The Sick Rose Blastin’ Out… plus

DCD
Novembre 2013
Tiratura: 500 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

15.00

99 disponibili

The Sick Rose Blastin’ Out… plus

(To celebrate the thirtieth anniversary of the Sick Rose, Italian best and most important garage band ever, Area Pirata is proud to announce the release of the double CD-set “Blastin’ Out… plus”.
CD one contains “Blastin’ Out”, the first album that the legendary band released in 2006, fourteen years after their previous LP “Renaissance”, while CD two includes the “Best of” Sick Rose since their very beginning to 1992)Torino, novembre 1983. Da Rock&Folk, noto negozio di dischi della città, appare un annuncio: “The Sick Rose, band neopsichedelica, cerca batterista, chitarrista, tastierista e bassista”.
Torino, novembre 2013: i Sick Rose sono ancora qui. Trent’anni dopo.
Per celebrare il trentennale dei Sick Rose, la più importante garage band italiana di sempre, Area Pirata è orgogliosa di presentare il doppio CD “Blastin’ Out…plus”.
Sul primo CD è racchiuso “Blastin’ Out”, l’album con cui nel 2006 la formazione torinese ritornava a pubblicare un LP quattordici anni dopo “Reinassance”; sul secondo si trova uno straordinario “best of” del gruppo, dai suoi esordi fino al 1992.
Prodotto da un’altra leggenda come Dom Mariani (The Stems, Someloves, DM3), “Blastin’ Out” mette una appresso all’altra dodici canzoni che svelano al mondo il nuovo corso dei Sick Rose, ora orientati verso un effervescente power pop. Titoli come “Love, Can’t Get Enough”, “Go and Ask Your Mother”, “Barbara” o l’esplosiva title-track si segnalano per il mix di potenza e melodia sostenute da chitarre cristalline, dall’uso impeccabile dei cori e dalla voce sempre evocativa di Luca Re.
Stampato in Italia da Teen Sound e successivamente in Spagna da Rock Indiana, e andato ben presto fuori catalogo, “Blastin’ Out” è ora nuovamente disponibile in questa edizione di lusso.
Il secondo CD racchiude invece la storia dei Sick Rose. A partire dall’epocale “Get Along Girl”, singolo di debutto del 1985 (su Electric Eye) e canzone tra le più devastanti del garage mondiale. Un classico ancora oggi suonato e ballato nelle feste Sixties di mezzo mondo.
Da lì fino all’ultimo brano in scaletta, è un viaggio lungo 18 canzoni attraverso la ricca discografia della band: dallo storico album “Faces” (Electric Eye, 1986), altra pietra miliare della scena neo-Sixties italiana ed europea, passando per l’EP “Double Shot” (Electric Eye, 1987), il long playing “Shaking Street” (Electric Eye, 1988) – ristampati assieme da Area Pirata qualche anno fa e ancora disponibili su CD – fino ad arrivare agli album “Floating” e “Reinassance” (entrambi su Sinergy, rispettivamente 1990 e 1992).
Un viaggio che segue i Sick Rose nelle evoluzioni stilistiche di una carriera straordinaria: dal garage texano di “Get Along Girl” alle fascinazioni garage e psichedeliche del primo LP “Faces”, dal sound alla Real Kids/Flamin’ Groovies di “Shakin’ Street” per arrivare al robusto rock detroitiano di “Reinassance”.
Un doppio CD imperdibile per chi ha amato e ama i Sick Rose…e per chi ancora non li conosce!
Roberto Calabrò
* autore di “EIGHTIES COLOURS. Garage, beat e psichedelia nell’Italia degli anni Ottanta”

Il doppio Cd è in edizione limitata a 500 copie, quindi affrettarsi!

TRACKLIST:


Disc 1
1) Love, Can’t Get Enough
2) Blastin’ Out
3) It’s Gettin’ Bad
4) Go And Ask Your Mother
5) Cigarette Girl
6) Wait Until Next Summer
7) Can’t Change Your Mind
8) I Give You Lies
9) Barbara
10) Because You’re Mine
11) Jeanie (Blinded In The Dark)

Disc 2
1) Get Along Girl
2) I Want Love
3) It’s a Mistery
4) Nothing To Say
5) Night Comes Falling Down
6) My Time
7) It’s Hard
8) Nothing
9) Little Girlie Pearl
10) Like The Other Kids
11) A Kiss Is Not Enough
12) Little Sister
13) Shaking Street
14) Good Times
15) Something More
16) I Feel Good
17) Shakey City
18) Cheating

