The Sick Rose Shaking Street

LP
Febbraio 2021
Tiratura: 300 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

20.00

50 disponibili

The Sick Rose Shaking Street

(After over thirty years, a must-have record is now available again in vinyl format for all garage sound lovers! “Shaking Street” is a piece of Italian underground music history as well as a milestone in the artistic adventure of The Sick Rose, the most devastating garage band Italy has ever had.

The vinyl has a new graphic design with laminated gatefold cover, digital coupon and free CD, including two outtakes from the same recording session and remastered from the original takes: AVAILABLE IN ONLY 300 PRINTED COPIES!)The SICK ROSE – Shaking Street è finalmente disponibile dopo oltre trent’anni in formato LP.
L’album rappresenta un pezzo di storia dell’underground italiano e una tappa importante nell’avventura artistica dei Sick Rose, la più devastante garage band che l’Italia abbia mai avuto!!!

Nuova veste grafica con cover laminata gatefold, coupon digitale e cd allegato, contenente due bonus track tratte dalla stessa session di registrazione e rimasterizzate dalle take originali: SOLO 300 COPIE STAMPATE!!!

Tracklist
Side A
1- Little Girlie Pearl
2- Like The Other Kids
3- Shaking Street
4- She’s Got
5- Raining Teardrops
Side B
1- A Kiss Is Not Enough
2- Don’t Keep Me Out
3- Little Sister
4- Up Is Up
5- Teenage Nightdrive

CD bonus tracks
11- Shaking Street (alt. version)
12-Yesterday Numbers

Consigliato:

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Recensioni:

Area Pirata ha cominciato in questi giorni la prevendita di “Shaking Street”, versione in vinile deluxe, per un totale di 300 copie numerate. L’occasione è ideale per scrivere di quei giorni, su un disco che ha un po’ diviso chi seguiva i Sick Rose per il cambio di tendenza. Cambio già presente nell’EP dell’anno precedente che aveva un piede nel garage (“Nothin'”, degli Ugly Ducklings) ed un altro nel futuro, con la dichiarazione d’intenti di “It’s Hard”.

Era in atto un cambio naturale, che maturava insieme ai nostri interessi e gusti in campo musicale, dovuto soprattutto alle esperienze di vita. Non c’era nessuno che ci obbligava, le scelte erano esclusivamente nostre. Avevamo perso Rinaldo Doro e il suo Farfisa e, in fondo, quella defezione dettata da esigenze del “porco” lavoro si fondeva con l’ordine naturale delle cose. L’avevamo assimilata e accettata, vivevamo rapidamente.

Le canzoni di “Shaking Street” nacquero on the road, sulla famosa Sickmobile, il Bedford arancione che ci portava in giro per la penisola e per l’Europa e prendevano forma nel casale di Cavagnolo, dove le provavamo rigorosamente in un deposito privo di riscaldamento. Intanto, era avvenuto un cambio fondamentale. Da band essenzialmente statica, che possedeva un cospicuo tesoretto di ore da dedicare alle prove, eravamo diventati una band in movimento, che svolgeva la sua vita artistica tra viaggi e concerti. Al garage, che era in fondo un genere per teenager o, all’estremo, per collezionisti e intenditori, si succedeva un suono più maturo, un rock grezzo che definiva l’esperienza diretta di una band il cui elemento era la strada.

Se “Faces”, il primo LP, esprimeva la passione adolescenziale e fondeva in un disco migliaia di ascolti di chi cerca di magnificare i propri idoli, “Shaking Street” interpretava in musica il vissuto. I concerti, i tour, i dischi ci avevano trasformato in un periodo breve in una consumata rock and roll band, una delle poche (si contano sulle dita di una mano) che ci fossero in Italia. Senza sentirci italiani. Ci confrontavamo con i Miracle Workers, i Fuzztones, i Nomads; frequentavamo le stesse venue di Nirvana, Pixies, Meat Puppets. Dal vivo spaccavamo davvero e ogni nostra esibizione era l’esposizione di sangue, sudore e lacrime di chi la musica la sentiva come linfa vitale. Non c’era inganno con i Sick Rose, non c’era un piano prestabilito a rasentare un tranello (e il tempo ci ha insegnato che molti compagni di strada del periodo quel piano ce l’avevano e l’hanno sfruttato), siamo stati autentici fino all’ultimo. “Shaking Street” rappresenta in pieno quello che eravamo: veri, schietti, incazzati. Era il 1989, e i Sick Rose vivevano un sogno chiamato rock’n’roll.

