Plutonium Baby – BLAST! Sci-Fi Music for Contemporary Freaks

LP/CD
Marzo 2018
Tiratura LP: 300 copie
Tiratura CD: 200 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

10 disponibili

Plutonium Baby – BLAST! Sci-Fi Music for Contemporary Freaks

“Prendete i Devo e mandateli a giocare sulla spiaggia con il fantasma di Jay Reatard. Poi pensate agli Screamers che organizzano un party assieme ai B-52’s, mentre i Mummies stanno guardando uno sci-fi movie dei primi Sixties nella stanza accanto. Se possedete cotanta immaginazione potete intuire, prima ancora di averli ascoltati o visti in azione, quale sia il folle distillato musicale dei Plutonium Baby. La cosa non stupirà più di tanto chi ha seguito con attenzione le vicende dell’underground italiano, essendo la formazione capitolina una sorta di supergruppo nato dalle ceneri di due tra le più originali band dell’ultimo decennio: Black Guitarra (voce, chitarra e synth) era la frontwoman delle Motorama, band tutta al femminile di garage-punk deviato e abrasivo; mentre Fil Sharp (synt, voce, chitarra) e Feith Da Grave (batteria) rappresentavano il nucleo creativo dei new wavers Cactus.”
(Roberto Calabrò, BLOW UP #186)

Il primo lavoro viene pubblicato a settembre del 2011 dall’etichetta madrilena Ghost Highway Records in edizione limitata di 340 vinili ed è un 7 pollici split con Margaret Doll Rod, seguito poi l’anno dopo da una raccolta di 4 pezzi su cassetta colorata prodotta dalla teramana Welcome in the Shit Records.
A settembre del 2013 esce il primo lavoro su lunga distanza per la Vida Loca Records “Welcome to the Weird World”. 13 pezzi registrati con la collaborazione di Alex Vargiu (Bloody Riot/Bingo/Dissuaders). Mentre, un anno dopo, in occasione del Cassette Store Day, la Welcome in the Shit fa il bis pubblicando una seconda cassetta della band “Weird World Outtakes and Other Cadavres Exquis”, una raccolta di 8 tracce tra outtakes, alternate versions e pezzi inediti.
Nel frattempo i tre scorazzano in tour su e giù per l’Europa condividendo il palco, tra gli altri, con The Bellrays, Pandoras, Paul Collins, Atomic Suplex, The Courettes, A Giant Dog, Sonic Angels, Black Mambas, Bazooka, Chronics.

DISCOGRAPHY
“WEIRD WORLD Outtakes and Other Cadavres Exquis” (tape, 69 copies Welcome in the Shit Records 2014)
“WELCOME to the WEIRD WORLD” 2013 (lp/cd Vida Loca Records)
PLUTONIUM BABY (tape, 69 copies Welcome in the Shit Records 2012)
PLUTONIUM BABY/MARGARET DOLL ROD 7″ split (340 copies Ghost Highway Records 2011)

BLAST! Sci-Fi Music for Contemporary Freaks

Universi creati per battere la noia, razze subumane, freak gemelli, guaritori psicopatici – Signore e Signori ecco a voi BLAST! musica fantascientifica per maniaci contemporanei!

Frenesia garage-psych senza inutili orpelli, vocazione punk e sferzate di power pop spastico.

My Universe apre il lato A e mette subito le cose in chiaro. Alieni annoiati che si divertono a creare mondi in cui poi finiscono intrappolati. No Time non fa in tempo a confermare l’atmosfera psyco-garage che subito dopo Dexter & Debra Morgan ti sbattono dentro a sonorità surf tutt’altro che da manuale. Twin Freaks è una bolla lisergica. Le anime gemelle scappano dal manicomio. Ma a quale specie umana appartengono? Che tipo di cuore hanno?
La storia continua sul lato B…
Durata del viaggio: 30 minuti primi sul pianeta Terra, 30 secondi per chi viene da Plutone. 12 tracce, mixate dall’ottimo Wolfman Bob (Ultra Twist, BMC), dove trovate anche un paio di alternate versions di pezzi usciti nell’ormai introvabile musicassetta “Weird World Outtakes and Other Cadavres Exquis”.