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Recensioni:

L’ idea non è recente. Nel senso che della ristampa “grassa” di Blastin’ out se ne parlava già da un po’. Sarebbe dovuta uscire per il mercato australiano nell’ Ottobre del 2011. Poi, non se ne è fatto più nulla. Nel frattempo il catalogo della band torinese si è arricchito dello splendido No need for speed pubblicato dalla toscana Area Pirata, ovvero la stessa etichetta che si fa ora carico di prendere in mano quel progetto portando a compimento il sogno di pubblicare in versione de-luxe l’ album della svolta power-pop del’ orgoglio garage nazionale celebrandone contestualmente il trentennale.

Il primo dei due dischetti è infatti la riedizione integrale del disco prodotto da Dom Mariani e pubblicato per la prima volta nel 2006, pieno di chitarre cristalline e di melodie zuccherose.

Il secondo è invece un best of che ripercorre la storia dei Sick Rose dal 1986 al 2001, ovvero dall’ attacco texano di Get Along Girl! al rarissimo The Italien Fuzz Explosion edito dalla tedesca Swamp Room (l’estratto è la Sunday firmata da Luca Re e Rinaldo Doro e non è citata in copertina, così come la Searching For che la precede e che manda a puttane tutta la sequenza cronologica della track list, ma chi se ne frega. NdLYS).

Qui dentro ci sono tutte le facce del cubo magico Sick Rose.

Quella più acida del garage punk degli esordi, quella più vicina al selvaggio rock ‘n roll stradaiolo di MC5, Saints e Flamin’ Groovies, quella che palpava il culo al pop e al blue-eyed soul degli anni Sessanta e quella avvinghiata alle tette prosperose del power pop di Knack, Shoes e Plimsouls e che prende il via proprio con Blastin’ Out, l’ atto della rinascita del gruppo piemontese, il disco con cui i Sick Rose invece di invecchiare, tornano bambini. Un lavoro di potatura che, eliminando le erbacce punk e detroitiane di dischi come Shaking Street e Renaissance, metteva a nudo i germogli più teneri del suono power-pop e ne lasciava sprigionare un aroma intensissimo: è quello che si diffonde dalle tracce più riuscite del disco come Blastin’ out, It ‘s gettin’ bad, Go and ask your mother, Wait until next summer, Can’ t change my mind e Jeanie, molte delle quali scritte come ai vecchi tempi con Maurizio Campisi, diventato nel frattempo stimato reporter e musicista etnico nella sua seconda patria.

Un disco prodigioso e liberatorio.

I Sick Rose ci hanno messo le facce. Voi metteteci tutto il resto.

Reverendo Lys – MusicLetter 06/12/2013


I trent’anni dei Sick Rose
Traguardo invidiabile per la garage band italiana forse più nota fuori dai confini nazionali, benché “solo” nel giro degli appassionati più attenti. A rimarcare le ricorrenza, un concerto speciale e un’uscita discografica.

Lo scorso 16 novembre, nei locali dello Spazio 211 della loro Torino, i Sick Rose hanno festeggiato il trentesimo compleanno con alcune centinaia di vecchi e nuovi fan. Non sono tre decenni effettivi, perché per qualche anno il gruppo ha vissuto in animazione sospesa e per un altro tot ha operato in modo non continuativo, ma non sottilizziamo: conta che nel 1983 dei ventenni si trovarono in un garage per suonare del r’n’r e che oggi, cinquantenni, non abbiano perso la voglia di farlo… e chi se ne frega dei capelli in meno e degli eventuali chili in più, quando si sa di essersi divertiti scrivendo in parallelo una pagina di storia (“minore”, ma pur sempre storia), di aver lasciato eccellenti testimonianze del proprio passaggio e soprattutto di avere scolpito nella memoria e nel cuore mille emozioni? Per lo scalmanato party dei Sick Rose c’erano  il cantante Luca Re e il chitarrista Diego Mese, unici superstiti dell’organico originario, e i loro ultimi, più giovani compagni d’avventura, ma c’erano anche tutti coloro che hanno contribuito affinché la piccola leggenda diventasse tale: chitarristi, tastieristi e assortite sezioni ritmiche ad avvicendarsi sul palco, per affermare con orgoglio di esserci stati e di esserci ancora.

Si ponga il freno alla retorica e alla nostalgia canaglia e si dica che i Sick Rose, nome rubato a una poesia di William Blake, sono stati da subito una delle punte di diamante del fenomeno che nella prima metà degli ’80 riportò in auge in tutto il mondo (rock) i suoni, il look e l’immaginario degli anni ’60 legati al garage punk e alla psichedelia: da New York alla California, dall’Australia alla vecchia Europa, fu tutto un (ri)fiorire di capelli a caschetto e camicie sgargianti, incensi e acidi, chitarre fuzz e organi Voxx o Farfisa, Sonics e 13th Floor Elevators. Un tornado che non guadagnò le prime pagine dei quotidiani ma quelle delle riviste di musica sì, esaurendo piuttosto in fretta la fiammata iniziale ma facendo sentire parecchio a lungo i suoi strascichi. In bilico fra “revival” e “recupero creativo”, l’ondata neo-Sixties fu in ogni caso una benefica via di fuga dal troppo synth-pop che monopolizzava le classifiche dell’epoca. Chiamata a raccolta dalla compilation “Eighties Colours”, pubblicata dalla Electric Eye dell’allora condirettore di “Rockerilla” Claudio Sorge, la nostra scena crebbe e fece via via la sua parte anche a livello internazionale, usando come ariete l’ensemble torinese. Baciati da un bel successo di culto principalmente in Germania (con relative esibizioni), ma conosciuti e stimati nell’intero circuito, i Sick Rose sono considerati ovunque gli alfieri del “movimento”, divisione tricolore: quando c’è da citare un solo gruppo italiano sono inevitabilmente loro, con buona pace dei pur ottimi Birdmen Of Alkatraz, Steeplejack, Allison Run, Magic Potion, Effervescent Elephants o No Strange con i quali illo tempore si contendevano il poco spazio sotto le luci (stroboscopiche) della ribalta.

Buona parte della discografia della band, che consta di sei album veri e propri e di un po’ di realizzazioni di contorno, è oggi reperibile in CD grazie all’impegno produttivo e distributivo dell’etichetta Area Pirata , che ha approfittato della lieta occasione per ristampare “Blastin’ Out” del 2006 – il lavoro del ritorno all’insegna del power pop, frutto dalla collaborazione in studio con l’australiano Dom Mariani – aggiungendovi un secondo compact. Non un “greatest hits” bensì un “best of” che in diciotto tracce condensa il periodo dal 1985 del 45 giri d’esordio “Get Along Girl” al 1992 della provvisoria separazione: quindi, episodi dal primo 33 giri “Faces” (1985), dove domina l’impronta garage, e dal suo non meno valido successore in chiave più hard “Shaking Street” (1989), fino ad arrivare ai più canonici ma sempre incisivi “Floating” (1990) e “Renaissance” (1992) passando per il doppio singolo “Double Shot” e una cover dei Plimsouls apparsa in un tributo alla compagine californiana. Brani che continuano a trascinare e appassionare con la loro forza d’urto e la loro genuinità, soffiando via la polvere che cerca di posarsi su di essi con la stessa, gioiosa naturalezza con la quale i Sick Rose hanno spento le loro trenta candeline. Auguri sinceri.

Federico Guglielmi – Music.Fanpage.it 10/12/2013

Una chicca mostruosa effettuata da Area Pirata (non nuova a certe perle), l’operazione strappalacrime sta nel mettere insieme due CD, lo scorso Blastin’ Out del 2006 (che ho recensito con entusiasmo), disco che riproponeva, a quattordici anni di distanza da “Reinassance”, un nuovo disco per la band… ricordiamo per i novelli e gli smemorati che i Sick Rose nacquero in quel di Torino nei primi anni ’80 e sono stati una leggenda del sixties e garage italiano. Sul secondo disco trovate una cronostoria dagli inizi… a partire dalla strepitosa Get Along Girl passando per My Time e poi Faces, Floating… e Shaking Street (stupenda) ma che vi dico, scrivete a Area Pirata e guardate di procurarvelo! Se adorate il genere ovviamente non potete non conoscerli, nell’altro caso vi invito all’ascolto, questo disco fa sicuramente per voi. Si potrebbe parlare per ore e ricamare ma credo sia bene andare all’osso, l’operazione è fantastica, imperdibile, la musica notevole e la storicità unica. Fate voi!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 11/12/2013