Maurizio Campisi – blog 27/01/2021

La stagione del revival garage e neopsichedelico degli anni ’80 ha lasciato il segno: la mitica raccolta Eighties Colours  a suo modo ha fatto storia. In quella storica raccolta c’erano nomi importanti come gli psichedelici No Strange, i grandi Birdmen Of Alkatraz, l’oscuro ed esoterico Paul Chain, i Technicolour Dream, i Four By Art e anche i torinesi Sick Rose. Qualcuno incautamente definì i Sick Rose psichedelici. In realtà erano semplicemente una grande band di garage-punk. Il loro Faces  fece gridare al miracolo grazie a un sound granitico e compatto in cui la voce di Luca Re svettava accompagnata dalla chitarra fuzz di Diego Mese e dal Farfisa (storicamente molto utilizzato dalle garage band anche perché era il più economico) di Rinaldo Doro. Era un suono fresco pieno di energia che diede una botta di vita in un periodo in cui i suoni erano di plastica. Poi negli anni ’90 l’interesse diminuì e i critici appoggiarono altre mode come il grunge. Ma, come direbbe Stephen King, “a volte ritornano”. L’ultimo album Someplace Better  è del 2018 e testimonia come il gruppo dei Sick Rose sia ancora vivo e vegeto.
A conferma dell’interesse che c’è ancora per quei suoni la meritoria Area Pirata di Tiziano Rimonti ristampa ora in un lussuoso vinile lo splendido Shakin’ Street . All’epoca (1989) il disco non fu capito da tutti e le reazioni della critica furono in parte tiepide. Si trattava di una valutazione ingenerosa in quanto Shakin’ Street è un’autentica bomba di ruvido rock senza fronzoli che si rifà a Stooges, MC5, Real Kids e Flamin’ Groovies. Manca qui il farfisa di Rinaldo Doro e il sound è caratterizzato da un solido e devastante muro di chitarre. Un brano come “Little Sister” fa rivivere lo spirito degli MC5! La title-track è una cover dei Flamin’ Groovies così come “Up Is Up” mentre “Teenage Nightdrive” è un altro must.
Ma tutto il disco è su ottimi livelli e la tensione non cala mai. Shakin’ Street  era stato ristampato in passato in cd sempre da Area Pirata. Se siete dei cultori del vinile e amanti del vecchio garage non lasciatevi scappare l’occasione! Si tratta di un’edizione limitata a 300 copie.

Cesare Buttabuoni – Ver Sacrum 19/02/2021

Shaking Street è finalmente disponibile dopo oltre trent’anni in formato LP.
I Sick rose sono una delle bands storiche del panorama garage nostrano, dal suono colorato, punk.
L’album rappresenta sicuramente una tappa importante dell’underground italiano, tornarono nel 2018 con Someplace Better a testimonianza dell’amore e della voglia di ricominciare a battere i palchi, oggi la ristampa di Shanking Street grazie ad Area Pirata che rimette in mostra, con grande coerenza e passione, i lavori che furono e sono grandi, anche se finiti nel dimenticatoio.
Il disco uscì nel 1989 ed è una vera scheggia impazzita, un misto fra i granitici MC5, Stooges e altri, due le cover dei Flamin’ Groovies: Shaking Street e Up is Up. Adoro l’open Little Girlie Pearl. Mai più senza

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 26/02/2021

Inizia col botto il 2021 per la famigerata label toscana Area Pirata che a Febbraio lancia sul mercato due album seminali, rigorosamente su vinile, in edizione limitata deluxe di 300 copie ognuno.
La prima uscita riporta nella disponibilità di fan vecchi e nuovi “Shaking Street”, il secondo album dei Sick Rose, uscito originariamente nel 1989 e noto per la sua cronica irreperibilità.
Fu l’album della “consapevolezza” per la leggendaria garage band di Torino, già in fortissima ascesa nel panorama italiano e internazionale dopo “Faces” con cui debuttarono nel 1986, che qui rimodulò il proprio suono indirizzandolo verso territori rock più stradaioli e muscolari rispetto agli esordi, allora intrisi di sacro furore sixties punk dal sapore adolescenziale.
Il titolo è un (ovvio) tributo ideale agli MC5 periodo Back In The Usa – in scaletta trovate ben due versioni della loro “Shaking Street” – e all’immaginario detroitiano che dilagò un pò dappertutto dalla metà dei ’70 in poi, ma anche (e soprattutto) manifesto di affrancamento stilistico prima immaginato e poi trascritto on the road. Tra furgoni scalcinati, concerti selvaggi, notti insonni e percorsi esistenziali non sempre indolori.
Trentadue anni dopo eccoci qua.
Con la splendida ristampa gatefold laminata in mano e una tracklist che si arricchisce di due bonus track – passando così dalle originali dieci tracce alle attuali dodici (tra episodi autografi e cover) – da cui trasuda ancora irruente e primordiale tutta l’energia della band, cavalcata a pelo dalla voce ispida e nevrotica di Luca Re.
“Shaking Street” è stata, e si conferma a tutt’oggi, una delle pagine musicali più belle e genuine della cultura underground tricolore – oserei dire – di sempre.
Uno sguardo tanto suggestivo quanto inebriante sugli “altri” anni ’80.
Quelli che ambivano a smarcarsi dal fosco retaggio della storia recente ridisegnando l’altrove e invocandolo per nome senza paura: Futuro!