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Recensioni:

La sindaca Raggi non vuole tappare le buche della capitale. E fa bene. Perché è da queste buche nell’asfalto che si accede al rifugio sotterraneo dei Plutonium Baby. Se ci poggi le orecchie, in quelle voragini che hanno dato un nuovo senso alla parola Fori Imperiali, puoi sentire il riflusso gastrico di quella creatura. Se ci guardi dentro, puoi vedere il riflesso fluorescente della loro scorta di materiale atomico.

Ogni tanto emergono da quelle buche per lasciare un disco sull’asfalto e ritornano giù, a sentire i sibili dei vagoni della metro. E ci cantano sopra, come facevano gli Human Switchboard quando l’Ohio aveva la miglior scuola di gladiatori dopo quella della città dei Cesari. Ne viene fuori quel synth-punk androide e magro-magro che è ad un passo dall’anoressia garage, come se i Seeds venissero inghiottiti dal fascio del disgregatore molecolare di un qualche disco volante, salissero al cielo con tutta la loro paccottiglia vintage e venissero sputati su qualche pianeta lontano e costretti a condurre una prima serata per gli alieni vestiti come i B-52’s per insegnare ai marziani a ballare il surf.

Sindaca Raggi, le lasci aperte ancora un bel po’ quelle buche. Hai visto mai che magari ci si diverte più là sotto che quassù, in questo triste mondo di binari di tram e di distratti adoratori del Creato che attraversano la strada guardando il display di uno smartphone, come se dentro c’avessero visto il culo di Tura Satana. E invece stanno guardando la foto di un altro idiota che non ha nulla da dire e vorrebbe farsi ascoltare

Lys Di Mauro 08/05/2018

 

Da parecchio tempo in circolazione, tanta esperienza alle spalle, soprattutto sui palchi di mezza Europa. Garage punk acido e ficcante impreziosito da una sottile vena “space” che riporta a Devo e B52’s e talvolta ai Destroy all monsters guidati dalla conturbante Niagara. Dodici brani brevi, distorti, diretti. Perfetti.

Antonio Bacciocchi – RadioCOOP 09/04/2018

Più invecchio più penso che il punk sia tutto fuorché un genere musicale ben definito. E anche se amo ancora ascoltare “il rock’n’roll sporco e pulcioso suonato a mille all’ora” di molte band, resto un grande appassionato di tutti quei gruppi irregolari che finiscono (o sono finiti) nel calderone punk perché difficili da classificare, urticanti, incasinati, rumorosi e “sperimentali” (lo so, è un termine insensato e fuorviante, ma tant’è…). Prendiamo, per esempio, i Plutonium Baby di cui Area Pirata ha appena pubblicato l’ottimo disco “Blast! Sci_fi music for contemporary freak”: la musica di questo terzetto romano mescola sintetizzatori deliziosi, chitarre metalliche e voci maschili e femminili che si rincorrono all’impazzata, come se fossero una sorta di Epoxies più sporchi e contorti. Dodici pezzi ficcati dentro un frullatore di suoni fantascientifici e sintetici, senza per questo rinunciare al rock’n’roll più basico e cavernicolo (i Devo che coverizzano i Cramps?). Ma al di là delle suggestioni che si possono utilizzare per provare a descrivere la musica dei Plutonium Baby, diciamo che parlare di punk, in questo caso, è più che giustificato. Anche perché se c’è una cosa che considero fondamentale per essere etichettati in questo modo è il senso di angoscia e frustrazione che certe pezzi riescono a trasmettere. E con i Plutonium Baby su questo terreno andiamo sul sicuro. Insomma, un album inaspettato e magnifico.

Diego Curcio – Huskercore blog 12/04/2018

 

Ho sempre amato i gruppi che usano la tastiere come strumento su cui fondare i propri pezzi; ho adorato le band garage dei sixties come quelle del revival degli eighties ed i loro suoni grintosi e talvolta psychedelici come ho stravisto per i ritmi ieratici di quelle punk e new wave.

E questi Plutonium Baby di cui sto per parlarvi uniscono questi due tipi di approccio in un disco che ha tre caratteristiche fondamentali per piacermi e piacervi:

1) una bella copertina,
2) un bel titolo,
3) dodici canzoni tutte riuscite con neppure un pezzo che possa essere definito un riempitivo.

L’album parte subito con un terzetto di brani che ben chiarisce quanto la band sia davvero ispirata: My Universe è punk ma pure pop con continui crescendo che ricordano il Jay Reatard più ispirato; No Time mi ha chairito una volta di più che, avendo da poco recensito il nuovo album degli Archie and the Bunkers, di talenti simili ne abbiamo qui da noi e Dexter & Debra Morgan con il suo suono surf futuristico rimanda ai Man or Astro-Man? più occhieggianti ai Devo. What Kind Of Humans Are They?, il mio pezzo preferito dell’intero lotto, somiglia vagamente alle cose più free degli X-Ray Spex ma forse è una mia suggestione. Seguono due pezzi più camp che possono far pensare vagamente ai B 52’s come The Healer e Evil Eye mentre la più lunga e composita Vorticism rammenta le atmosfere angoscianti e malate dei Suicide o dei Cramps.

Come penso d essere riuscito a far intendere in queste poche righe i Plutonium Baby non sono solo bravi ma sono pure vari e iper motivati.

Questo disco è un prodotto che merita di travalicare i nostri angusti patrii confini e di essere ascoltato da quante più persone possibili perché noi italiani, diciamocelo francamente, spesso lo facciamo meglio.

Voto: 8,5/10
Luca Calcagno – InYourEyes ‘zine 05/05/2018

 

Chitarra, synth e batteria come uniche armi di questo terzetto formato da musicisti di Motorama e Cactus e giunto al suo terzo album – senza dimenticare una cassetta e lo split con Margaret Doll Rod – in uscita per Area Pirata. Blast! (Sci-fi Music For Contemporary Freaks) è un titolo che dice già tutto quel che troverete dentro al disco: garage punk coinvolgente e con la carica giusta per far muovere i culi, anthem che esplodono intorno a riff grattugiati senza troppi complimenti e sparati in faccia all’ascoltatore, sui quali si stendono giri di synth ipnotici, vocals graffianti e un drumming che si fa carico di donare la giusta botta ritmica al tutto.
Musica per freaks appunto, meglio ancora da misfits, sempre fuori luogo eppure immancabili quando c’è da far casino e dare alla festa la giusta spinta per riscaldare l’atmosfera a dovere. Come una collisione tra Stooges e Devo, Suicide e B-52s, con in più un forte retrogusto di garage revival e noise caustico, verrebbe da dire i primi Miracle Workers rifatti dai Pussy Galore, tanto per far capire il tasso di follia che sprigionano le dodici tracce di questa selezione per autostoppisti galattici. Vengono in mente le immagini di “Mars Attacks!” per via di quel misto di fantascienza da b movie, kitsch e modernariato futurista, a suo modo irresistibile e contagioso proprio perché il gioco è scoperto e portato avanti con sconcertante disinvoltura, il che rende il tutto perfetto come colonna sonora per serate in libertà dal grigio aplomb della vita quotidiana. Il bello è che i tre riescono a tirar fuori brani irresistibili senza perdere la naturalezza di chi suona divertendosi e non si sforza per farlo strano a tutti i costi.
A chi si rivolgono? Probabilmente a tutti coloro che abbiano voglia di seguirli in questo folle viaggio a ritroso nel tempo tra tecnologie strampalate e chewing gum dai gusti e dai colori improbabili. Noi saliamo a bordo senza pensarci due volte.

Michele Giorgi – The New Noise 26/05/2018

Le Plutonium Baby, più che da Roma sembra provenire da quelle TV a tubo catodico in bianco e nero che trasmettevano film stile “Il mostro della Laguna nera”…una dozzina di brani per 30 minuti dove il vostro cervello, per ascoltare e assimilare, ha bisogno di staccare la spina dal mondo reale e tuffarsi nel visionario mondo Rock’n’Roll della band. Sono andato a vedere i componenti della band e ci sono Black Guitarra (Voce, chitarra e Synth) che era la front-Woman delle Motorama, mentre Fil e Feith, rispettivamente Voce-Chitarra e batteria, erano il nucleo dei New Weavers Cactus. Un 7 pollici era uscito nel 2011 per la spagnola Ghost Highway Records, poi “Welcome to the Weird World” nel 2014 e così via, calcando i palchi di mezza Europa con bands like Pandoras, The Courettes, Black Mambas ecc..la band è mutante, Out, fuori da ogni tempo e luogo, non oso pensare cosa possano essere dal vivo, però mi sono bastate My Universe, Twin Freaks o la folle Feed my Monster per andare a pensare a una band come i Devo , magari strascicati per un chilometro dal rimorchio di un camion mentre suonano strumenti scordati… ladys and gentlemen The Plutonium Baby….RNROLLO!!!

Stefano Ballini – Trippa Shake Webzine 07/05/2018

 

Ce ne vorrebbero molti di più di album come “Blast! Sci-Fi Music For Contemporary Freaks”.
Con l’obbligo di ascoltarli fin dalla prima colazione, proprio come sto facendo io ora, per capire fino in fondo quanto certi suoni siano necessari all’inquieto vivere di noi rockers senza vergogna.
La band capitolina trova la micidiale quadratura in queste nuove 12 tracce mixate da Wolfman Bob e uscite a Marzo, che richiedono un immediato on repeat sul lettore quasi liquefatto da cotanta energia esplosiva.
I protagonisti di questa gioiosa furia, nonchè party harder bardati di pelle e borchie, sono Fil Sharp (synth, voce, chitarra), Feith Da Grave (batteria) e soprattutto Black Guitarra (voce, chitarra, synth) la frontwoman che tutto può, compreso afferrarti per le palle e scagliarti ad anni luce di distanza con il sorriso stampato in faccia.
I Plutonium Baby fanno musica difettata, dilaniata, slabbrata, postnucleare.
Vale a dire il meglio di ciò che si può suonare oggi quando nel DNA hanno sedimentato i 60’s più oscuri mixati a pericolose derive dai decenni successivi: Mummies, B52’s, Trashmen, Cramps, Devo, Jay Reatard, X Ray Spex, Rip Offs, Man Or Astroman?, Suicide
Ovvero il Gotha dello Psycho Garage Punk più genuino e autentico dalla creazione di questo pianeta.
“Blast!” dura una mezzoretta e questo, probabilmente, è l’unico neo dell’intero progetto: infatti quando arrivi alla fine di “Highway Hypnosis” è ovvio che ne brami di più, sempre di più, con la cupidigia ingestibile di chi ha goduto bene e vuole continuare a spargere orgasmi qua e là in totale anarchia.
I Plutonium Baby ci sanno fare di brutto. E colpiscono nel segno perchè reinterpretano, con personalità e ironia, canoni musicali già ampiamente sfruttati svicolando però, abilmente, dai dannosi clichè di genere.
Comprare, comprare, comprare.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 17/05/2018

 

I Plutonium Baby sono un supergruppo nato dalle ceneri delle incommensurabili Motorama da cui proviene Black Guitarra (voce, chitarra e synth), di cui era la frontwoman, e dei new wavers Cactus, da cui provengono Fil Sharp (synth, voce, chitarra) e Feith Da Grave (batteria). Il trio con questo lavoro giunge al quinto disco, compresi tape e split, e si destreggia con maestria e naturalezza tra garage, fuzz, pop e punk-blues. L’uso intenso di synth, miscelati a chitarre, porta il trio molto spesso verso i territori del fuzz contaminato ora dal punk, (“Voiceless”), ora dal beat (“No time”). Con “Evil eye” non fanno prigionieri, in “Vorticism” strutturano un sound quasi robotico con degli stop’n’go accattivanti e diventano irresistibili con il beat-punk scheggiato di “My universe”. Saranno maledettamente vintage, ma sono irrimediabilmente irresistibili. Impossibile non muovere il culo quando a suonare ci sono loro!

Vittorio Lanutti – Freak Out 27/06/2018

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