La Rosa Malata è oggi più viva che mai. Il novembre scorso la leggendaria garage rock band italiana ha festeggiato il traguardo dei trent’anni di attività con un concerto allo Spazio 211 di Torino, che ha richiamato l’attenzione del pubblico più appassionato, presentando per l’occasione la ristampa in versione estesa del penultimo album Blastin’ Out del 2006.
Era esattamente il novembre del 1983 quando a Torino, da “Rock&Folk”, noto negozio di dischi della città, apparve l’annuncio “The Sick Rose, band neopsichedelica, cerca batterista, chitarrista, tastierista e bassista”. Il nome era un omaggio all’omonima poesia scritta dal poeta inglese William Blake e il gruppo, nato dall’incontro tra Luca Re (voce) e Diego Mese (chitarra), avrebbe esordito col singolo Get Along Girl edito nel 1986 dalla Electric Eye di Claudio Sorge, che anticipava l’uscita dell’epocale album di debutto Faces (1986), vera e propria pietra miliare del garage rock. Seguirono poi un tour in mezza Europa al fianco di leggende del Sixties-revival quali Fuzztones e Nomads , il conseguente successo di pubblico e critica fino al punto di diventare una delle formazioni italiane più conosciute e apprezzate all’estero e i successivi album Shaking Street (1988) , Floating (1990) e Renaissance (1992), che virano verso sonorità più punk/hard rock, di chiara matrice stoogesiana. Negli anni Novanta l’ondata garage e neopsichedelica del decennio precedente, che si rifà alla musica ed estetica dei Sixties (capelli a caschetto, organo Farfisa, chitarre a goccia e canzoni ispirate a band quali 13th Floor Elevators , Count Five , Seeds , Electric Prunes ), ha una battuta d’arresto e anche la band si scioglie. Ma è solo una pausa temporanea, poiché il combo torinese torna di nuovo in azione con uno stile rinnovato, che guarda al power pop più cristallino, fatto di ritornelli fulminanti, energici riff di chitarra e melodie raffinate. Decide quindi di affidarsi alle mani esperte di Dom Mariani , eroe di culto del garage/power pop australiano (Stems, Someloves, DM3, Stoneage Hearts). Vengono così pubblicati Blastin’ Out e No Need for Speed (2011), che fanno nuovamente circolare il nome dei Sick Rose tra i cultori e gli appassionati e riscuotono un successo inaspettato di critica e vendite in patria e all’estero.
Stampato in Italia da Teen Sound e andato presto fuori catalogo, Blastin’ Out è ora disponibile in edizione di lusso nella ristampa in doppio cd curata da Area Pirata, etichetta pisana da anni dedita al recupero della musica garage-punk e rock’n’roll dentro e fuori la Penisola. Il disco mette in fila undici brani rivelatori del nuovo corso dei Sick Rose, ora orientato verso un power pop grintoso, vibrante e spensierato. Una musica carica di spirito adolescenziale che si rifà esplicitamente al power pop di Knack , Nerves , Beat , Plimsouls e DM3 . Il secondo cd retrospettivo racchiude invece la storia del gruppo con diciotto canzoni che attingono al meglio della produzione (dal devastante singolo d’esordio Get Along Girl fino all’ultimo album Renaissance , che precede lo scioglimento). Un’uscita dunque imperdibile sia per i neofiti sia per i cultori di quella che può essere a tutti gli effetti considerata la più grande e importante garage band italiana.

Gabriele Barone – Outsider 02/2014

Hanno compiuto 30 anni di attività lo scorso novembre e celebrato l’evento il 16 di quel mese con una serata allo Spazio 211 di Torino nella quale hanno suonato quasi tutti i componenti che nel passato hanno contribuito a costruire la storia della band, attorno alle due figure rimaste oggi dagli esordi, il cantante Luca Re e il chitarrista Diego Mese. Si è trattato di una vera e propria festa (l’unica parola con la quale è possibile descrivere il clima di quella serata eccezionale) nella quale i membri dei Sick Rose, passati e attuali, si sono succeduti sul palco per presentare praticamente un ‘best of’ di trent’anni di carriera. Un record che non è certo da tutti e che è stato caldamente supportato dal pubblico numeroso accorso a festeggiare con loro. A suggellare la ricorrenza, l’etichetta pisana Area Pirata ha voluto ripercorrere la discografia del gruppo facendo uscire il doppio cd , “Blastin’ Out… Plus “, che include la ristampa dell’album omonimo più una serie di pezzi tratti dagli altri lavori. In totale 29 brani che sono talmente classici per gli amanti del garage e i numerosi fan della band torinese che qualsiasi parola per descriverli appare superflua.

Per chi invece non li conoscesse ancora, ricordiamo che i Sick Rose sono stati una delle band più importanti a livello nazionale e internazionale di quel movimento di rivisitazione del garage e della psichedelia dei Sixties che ha caratterizzato gli anni Ottanta, ai quali hanno regalato perle garage come Get Along Girl , Nothing To Say , It’s Hard, Cheating e cover al fulmicotone come Shaking Street , Good Times , I Feel Good, tutte puntualmente incluse in questo doppio cd di Area Pirata. Timothy Gassen, a sua volta leader della band psych 80’s dei Marshmallow Overcoats, che firma anche le note di copertina di questa raccolta, riprese da Blastin’ Out, li ha ha paragonati a una band influente come i Chesterfield Kings e li ha voluti nella sua compilation del 2001 ” The Knights of Fuzz “, che include il meglio della scena garage internazionale. Con ” Blastin’ out” , uscito nel 2006 per la produzione di Dom Mariani, storico leader degli australiani Stems (oltre a Someloves e DM3), i Sick Rose lasciavano i binari del garage punk per tornare in scena, dopo lo scioglimento nel 1992, con una nuova formazione e una svolta musicale, in direzione del power pop, che li accompagnerà fino ai nostri giorni e al loro ultimo lavoro in studio, No Need For Speed, del 2011.

” Blastin’ Out… Plus ” rappresenta quindi entrambe le anime dei Sick Rose, quella garage e quella power pop, le quali peraltro continuano a coesistere nelle loro performance dal vivo. Durante la serata di festeggiamenti allo Spazio 211 la band ha eseguito brani dai diversi album della sua carriera, dagli esordi a oggi, e regalato inoltre al pubblico presente alcune chicche, prima di concludere la serata con torta e spumante per tutti, come ad ogni compleanno che si rispetti. Oltre ai musicisti delle passate formazioni, sul palco sono saliti i giovanissimi Leo Re (figlio di Luca) al sax e Mattia Fratucelli (figlio di Alberto, l’attuale batterista) alla batteria per eseguire un paio di pezzi, con grande emozione dei presenti. Una porta aperta verso il futuro, dunque e, nel caso ci fossero ancora dei dubbi sul fatto che questi primi 30 anni rappresentino solo una tappa del loro cammino, i Sick Rose hanno chiuso il concerto con quattro nuovi brani molto belli che attendono la pubblicazione in un prossimo EP.

Voto 9/10
Rossana Morriello – Distorsioni Web Magazine di Rock 04/02/11/2014

Seppure ancora attivissimi
(l’ultimo
Need For Speed è uno dei loro album migliori), i Sick Rose compaiono già nei
libri di storia del r’n’r, come è giusto che
sia. Perché hanno attraversato gli ultimi
tre decenni da protagonisti e perché non
hanno mai intaccato il loro spirito e la
capacità di tramandare il meglio della
tradizione rock. Per celebrare i loro 30
anni di attività, Area Pirata pubblica un
doppio cd che comprende il loro album
del 2006, Blastin’ Out, prodotto da
Sua Eminenza Dom Mariani, disco che
segnava la netta svolta power-pop della
band e, a corredo, un succulento “best
of” che fara la gioia dei DJ poco avvezzi
al download con titoli che sono già dei
classici come Get Along Girl e Night
Comes Falling Down
. Per quello che sono
stati e per quello che sono, lunga vita ai
Sick Rose.

Luca Frazzi – Rumore #264 01/2014

 

I torinesi Sick Rose sono stati il gruppo italiano garage-punk più rappresentativo, molto considerati a livello internazionale e non inferiori a nomi del calibro di Fuzztones e Chesterfield Kings. Il loro momento di maggior notorietà fu durante il revival del garage-punk e della psichedelia degli anni ’80 in cui pubblicarono un classico del genere come “Faces”.

In un periodo in cui dominavano i suoni freddi e cupi della new wave ci fu un’ondata spontanea in cui molti gruppi – fra cui, oltre a quelli citati, ricordo i grandi Lyres, i Miracle Workers e i Morlocks – tornarono a immergersi nei suoni e nei colori dei ’60. Il sound del gruppo era costruito attorno all’organo farfisa di Rinaldo Doro, alla chitarra fuzz di Diego Mese e alla voce carismatica e rabbiosa di Luca Re mentre le fonti di ispirazione erano i gruppi oscuri sixties-punk texani come i Moving Sidewalks e i Count V. Ora la coraggiosa etichetta pisana Area Pirata, per festeggiare il trentennale della band, ristampa “Blastin’ Out” del 2006, prodotto dall’esperto Dom Mariani (ex membro degli Stems), album della riunione e della svolta power-pop.

Con l’occasione viene anche abbinato un secondo e succoso cd che rappresenta una sorta di “best of” della loro carriera. Si possono così riascoltare pezzi di culto come il mitico singolo “Get Along Girl”,trascinante ed energico garage-punk con il farfisa e il fuzz ben in evidenza che conferma come i Sick Rose fossero fra i migliori e più calligrafici interpreti di quella stagione. Ci sono poi alcune tracce da “Faces” (1986) – considerato addirittura dall’esperto del genere Timothy Gassen, autore del libro “The Knights Of Fuzz”, fra i primi 10 album garage di tutti i tempi – e dall’ottimo e devastante Ep “Double Shot”.

Molto saccheggiato è anche il successivo e notevole “Shakin’ Street” (1988) , disco più hard e influenzato da MC5, Real Kids e Flamin’ Groovies che conteneva autentiche perle come “Little Sister” e “Little Girlie Pearl”. La raccolta si chiude tributando anche i successivi “Floating” (1990) e “Renaissance” (1992), album sempre nel solco di suoni duri e stradaioli. “Blastin’ Out”, come si diceva, è invece un ottimo album di power-pop in cui le melodie ’60 sono molto forti. Si possono ascoltare splendide ballate come la title-track e “Cigarettes Girl” ma in tracce come “It’s Gettin’ Bad” ritorna però il vecchio approccio garage con i riff di chitarra decisi e dirompenti. A “Blastin’ Out” ha fatto poi seguito il recente e valido “No Need For Speed” (2011- Area Pirata). Il consiglio – a tutti gli amanti delle sonorità di matrice ’60 – è quello di non farsi scappare l’occasione di riscoprire i Sick Rose. Fate vostro questo doppio cd!

Voto 7,5/10
Cesare Buttabuoni – StoriaDellaMusica.it 11/2013

C’è in Italia un gruppo che ha suonato eccellentemente i due generi musicali da me preferiti: il garage-punk (prima) e il power-pop (dopo).
Questo gruppo si chiama Sick Rose esiste da un sacco di anni, non importa neanche quanti, ed ha sempre fatto dischi pieni zeppi di passione e feeling e sopratutto di belle canzoni.
Facciamo un breve riassunto di quanto la band ha prodotto per coloro i quali, miseri e tapini quanto un Paperon De Paperoni dopo aver dovuto investire 50 cents, non avessero avuto la fortuna di ascoltarli.
I nostri hanno cominciato a meta degli anni ’80 a suonare il garage-punk più elettrizzante che mente umana potesse partorire, tanto da poter rivaleggiare, ed in alcuni casi a primeggiare, con i più grandi gruppi di allora, e sto parlando di un periodo nel quale il genere conosceva una rinascita esaltante e dagli Stati Uniti e dalla Svezia (ma anche da altre parti del mondo) venivano fuori bands e suoni epocali.
Quando il garage si è tinto di hard ed i nomi tutelari sono diventati MC5 e Stooges, furono sempre le rose malate sabaude a macinare musica di grandissimo lignaggio tanto che, per fare un esempio chiarissimo, la stessa svolta operata da in gruppo enorme quale i Miracle Workers, al confronto veniva notevolmente sminuita.
Esaurita la loro prima fase i Sick Rose si presero il loro meritato periodo sabbatico per poi tornarsene sulle scene con un power-pop che, a sentirlo, farebbe credere non avessero mai suonato o provato altro dal giorno in cui si erano formati, prova ne sia che fu l’immenso Dom Mariani a “sporcarsi le mani” producendo i loro album; a proposito se non sapete neanche chi sia Dom Mariani non siete solo miseri e tapini ma anche un po’ lestofanti e confidenti dei potenti (non sapevo più quali epiteti inventarmi, si capisce?).
Terminato il riassunto veniamo a questo doppio cd che i tipi di Area Pirata immettono ora sul mercato: sul cd 1 è contenuto il disco della svolta power-pop, mentre il cd 2 offre una gran bella retrospettiva sul primo periodo della band,quello per intenderci che va dal 1986 al 1992.
In questo caso, contrariamente a quanto faccio di solito, non citerò titoli di canzoni per far capire a chi mi legge cosa andrà ad ascoltare, d’altra parte penso di essere già stato piuttosto esaustivo in precedenza, ma mi limiterò a dirvi che, a parer mio, i Sick Rose sono stati il più grande gruppo italiano da quando si sono formati ad oggi e che, quindi, l’acquisto di questo album, e possibilmente di tutto quanto da loro prodotto, è assolutamente caldeggiato.
Il resto,come si suol dire,sono solo chiacchiere per chiacchieroni …

Voto: 9,00/10
Il Santo – Indie-Eye.it 04/01/2014

 

L’etichetta pisana Area Pirata continua con la sua indispensabile opera di recupero del bagaglio indie italiani rimasto per troppi anni nel dimenticatoio. Questa volta lo fa con i Sick Rose , storica band torinese dedita ad un garage beat esplosivo e con molte variabili.
Il disco in questione è un doppio cd, nel quale è stato risampato l’utlimo disco della band “Blastin’ Out”, l’album con cui nel 2006 il gruppo ritornava a pubblicare un LP quattordici anni dopo “Reinassance”; sul secondo si trova un “best of”, dai suoi esordi fino al 1992. Nel secondo disco sono rappresentati tutti i dischi che la band pubblicò tra il 1986 ed il 1992.
I Sick Rose sono stati tra i principali gruppi a riportare in auge il beat degli anni ’60 e gli alfieri della neo-psichedelia, così in queste tracce si trovano tutti i prodromi del punk e del beat spesso influenzato dal blues o che avrebbe dato lo spunto al fuzz dei Fuzztones.
In 29 canzoni sono ben condensati tutti i generi e sottogeneri degli anni ’60 che hanno fatto ballare, sperare, sperimentare le generazioni propense al miglior rock degli anni ’60.

Vittorio Lanutti – RockOn.it 01/02/2014

 

La piu importante e famosa garage band italiana è ancora attiva! Con questo doppio cd festeggiano infatti i loro 30 anni di
attività che dal 1983 arriva ad oggi attraverso sonorita garage, psichedeliche, rock e power pop. II primo cd raccoglie l’album ‘Blastin’ off‘ del 2006, ormai introvabile
anche nelle ristampe Teen Sound o Rock
Indiana. Un album che all’epoca segnava
un cambio di registro da parte del gruppo che, abbandonato il suono garage-psychedelico degli esordi si stava cimentando
verso un power pop più frizzante. II risultato fu ben accolto dal pubblico e ascoltando il disco si riconosce la loro grande
qualità sonora e il gusto di queste interpretazioni. Mentre il secondo cd è una
sorta di best of del gruppo con 18 brani
estratti dai dischi realizzati tra il 1985 e il
1992. In questo modo è possibile seguire
l’evoluzione dei Sick Rose attraverso gli
anni. Una grande band e grande musica!

Maurizio Maiotti – Jamboree #84 02-05/2014

 

Il quintetto torinese è una parte importante della storia musicale della città (lo scorso novembre hanno festeggiato i trent’anni di attività allo Spazio 211), avamposto di alcune delle migliori realtà indipendenti che ci sono date conoscere fino ad ora (Franti , Negazione , Fluxus, Contrazione, solo per fare dei nomi che hanno marchiato a fuoco questa parte di Italia). La differenza è che loro sono ancora qui e continuano a proporci la loro innata passione per il rock and roll, linguaggio semplice e diretto per antonomasia. Più precisamente, lo fanno adottando un metodo compositivo all’apparenza semplice e senza fronzoli, e i risultati sono sotto gli occhi/orecchie di tutti quelli che possono apprezzare dopo qualche anno la ristampa di Blastin’ Out, uscito nel 2006. È la toscana Area Pirata a prendersi la briga di metterlo in circolazione, insieme ad un secondo cd con un best of della “rosa malata” (ricordiamo che il tutto è stato rimasterizzato nel 2008). A conti fatti, agli appassionati della prima ora non devo dire poi molto, visto che conosceranno le canzoni a memoria. A tutti gli altri invece posso consigliare di approcciarsi alla materia con dedizione e un pizzico di “frivolezza” (d’altronde il gruppo non nasconde di voler proporre musica power pop). E quindi: “Cigarette Girl”, storia di un incontro fugace, “Wait Until Next Summer”, speranza di rivedere una persona che ci ha colpito, o “Barbara”, che ha una melodia che si appiccica addosso e non ti lascia più. Per non dire del pezzo di apertura, che è perfetto nel suo essere inserito proprio a mo’ di presentazione, e di “Because You’re Mine”, con le note di tastiera che contrappuntano il tutto con efficacia. La seconda parte prosegue, come già anticipato, a ritroso nella loro storia (di quando pubblicavano pure per la Electric Eye di Claudio Sorge, e non mancano varie cover), giusto per farci capire come si sono evoluti, ma soprattutto per sottolineare che l’imprinting originale non è mai cambiato.

Dietro al banco di produzione una garanzia come Dom Mariani (The Stems e DM3), uno che mangia pane e r’n’r anche mentre dorme, ed il gioco è fatto.

Maurizio Inchignoli – The New Noise 05/04/2014

 

Prestigiosa ristampa per i Sick Rose; Blastin Out, il disco della svolta Powerpop, è accompagnato da un secondo cd che è un’antologia del primo periodo della band torinese. Uscita lo scorso Febbraio per Area Pirata Records, come tutte le cose belle, non ha avuto la giusta attenzione, la recuperiamo per voi
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Per gli amanti nostrani del Garage, quando si pronuncia il nome dei torinesi Sick Rose gli occhi si illuminano ed il cuore si gonfia d’orgoglio. Una delle bands più longeve, brillanti e degne di considerazione a livello internazionale di tutta la penisola; un gruppo che suona insieme dal 1984 e che proprio quest’anno festeggia quindi i 30 anni di carriera.

Nel corso degli anni la formazione iniziale si è notevolmente modificata, tanto che gli unici membri originali rimasti sono il cantante Luca Re e il chitarrista Diego Mese , il quale peraltro nel 1992 lasciò momentaneamente la band, costringendola ad uno iato durato circa 7 anni. Anche il sound ha subito importanti evoluzioni, coincidenti soprattutto con i due periodi di vita del gruppo : i Sick Rose sono passati dal revival Garage Sixties degli anni 80 che ne contraddistinse gli esordi (gli albums Faces e Shaking Street , entrambi pubblicati per la mitologica Electric Eye dell’ex direttore di Rumore, Claudio Sorge) al Power Pop cristallino della seconda parte di carriera.

Proprio Blastin Out fu il disco della svolta; pubblicato nel 2006 e prodotto da Dom Mariani , leader degli australiani Stems (quale miglior certificazione per la credibilità cui accennavamo poc’anzi?) il disco segna il ritorno sulle scene della band e mette in fila 11 brani in cui l’appeal melodico e l’energia chitarristica sostituiscono in parte le sfumature psichedeliche presenti nei lavori della prima parte di carriera.

La label pisana Area Pirata Records lo ristampa in una versione doppio cd che nel secondo dischetto presenta un’antologia compilata dalla bands stessa, un vero e proprio “best of” del periodo che va dal 1986 al 1992; troverete qui le celeberrime Get Along Girl e Shaking Street ed altre innumerevoli perle estratte dagli albums citati sopra e potrete apprezzare il sound degli esordi, che si andava ad inserire efficacemente in quel revival Garage Sixties degli anni ’80 che, accanto a molta fuffa, partorì a livello internazionale anche molte buone bands, Chesterfield Kings , Miracle Workers e Morlocks su tutti; proprio ai primi i Sick Rose si richiamavano con maggior forza.

Con la svolta di Blastin Out il sound, affrancandosi in parte da alcune soluzioni tipiche di quel periodo, acquisisce una personalità che esplode letteralmente in bombe zuccherose come l’iniziale Love, Can’t Get Enough , Wait Until Next Summer e la Title Track, brani dove la potenza e l’impatto melodico li fa sembrare un mostro di zucchero filato a metà tra i Flamin Groovies di Shake Some Action e i Nerves della triade Case / Lee / Collins . La produzione di Mariani dona al sound dei torinesi un’ampiezza di respiro considerevole, unita ad una potenza ed una brillantezza che riporta magicamente in auge quell’ Aussie Rock degli anni ’80 in bilico tra solitarie highways e fumosi locali di cui erano fondamentali interpreti bands come i Saints (quelli della seconda parte di carriera) e gli Hoodoo Gurus ; l’epica rock dei Sick Rose di Blastin Out è la stessa.

Le armi saranno poi ulteriormente affilate nell’ottimo No Need For Speed del 2011. I Sick Rose sono una band che merita tutte le celebrazioni del caso; l’acquisto, come avrete capito, è d’obbligo.

Denis Prinzio – Indie-Eye.it 06/06/2014

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