Ascolta: “Little Girlie Girl”, “A Kiss Is Not Enough”, “Little Sister”.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 03/03/2021

Il popolo underground avrà di che gioire, ma attenzione, trattasi di una limited edition; solo 300 copie. Lo storico Shaking Street dei The Sick Rose è disponibile in una nuova veste grafica con cover laminata gatefold.

Formatisi agli albori degli anni 80 il quintetto sabaudo ha portato il proprio garage rock tra i meandri dell’underground, mostrando sensazioni velvettiane (Shaking Street) e tracotanza incendiaria (She’got), che ha raggiunto vette emozionali con la magnifica Like the other kids, tributo indiretto a Jerry Lee Lewis.

La band, tornata in attività dopo qualche anno sabbatico sul finire dei novanta, legata ad Area Pirata sin dal loro No Need for Speed, si pone tra riff Ramones (A kiss is not enought) e rock puro (Little sister) per virare con agilità attorno a composizioni grezze e prive di inutili orpelli, proprio come dimostrano Up is Up e le reminiscenze stones di Yesterday Numbers, che ci portano all’interno di una bolla temporale in cui è piacevole ritrovarsi ancora.

Loris Gualdi – Music on TNT 14/03/2021

Le chiese – tutte le chiese – sono egualmente esecrabili, qualcuno a me molto caro lo ricorda ogni giorno.

Il loro dogmatismo, l’infallibilità della loro dottrina mi terrorizza, io adoro troppo terribilmente i miei dubbi. E non è in fondo una chiesa anche quella dei puristi e dei filologi anche in campo musicale?Lo dico proprio parlando di questo secondo album dei Sick Rose – ristampato in questi giorni dai ragazzi di Area Pirata – ricordando come ai tempi della sua uscita ricevette l’ostracismo se non addirittura gli strali degli oltranzisti del garage.

Rimembro ancora (la avrà già detta qualcuno in passato questa cosa?) la loro accoglienza eufemisticamente fredda ad un disco che, a trent’anni di distanza dalla sua uscita, suona ancora per ciò che è: una bomba. E lo dice uno che stravedeva, e stravede, per loro e che a quei tempi ascoltava con egual piacere i Sundays come i Bomb Disneyland, quindi quale era il problema se il suono del quintetto torinese era più sporco e meno sixties?

Via i paraocchi, o sarebbe meglio dire i para orecchi, please.

Che dire di un disco che abbiamo ascoltato tutti centinaia di volte?
Beh almeno è doveroso citarne alcune tracce come l’iniziale Little Girlie Pearl che esemplificava perfettamente la direzione più “hard” intrapresa dalla band; d’altronde se anche gruppi come i Miracle Workers lo avevano fatto perché non potevano farlo anche i Sick Rose? A ruota si trova Like The Other Kids il cui suono pianistico ne fa un brano quasi 50’s e molto rock’n’roll e Shaking Street un pezzo alla Flamin’ Groovies che faceva intravvedere quale sarebbe stato il futuro, non certo prossimo, della band. Ma anche Raining Teardrops e Little Sister, la prima delle quali può ricordare gli Hoodoo Gurus, pescavano in un certo immaginario power pop.

Un discorso a parte lo merita un pezzo come A Kiss Is Not Enough, assolutamente il migliore del lotto, un brano che da solo basterebbe a dimostrare la grandezza del combo piemontese. E se proprio i fanatici del garage punk più puro ed incontaminato avessero voluto l’ennesima dimostrazione di come i nostri lo sapessero ancora suonare con i controcazzi sarebbe abbondantemente bastata Don’t Keep Me Out.

Cotanta magnificenza per chi non c’era per ragioni anagrafiche o per (colpevole) disattenzione è ora riproposta in questa nuova magniloquente veste grafica ed in formato esclusivamente vinilico, perdere l’occasione sarebbe oltremodo delittuoso.

P.S.: Chissà se a distanza di così tanto tempo queste poche confuse e raffazzonate righe possano ancora crearmi dei “nemici”? Forse sono solo uno che pensa di ricevere più attenzione di quanto non creda. Ai poster(i) l’ardua sentenza.

Luca Calcagno – InYourEyes ‘zine 19/03/2021

 


Legendary Italian garage band THE SICK ROSE have their classic second album reissued this month.

Formed in Turin in 1983, The Sick Rose were one of the best known garage revival bands on the European scene, contemporaries of US bands The Fuzztones and The Chesterfield Kings, Sweden’s Nomads and the UK’s Barracudas.

Taking its title from the MC5 song and featuring the indie chart hit ‘Double Shot’, Shaking Street caught the band at their early commercial peak. The band took most of the 90s out before returning in the 21st century with renewed vigour and a string of new albums including 2006’s Blastin’ Out and 2011’s No Need For Speed, both produced by The Stems’ Dom Mariani, and most recently, 2018’s Someplace Better, produced by The Posies’ Ken Stringfellow.

Limited to 300 copies, the new vinyl reissue of Shaking Street comes in a new gatefold sleeve with download code and a CD two bonus album outtakes.

Gerry Ranson – Vive Le Rock! (zine/web) – 22/02/2021

Originally released in 1989, this was the second album from Italian garage merchants The Sick Rose, and from the relentless chord-driven rock of ‘A Kiss Is Not Enough’ to the haunting reverb throb of ‘Don’t Keep Me Out’ the tracks churn and snarl with primitive attitude. ‘Little Girlie Pearl’ is a battering ram of a song and the blasting ‘Little Sister’ brims with the ragged mindset of The New York Dolls.To provide even more value the band’s ’87 Double Shot EP is also included with a couple of their own compositions and covers of ‘Nothin” by The Ugly Ducklings and ‘My Time’ originally by The Golden Dawn. The album also highlights the Rose’s love of The Flamin’ Groovies by featuring not only an unreleased drawling,
jangly version of the titular ‘Shakin’ Street’ but also an accurately reverential take of ‘Yesterday’s Numbers’ as extras.

Vote: 3/5
Henry Hutton – Shindig #113 03/2021

The Sick Rose originally formed in 1983 and are regarded as Italy’s premier Garage rock band. This album was first-released in 1989 and consists of twelve great tracks, including a surprisingly sensitive version of the MC5 classic, a cover of ‘Raining Teardrops’ by obscure Australian singer Barrington Davis and a stomping version of ‘Up is Up’ by the Real Kids. But it’s their own songs that really make the mark, twisting the raw sounds of The Seeds and coming out like a nastier version of The Fuzztones. Plenty of melodic hooks that’ll keep you attentive even when the guitars are fuzzed-up to maximum, and vocals that will soon have you singing along. This is the kind of album that’ll have you searching the internet to hear everything else they’ve recorded… in the meantime, be sure to hear this. Light the fuse and get up close!

Andy / Fear & Loathing – January-June 2021

 

The Sick Rose tout au long de leur très longue (et passionnante) carrière ont eu une significative évolution stylistique : Garage Punk Revivalistes à leurs débuts (1986) leurs derniers albums étant eux très Power Pop classieuse et incisive.

Ce “Shaking Street” initialement sorti en 1989 étant lui comme son titre le laisse penser très orienté ROCK’n’ROLL avec des guitares tranchantes et un songwriting classique (dans le meilleur sens du terme) comme certains maîtres savaient le faire !

Comme on l’imagine, ils reprennent ici la chanson du MC5 et naviguent dans un univers musical qui correspond tout en étant très très marquant grâce à leurs compos, et une magie dans l’interprétation qui fait de cet album un MUST HAVE !

True R’n’R spirit ! Un piano bastringue quand il faut, du R&Beat dévié de sa trajectoire, un jeu tendu sur les titres les plus secs, mais aussi chaloupé quand c’est ce que la chanson nécessite… Un gros sens de l’arrangement simple, efficace et direct et une puissance émotionnelle dans l’interprétation.

A mettre entre les meilleurs enregistrements Mitch Ryder & The Detroit Wheels, et Dr Feelgood avec qui ils partagent le sens de LA chanson qui tue et le même esprit puissamment ROCK !

Bertrand Tappaz – Chronique 2021 – 16/03/2021 – VOIX DE GARAGE GRENOBLE

Interviste: