 15/12/11/2011

 

Sentono il richiamo della foresta i redivivi Sick Rose, protagonisti nella seconda metà degli anni Ottanta e oltre del circuito garage punk internazionale. I Sick Rose del 2011 però non sono quelli per cui più si sono fatti conoscere. Ciò è detto senza voler tirare giudizi di merito e senza voler introdurre chissà quali sorprese stilistiche, dal momento che i nostri si rifanno a una visione del r’n’r che comunque appartiene loro. Ci riferiamo in particolare alla stagione del powerpop che sembra quella più indicata per descrivere i contenuti di “No Need for Speed”, sottotitolato “11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”.
Sotto al supervisione (e la mano anche in fase compositiva in un paio di occasioni) di Dom Mariani (DM3, Stems), la band torinese mostra tutta la sua competenza in materia ripescando un paio di mirate cover (dei Dixies e dei Piper) e presentando nove originali dal suono pulito, dalle chitarre squillanti e jangly o dal riffettone a effetto, sempre e comunque dal rilascio pop immediato, magari coadiuvato da armonie corali. Il termometro oscilla tra ballate melanconiche e vivaci scorribande. Come l’hit Before You Go, di cui nella versione Cd troverete anche il video: semplice, frizzante e curato proprio come la musica che propone.
Ecco un buon modo di reinventarsi Sick Rose, più che per la gloria, per il piacere di farlo.

Fabio Polvani – Blow Up #164 – 01/12

 

Sono stati una realtà del Rock italiano degli anni Ottanta con il loro garage-sound di grande qualità. Anni ormai passati, che hanno relegato nel dimenticatoio tante valide formazioni.
Ecco però The Sick Rose tornare in auge grazie all’etichetta pisana Area Pirata, che dopo aver proposto l’anno scorso la ristampa di un paio di singoli d’epoca (“Shaking Street” e “Double Shot”), pubblica ora un nuovo Cd/Lp, col quale la band si rinnova, scegliendo un’efficace strada Pop di stampo Punk Rock, canzoni semplici e dalle melodie efficaci, che però picchiano duro. Bentornati.

Guido Siliotto – Il Tirreno 11/01/12

 

11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life

I torinesi Sick Rose tornano a nuova vita con questo No Need For Speed. Forti di un passato speso a calcare anche i palchi europei, nonostante una lunga pausa (durante la quale sono diventati adulti in mezzo a famiglie e lavori) ricordano bene le loro passioni primigenie: il garage-punk e il rock and roll tutto.

La toscana Area Pirata li rimette perciò in pista (circola anche una raccolta in vinile per la label Onde Italiane a nome The Month Of The Rose proprio in questo periodo), permettendo loro di riprendere il discorso da dove lo avevano interrotto. Coerentemente con quanto espresso in precedenza, le canzoni (il singolo “Before You Go” è accompagnato anche da un simpatico videoclip incluso nel cd) sono come un marchio di fabbrica: tiro sostenuto, melodia vivace e vocals in primo piano (dietro alla consolle c’è lo storico produttore Dom Mariani, e si sente). Dobbiamo aggiungere, per dovere di cronaca, che questa release si poggia su una solida base: il mestiere, qualità apprezzabile in tempi di tecnologie che affogano il talento degli artisti, legati troppo spesso solo alle mode del momento. Neanche ci sfugge il fatto che queste composizioni siano il preciso riscontro di anni di gavetta e di un’idea di vita e di passione un pelo retrò , ma questo non è necessariamente un male, anzi. Certo No Need For Speed soffre di un’uniformità che a volte lascia il fiatone , ma tutto sommato al quartetto non si chiede di smuovere le montagne. Qui si prova solo a dimenticare la routine quotidiana e si celebra il mito del rock passando una piacevole serata in compagnia davanti ad una buona birra. Avete presente quei locali metropolitani dove i sognatori non passano mai di moda? Potreste trovare uno di loro proprio lì.

Maurizio Inchingoli – The New Noise 29/04/12

 

I Sick Rose sono universalmente conosciuti come una delle più importanti garage band italiane e il loro Faces, pietra miliare del periodo neo-garage, fu negli anni ottanta un veicolo formidabile per la riscoperta dei suoni sixties punk di noi giovanetti. Decisi a continuare sulla strada intrapresa con Blastin’ Out , No Need for Speed si propone questa volta di divulgare incondizionatamente il verbo del power pop tra coloro che l’hanno vissuto in prima persona, come chi appartiene alla generazione dei Children of Nuggets di fine settanta. Siccome la classe di Luca Re e soci è sempre cristallina, è bastato riaffidarsi ad un produttore mitico come Dom Mariani per tirare fuori un album straordinario per semplicità e freschezza; melodie accattivanti e chitarre in grande splovero che subito ti prendono: non erano passati dieci secondi dall’attacco di Putting Me Down che già stavo alzando il volume. L’labum è un vero rimedio contro lo stress (così recita anche il sottotitolo) e brani tipo Magic Teacher dei Dixies, Action Reaction o Before You Go sprizzano un’energia contagiosa da tutti i pori; francamente ho fatto una fatica boia a non mettermi a saltare e scivolare sul pavimento fingendo di suonare, come facevo un tempo ascoltando i Flamin’ Groovies di Shake Some Action o i Knack. Bella pure l’altra cover del disco Drop By And Stay dei Piper di Billy Squier come le ispirate ballate Pathetic Girl e After All It Was You che non potevano mancare in un disco power pop che si rispetti. Un lavoro che riporta i Sick Rose ad occupare il posto che compete loro e che si candida a diventare un nuovo punto fermo nella scena rock europea.

Pietro Dozio – Jamboree #76 01-03/2012

Interviste: