AA VV Last White XMas

DCD
Giugno 2020
Tiratura: 1000 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

15.00

400 disponibili

AA VV Last White XMas

(We are proud to have the “Last White Christmas” reissue in our catalogue.
Everything started back in 1983, when GDHC organized a concert in Pisa and participants were all Tuscan bands, such as BRONTOSAURI, JUGGERNAUT, STATO DI POLIZIA, PUTRID FEVER, DEMENTS, USELESS BOYS, WAR DOGS, AUf’CHLAG, CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS, I REFUSE IT! and TRAUMATIC.
The event turned into a proper gathering and someone preserved the whole live by recording it on tape.
Entirely remastered from the original tapes by Alessandro Sportelli (who had originally recorded it 35 years ago).
The inside 36-page booklet covers a presentation by Chris BCT, interviews with the main players of the time and unpublished photos!)Siamo veramente fieri di avere nel nostro catalogo la ristampa del “Last White Christmas”.
Tutto nasce nel lontano 1983, il GDHC organizza un concerto a Pisa, partecipanti sono tutti i gruppi toscani, BRONTOSAURI, JUGGERNAUT, STATO DI POLIZIA, PUTRID FEVER, DEMENTS, USELESS BOYS, WAR DOGS, AUf’CHLAG, CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS, I REFUSE IT! e TRAUMATIC, l’evento si trasforma in un vero e proprio raduno e qualcuno pensa bene di fissare il live su nastro
Nessuno meglio di Chris BCT ( il primo a dare alle stampe la registrazione in formato cassetta) può descivere quello che questo concerto ha significato nella scena Punk/HC:

“…Vado ai concerti dal 1970 e non c’è stato nessun altro evento come questo. È STATO IL PIÙ GRANDE PUNK ROCK LIVE DI TUTTI I TEMPI! (Non che sia una gara)….. L’HC è esploso tra il 1980 e il 1986 circa. È ancora in circolazione, ma l’esplosione mondiale è avvenuta allora. Le band presenti in questo live sono tra le più importanti punk band italiane di inizio anni ’80. …… Questo concerto è un documento storico. È arte per le generazioni future. In questo concerto non ci sono state band mediocri, tutti fanno ottima musica. Alcuni dei gruppi migliori che abbia mai sentito! Lasciare che questo concerto scivoli nell’oblio sarebbe un crimine artistico perché non c’è mai stato niente di simile durante il periodo di massimo splendore dell’HC, tra il 1980 e il 1986, che conosca. ….. Non è una registrazione perfetta. Penso che sia stato l’equivalente punk a Woodstock !!! …”

Interamente rimasterizzato dai nastri originali da Alessandro Sportelli (lo stesso che l’aveva registrato 35 anni fa). Libretto interno di 36 pagine con presentazione di Chris BCT, interviste ai protagonisti dell’epoca e foto inedite

TRACK LIST CD1:
1. Brontosauri Capsius Cabanis
2. Brontosauri Brontosauri
3. Brontosauri Opposition
4. Juggernaut Convact
5. Juggernaut Tomorrow
6. Juggernaut X002
7. Juggernaut Inquisitoe
8. Juggernaut X003
9. Stato Di Polizia Odio
10. Stato Di Polizia Mente Sconvolta
11. Stato Di Polizia Uccidi Tuo Fratello
12. Putrid Fever Draw Of Fear
13. Putrid Fever Motorhead
14. Putrid Fever Anger
15. Putrid Fever Reality
16. Putrid Fever Song From War
17. Putrid Fever Naked Real Gun
18. Putrid Fever Rats
19. Dements I Am Not
20. Dements Points Of View
21. Useless Boys I Don’t Need Your Love
22. Useless Boys Weekend Treep
23. Useless Boys I need You So
24. Useless Boys I Can’t Judge a Book By The Cover
25. Useless Boys Barracuda
26. Wardogs The State Of Things
27. Wardogs Friend Brains
28. Wardogs Snakes
29. Wardogs Wardogs
30. Wardogs I Hate The Families
31. Wardogs Red Hot Phones
32. Wardogs Mg
33. Auf’schlag Grazie Patria
34. Auf’schlag Vittime
35. Auf’schlag Nessuno
36. Auf’schlag Voytila Vattene
37. Auf’schlag Siamo Stanchi
38. Auf’schlag In Carcere
39. Auf’schlag Ribellati
40. Auf’schlag A Fuoco

TRACKLIST CD2:
1. CCM Commandos
2. CCM We Area The Juvenile Delinquency
3. CCM (Right To Be) Italian
4. CCM Envy
5. CCM Barbed Wire World
6. CCM Terminal Fun
7. CCM Work (Means Death)
8. CCM Bendix Power Secret Hate
9. CCM Alkool
10. CCM Foe Or Friend
11. CCM Camp Darby Blues
12. CCM Everyday Is A Regan Day
13. CCM Mad Rice
14. CCM Best Party Ever / No Bor
15. CCM Need A Crime / Ultracore
16. CCM Mercenaries
17. CCM Tellyson
18. CCM Life Of Punishment
19. I Refuse It Noi Vi Odiamo
20. I Refuse It Nuove Dal Fronte
21. I Refuse It Contagio
22. I Refuse It Mira Il Tuo Popolo
23. I Refuse It Agguato
24. I Refuse It Chocu Umeret
25. I Refuse It Fall Down
26. I Refuse It Frecce Avvelenate Sul Comitato Disastri
27. Traumatic Last Kids From Nowhere
28. Traumatic No Mans Land
29. Traumatic No Police No Army
30. Traumatic No Way To Be
31. Traumatic I Don’t Mind

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Recensioni:

Siamo nel 1983, è il 4 dicembre, il GDHC (Gran Ducato Hard Core) organizza un concerto a Pisa nella chiesa di San Zeno. Suonano tanti gruppi toscani: Brontosauri, Juggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, War Dogs, Auf’chlag, Cheetah Chrome Motherfuckers, I Refuse It! e Traumatic. Le band si susseguono in un live che diventerà epico e storico. E’ l’inizio di tutto, i CCM suonano in modo stratosferico, vera potenza e furia, sono 18 i loro pezzi, uno dietro l’altro, impetuosi… Barbed Wire World, Alkool, Camp Derby Blues, Tellyson e tante altre. A seguire mi piace ricordare i Putrid Fever di Fefo Forconi con sette pezzi “spaccachiappe” che ho sentito tantissime volte, fra cui Anger e Rats. I Refuse It! di Stefano Bettini, particolarmente ispirato nell’occasione, la band è particolare e affascinante, più unici che rari, otto brani fra cui la splendida Frecce avvelenate sul comitato disastri. SDP, Juggernaut, Brontosauri e tutti gli altri, spaccano tutti e la serata diventa incredibile! Un disco che sa tanto di pietra miliare dell’HC italiano, un documento storico di grande valore che finalmente esce alla luce, rimasterizzato dai nastri originali da Ale Sportelli, che lo aveva registrato all’epoca, libretto interno di 36 pagine stupendo, pieno di foto della serata inedite, veramente un gran bel documento storico, non potete, ripeto, non potete non averlo!

Mary Ano – Trippa Shake Webzine 19/05/2020

 

Le ristampe sono oramai diventate un vero e proprio filone nel quale le case discografiche si sono gettate a capofitto per recuperare un po’ del terreno perduto con l’avvento dell’era digitale e dello streaming. Ma se quando si parla di grandi labels e nomi che hanno sempre viaggiato sui grandi dati vendita, si può parlare di speculazione vera e propria, visto che si continua a sfruttare il catalogo delle galline dalle uova d’oro, non si può dire lo stesso quando a togliere la polvere dal passato, sono le piccole etichette che, mosse da sincera passione, tolgono dall’oblio dei veri e proprio documenti storici come nel caso di “Last White Christmas“.
Sin dalle sue prime pubblicazioni Area Pirata ha sempre alternato ristampe di materiale d’epoca accanto a nuove produzioni, spaziando dal punk alla psichedelia, dal garage al beat, tenendo sempre alta la qualità delle sue uscite, come in quest’occasione.
È il 4 dicembre del 1983, quando il Gran Ducato Hard Core organizza un concerto a Pisa, nella chiesa sconsacrata di San Zeno, per fissare lo stato dell’arte della nascente scena Punk-HC toscana. Al raduno tenutosi a Pisa, parteciparono tutti i gruppi toscani: BRONTOSAURI, JUGGERNAUT, STATO DI POLIZIA, PUTRID FEVER, DEMENTS, USELESS BOYS, WAR DOGS, AUf’CHLAG, CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS, I REFUSE IT! e TRAUMATIC, e la lungimiranza di Alessandro “Ovi” Sportelli portò a fissare il live su nastro, che fu registrato con la collaborazione di Alessandro Paolucci ed in seguito pubblicato dalla Bad Compilation Tapes in collaborazione con la Cessophonia Records su cassetta, cui i nastri erano stati portati solo pochi giorni dopo da Antonio Cecchi dei CCM, durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti.
Nessuno meglio di Chris BCT (il primo a dare alle stampe la registrazione in formato cassetta) può descrivere quello che questo concerto ha significato nella scena Punk/HC:
…Vado ai concerti dal 1970 e non c’è stato nessun altro evento come questo. È STATO IL PIÙ GRANDE PUNK ROCK LIVE DI TUTTI I TEMPI! (Non che sia una gara)….. L’HC è esploso tra il 1980 e il 1986 circa. È ancora in circolazione, ma l’esplosione mondiale è avvenuta allora. Le band presenti in questo live sono tra le più importanti punk band italiane di inizio anni ’80……. Questo concerto è un documento storico. È arte per le generazioni future. In questo concerto non ci sono state band mediocri, tutti fanno ottima musica. Alcuni dei gruppi migliori che abbia mai sentito! Lasciare che questo concerto scivoli nell’oblio sarebbe un crimine artistico perché non c’è mai stato niente di simile durante il periodo di massimo splendore dell’HC, tra il 1980 e il 1986, che conosca……. Non è una registrazione perfetta. Penso che sia stato l’equivalente punk a Woodstock !!! …
Dopo essere stato ristampato nel 2000 su cd sempre dalla BCT, oggi il lavoro è stato interamente rimasterizzato dai nastri originali dallo stesso Alessandro Sportelli che l’aveva registrato 35 anni fa, che oggi Area Pirata pubblica in un doppio cd da 71 brani arricchito da un corposo libretto interno di 36 pagine con presentazione di Chris BCT, interviste ai protagonisti dell’epoca e ricco di foto inedite, il tutto realizzato con una grafica tipica del D.I.Y dell’epoca punk.
Nelle due ore di musica presente in questo lavoro si rivive quell’atmosfera della nascente scena hc italiana che non aveva nulla da invidiare a quella di oltre oceano, come ben dimostrano le esibizioni dei nomi più celebri del lotto come CCM, I Refuse It!, Useless Boys, ma anche di tutte le altre con una menzione speciale per i Putrid Fever dove militava Fefo Forconi che sul finire degli anni ’80 entrerà a far parte dei Toxic Reason di Dayton, Ohio a dimostrazione di quanto certi confini non fossero preclusi ai musicisti italiani.

Eliseno Sposato – Sotterranei Pop 22/05/2020

Un documento di straordinaria importanza per la scena hardcore punk italiana, tra le più seguite e apprezzate nel mondo, durante gli anni 80. La registrazione, nel 1983, di un concerto, a Pisa, di tutti i gruppi hardcore punk toscani. Qualità eccellente (grazie ad Ale Sportelli, vero maestro nel recuperare materiale analogico) e una fotografia di un’epoca incredibile e irripetibili con monumenti della scena come CCM; Wardogs,Putrid Fever, I Refuse it ma anche gli Useless Boys che aprivano le porte alla scena neo garage italiana.

Antonio Bacciocchi – RadioCOOP 29/05/2020


Ci sono un sacco di cose che potrei raccontare a proposito del Last White Christmas, un concerto che si è tenuto a Pisa il 4 dicembre dicembre 1983 e che rappresenta una delle pietre miliari nella storia della musica hardcore italiana.
Potrei raccontarvi che quella giornata segnò una svolta nella mia vita di adolescente, che pochi mesi prima aveva preso parte anche all’adunata Oi! di Certaldo, e che da quel giorno niente è più stato lo stesso per me.
Potrei raccontarvi che quel giorno lasciai un pezzo di cuore nell’abbazia di San Zeno, la chiesa sconsacrata di Pisa dove si tenne il concerto.
Oppure potrei raccontarvi che quello stesso giorno in quella stessa chiesa lasciai nel pogo anche un pezzo di lingua, causa uno zompo del mio brother in arm (nonché uomo copertina di questa ristampa) Stefano Cantini, quando partì un pezzo dei Raw Power.
Oppure potrei raccontarvi che quel giorno giocava il Pisa di Vinicio contro l’Ascoli di Mazzone, che a quel tempo la politica in curva era molto importante, e che da Ascoli venivano i destri, ma ciononostante anziché sui gradoni della curva mi presentai a San Zeno (per inciso il Pisa perse uno a zero).
Potrei raccontarvi che al concerto parteciparono 11 band toscane ed una emiliana, i Raw Power, che con la Toscana erano legatissimi, e quel pomeriggio fecero uno show indimenticabile e spaccarono letteralmente.
Potrei raccontarvi che purtroppo solo i Raw Power non sono presenti in questo doppio CD che ripropone i live di quel giorno, perché sembra che la loro attuale etichetta discografica non abbia acconsentito alla pubblicazione.
Potrei dirvi che le cassette di quel concerto se le portò in USA poco dopo Antonio Cecchi (al tempo bassista, e poi chitarrista dei CCM), e che di quelle cassette si innamorò Chris Chacon di Bad Compilation/Borderless Countries Tapes (BCT per gli amici), che le pubblicò, invaghendosi anche dell’Italia, e contribuì a far conoscere al mondo l’hardcore made in Italy.
Potrei raccontarvi che proprio Chris ha scritto le note di copertina di questa riedizione, che vi consiglio di leggere attentamente per capire l’entusiasmo che generò (e tutt’ora genera) questa raccolta.
Potrei dire che i Brontosauri e la loro “Capsius Cabanis (Berlino Fuck Off)” anche se un po’ primitivi inchiodavano comunque.
Potrei raccontarvi che suonarono gli A’ufschlag, che io conoscevo fino a quella sera come Ossessione, che mi piacquero parecchio soprattutto per la loro “Wojtila Fottiti” che avremmo potuto cantare sugli spalti alo stadio.
Potrei ricordare a tutti come gli Juggernaut fossero uno dei migliori gruppi del Granducato Hardcore, meglio conosciuto come GDHC, il nascente movimento Toscano che avrebbe contrassegnato la storia seguente dell’HC del belpaese.
Potrei raccontarvi che anche Grosseto era presente sulla mappa del GDHC con gli Stato Di Polizia, un gruppo attivissimo, e che i livornesi Traumatic proposero una grande versione della loro classica “No Way To Be”.
Potrei aggiungere che quella sera suonarono anche i Dements da Viareggio, un combo dalla durata effimera di cui francamente in questi anni mi ero dimenticato, che mi sorprendono piacevolmente con la loro No Wave alla newyorkese.
Potrei dire che il GDHC rappresentò una esperienza praticamente unica in Italia, e che già quel giorno a San Zeno la qualità sonora era decisamente buona, come lo fu negli anni a seguire quella dei concerti al Victor Charlie di Pisa, dove si provò a fare le cose ni modo professionale, senza fare usare ai batteristi “i fustini del Dixan” (cit. Stefano Bettini, I Refuse It) come avveniva altrove.
Potrei raccontarvi di quanto erano avanti proprio i fiorentini I Refuse It, capaci di inserire le tastiere in modo egregio nel loro Hardcore frenetico (ed ascoltando “Chocu Umeret” potrete forse immaginarvi che pogo potessero scatenare sotto il palco (anche se a dire il vero quel giorno un palco non c’era, ma nessuno se ne rese conto)
Potrei dire che anche i fiorentini Juggernaut avrebbero meritato maggiori successi, così come i Putrid Fever, una delle mie bands preferite del tempo con il loro accaci molto americano che avrebbe fatto invidia a molte formazioni blasonate di oltreoceano.
Potrei aggiungere che in mezzo a questo oceano hardcore suonarono anche gli Useless Boys, formazione garage psichedelica Pisana della quale anni dopo, quando ebbi modo di conoscerlo a San Francisco, Jello Biafra mi chiese subito informazioni spiegandomi che gli piacevano tantissimo.
Potrei aggiungere che i Cheetah Chrome Motherfuckers quella sera fecero uno degli show più travolgenti della loro straordinaria storia, anche a detta dei membri del gruppo. Un concerto che lasciò tutti senza fiato, come si può capire riascoltandolo in questi CD. Francamente non ricordo se furono gli ultimi a suonare. Certamente se qualcuno suonò dopo di loro, si trovò di fronte un pubblico stremato da un gig come questo.
Potrei aggiungere che suonarono benissimo anche i Wardogs, la band lucchese della quale il buon Syd (cantante dei CCM) diceva che “iniziavano dove finivano i CCM” da tanto erano potenti, soprattutto on stage.
Potrei anche raccontarvi di come anche stavolta il buon Ovi Sportelli abbia fatto un lavoro egregio rimasterizzando benissimo le registrazioni di quella giornata, e di come i ragazzi di Area Pirata abbiano realizzato un doppio CD dalla grafica eccelsa.
Insomma, ormai lo avete capito, a proposito del Last White Christmas potrei raccontarvi un sacco di cose, ma quello che conta davvero è che consiglio a tutti di avere questo doppio cd nella propria collezione, in primis perché riporta alla luce un pezzo di storia che per troppo tempo è rimasto in mano dei soli collezionisti, e poi perché ricorda un concerto indimenticabile, di cui non a caso si parla ancora dopo quasi 40 anni.

Voto: 5/5
Riki Signorini – Ribelli a Vita Blog 07/06/2020

 

Quando si recensisce un disco come “Last white X-Mas”, il doppio cd pubblicato da Area Pirata che cattura il concerto del 4 dicembre 1983 a Pisa in cui hanno suonato alcuni pesi massimi dell’hardcore italiano degli anni Ottanta (quasi tutti del Granducato Hc a parte i Raw Power), si rischia di parlare molto più della portata storica dell’evento, che dei contenuti dell’album. Anche perché questo raduno, al di là dell’aspetto musicale, rappresenta uno dei punti cardine di una storia bellissima e incandescente come quella dell’hardcore italiano e in particolare della scena Toscana. Un avamposto controculturale, che andava sotto il nome del già citato Granducato Hc, all’interno del quale sono fioriti gruppi meravigliosi, sono state date alle stampe fanzine pazzesche e organizzati concerti da capogiro. Insomma un minimo di contestualizzazione è inevitabile. Ma poi bisogna parlare della musica. Anche perché Alessandro Sportelli, che 36 anni fa aveva registrato il concerto e lo aveva affidato allo statunitense Chirs BCT affinché lo pubblicasse in due cassette con la sua etichetta indipendente, ha interamente rimasterizzato i nastri originali. E il risultato ha dell’incredibile. Il suono dei 71 (avete letto bene, 71!) pezzi contenuti in questi due cd è pazzesco. Ruvido e sporco, certo, ma al tempo stesso nitido e pieno di calore. Eppure stiamo parlando di band hardcore punk di quasi 40 anni fa, equipaggiate con strumenti scadenti, dotate quasi tutte di una tecnica elementare e registrate in presa diretta da un gruppo di ventenni. Quel giorno, però, Brontosauri, Jaggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, Wardogs, A’ufchlang, Cheetah Chrome Moterfuckers (CCM), I Refuse It! e Traumatic (i pezzi dei Raw Power non compaiono nel cd per un questione di diritti) dovevano trovarsi in un vero e proprio stato di grazia.
Quella del Granducato era una delle scene più “americane” dell’hardcore italiano. Infatti molte band toscane cantavano in inglese – cosa gravissima all’epoca, sopratutto per le frange anarcho-punk vicine ai Crass – e amavano sperimentare nuove soluzioni musicali, rispetto al classico canone hc. Gruppi come gli I Refuse It! – nome in inglese ma testi in italiano – erano delle vere e proprie mosche bianche all’interno della scena. I loro testi erano claustrofobici, citavano film d’essai ed esprimevano una poetica unica, a tratti esistenzialista. Anche i CCM rappresentavano un mondo a parte. A volte erano stroppo ostici persino per chi ascoltava solo hardcore. Il loro suono abrasivo e violentissimo, accompagnato dalle performance massacranti del cantante Syd, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’hc (non solo italiano). E poi c’erano i Putrid Fever, una delle band più legate al suono statunitense e tra i miei preferiti del Granducato, grazie a un approccio totalmente nichilista (e quindi molto punk), filtrato attraverso la lente massiccia dell’hc. Ecco, volevo parlare del disco e sono finito a disquisire dei massimi sistemi. Ma in fondo lo sapevo che non sarebbe stato facile scrivere lucidamente di questo doppio cd. Quindi mi avvio alla conclusione dicendo che, tra le band meno blasonate presenti in “Last white X-Mas”, quelle che mi hanno colpito di più sono gli Stato di Polizia, dissonanti al limite del noise pur con qualche breve sprazzo di melodia e gli A’fschlag, che non avevo mai sentito prima, con la loro disperazione sparata a mille all’ora, come un missile terra-aria.
In definitiva: mettendo per un attimo da parte l’enorme valore storico di questa raccolta – un’operazione meritoria che mi ricorda un altro ottimo doppio cd uscito recentemente: “Rock & metropoli”, il disco compilato da Stefano Gilardino e Luca Frazzi che fotografa il concerto del 23 novembre 1979 al Palalido di Milano, uno dei battesimi ufficiali della prima scena punk italiana – “Last white X-Mas” è una vera e propria leccornia, per tutti coloro che amano il suono feroce e brutale dell’hc italiano degli anni Ottanta. Se avete tra le mani uno degli album (o singoli) usciti all’epoca, ma anche una delle tante ristampe pubblicate negli ultimi 20 anni, noterete che la qualità sonora di questo cd targato Area Pirata non di discosta molto da quelle produzioni. Se poi qualcuno nutrisse ancora dei dubbi sulla bellezza di questo “oggetto” vi dico solo che il ricco libretto interno, oltre ad alcune note interessanti sul concerto (con testi in inglese di Chirs BCT e di alcune delle band presenti), raccoglie anche una serie di splendide fotografie in bianco e nero dell’evento. Un disco monumentale.

Diego Curcio – Huskercore blog 09/06/2020

Ci sono dischi che vanno molto aldilà del loro valore intrinseco e questo è senza dubbio uno di questi.

Sono istantanee di un momento indimenticabile non solo per i fortunati – e non sapete quanto mi dispiaccia essere stato appena un tredicenne e non averlo vissuto in prima persona – che vi hanno partecipato.

I 71 pezzi di questo doppio cd sono la testimonianza di una serata organizzata in quel di Pisa da quella che fu l’irripetibile esperienza umana e non solo musicale del Granducato Hardcore.

Chi c’era stava vivendo, con molte probabilità inconsapevolmente, un evento che non dimenticherà mai in un mare di sudore e gioia che varrà quanto la prima volta che si è fatto l’amore o ad un gol che vale un campionato.

Il tutto è ben sintetizzato nella copertina di questa raccolta. Che la registrazione non sia perfetta, nonostante l’ottimo lavoro compiuto in sede di rimasterizzazione, non è assolutamente un male anzi rende nella maniera più veritiera possibile il clima profondamente caotico che si respirava in quelle ore convulse ed elettrizzanti.

Che il punk, o l’hardcore se più vi aggrada, per me è sempre stata più una questione di attitudine che di suono, sarebbe diventato storia in pochi potevano prevederlo ma nel 2020 è un dato di fatto e non ha nulla di sterilmente reducistico. Nessuna retorica sul quanto eravamo belli ma anzi lo splendore eterno di chi ha reso diversa e migliore la propria vita grazie ad un fenomeno aggregativo che non dimenticherà fino alla fine dei propri giorni.

Se siamo diventati grandi senza annegare nel grigiore della massa ma sapendoci inserire, senza essere cannibalizzati , in una società che spesso ci ha respinti dobbiamo dire grazie a questo tipo di esperienza umane, perché chi è ancora fra noi ha acquistato una consapevolezza senza la quale sarebbe stato difficile sopravvivere in questa società massificata.

Last White X-Mas è un disco che tutte le persone interessate alla controcultura dovrebbero possedere, a prescindere da quali possano essere i loro ascolti.

Luca Calcagno – InYourEyes ‘zine 11/06/2020

Il 4 Dicembre 1983 il mondo esplode.
Letteralmente.
Almeno nell’universo Hardcore Punk.
Quel giorno il Gran Ducato Hard Core (GDHC), leggendaria crew DIY toscana, organizza un concerto “punk” – o meglio un raduno per come poi si concretizza – dove alcune band del panorama italiano convergono per dare vita – inconsapevolmente – a un evento diventato poi epico negli annali hardcore, sottocultura che tra il 1980 e il 1986 conosce il suo massimo fulgore.
Tutto accade all’interno della chiesa sconsacrata di San Zeno a Pisa (di proprietà del comune che la dà in concessione) nel giorno di Santa Barbara, con il chiaro intento di accendere i riflettori sulla nascente scena alternativa toscana. Inizialmente in cartellone compaiono solo i nomi di 11 band autoctone ai quali, in seguito, vengono aggiunti quelli di 2 ospiti di rilievo: i Fall Out di La Spezia (mai arrivati in città) e i Raw Power di Poviglio (“You Are The Victim” esce quell’anno) cui spetta l’onore/onere dell’apertura.
L’unica testimonianza di quel pomeriggio infinito sono le 6 ore di registrazioni – un semplice mangianastri collegato al mixer – che per tutta una serie di incredibili incroci sbarcano a San Diego dove la BCT (label DIY locale), attraverso un pesante lavoro di rimaneggiamento, le pubblica nel 1984 sotto forma di 2 cassette.
Da quel preciso istante l’hardcore italiano “esiste” e muta da fenomeno provinciale a pregiata merce da esportazione. Il resto è storia.
“Last White X-Mas”, nella sua complicata evoluzione, scompare dai radar per i 3 lustri successivi per riaffacciarsi sul mercato solo nel 2000, anno in cui la BCT stessa ristampa le cassette in un’edizione limitata su cd che ha come valore aggiunto una tracklist più sostanziosa.
Occorre infine un ultimo, lunghissimo, balzo spazio/temporale al 1° giugno 2020 – causa gestazione del progetto più slittamento per Lockdown dell’originaria uscita a marzo – perchè Area Pirata (Pisa uber alles) renda nuovamente disponibile questo sanguigno – quanto seminale – testamento di un’Italia che se la giocava alla pari con il resto del mondo.
Questa volta sono 71 le tracce di furia inaudita e splendida ingenuità ricavate dai nastri restaurati e rimasterizzati da Alessandro Sportelli – colui che ha contribuito ad immortalarle quel 4 dicembre – e schiantate in un pack che restituisce piena dignità al mito: un doppio cd in 1000 copie arricchito dal bel booklet di 36 pagine pieno zeppo di foto e testimonianze di prima mano.
I live di CCM, I Refuse It, Useless Boys, Putrid Fever, Brontosauri, Juggernaut, Stato Di Polizia, Dements, War Dogs, Aufschlag e Traumatic risplendono di nuova vita, pronti a sfidare una platea più ampia dei 200 dropout allora inconsapevoli protagonisti di un episodio memorabile.
Un unico neo allontana dal 10 pieno questa ristampa magistralmente orchestrata: l’inevitabile, doloroso, stralcio dell’esibizione dei Raw Power – per una non meglio definita questione di diritti – che secondo affidabili insider verrà probabilmente recuperata nella prossima edizione.
Oggi più che mai “la costa ovest si scatena” e l’anima torna a pulsare di rumore imprescindibile.

Davide Monteverdi – Razzputin Crew Milano 09/06/2020

 

Area Pirata non è nuova ad operazioni di recupero di musica dal passato, alla quale ha restituito nuova vita e il ruolo che le spetta. Per questo motivo non si può non sottolineare l’importanza di un’uscita come Last White X-Mas, doppio CD in una bellissima edizione contenente anche documenti d’epoca, che molti presenti in quella stagione musicale – parliamo del periodo fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, con la nascita della scena hardcore punk: tanto per ricordare che, negli anni ’80, non c’era solo la New Wave! – hanno rintracciato per impreziosirla ulteriormente. Questa versione di Last White X-Mas ne segue altre due – la prima, in verità, risalente al 1983, incompleta e in cassetta – ma possiamo dire che è quella definitiva: settantuno brani, undici band dell’area toscana, tutte facenti capo al cosiddetto Granducato Hardcore (GDHC), in un ‘festival’ underground organizzato in modo nel complesso soddisfacente per l’epoca, all’interno dell’abbazia di San Zeno, chiesa sconsacrata di Pisa utilizzata solo per qualche evento pubblico. Il 4 dicembre 1983, un numero considerevole di giovani da molte zone d’Italia si riversarono nella cittadina sonnolenta inondandola di cultura underground e dando vita a una manifestazione che tanti non hanno più dimenticato: questa è storia, passata forse sotto silenzio ma più significativa di altre, narrate da voci ufficiali. Una storia che, nel segnalare la compilation, vogliamo provare a riassumere per quelli che l’hanno vissuta e per quelli che ne hanno soltanto sentito parlare. L’edizione pubblicata da Area Pirata è il frutto di un lavoro certosino sulla base di materiale sonoro originale rimasterizzato, senza snaturarne lo spirito, da Alessandro Sportelli che si occupò, allora, della registrazione; il booklet è ricchissimo e contiene anche un’imperdibile presentazione di Chris Chacon dell’etichetta americana BCT.

Ma tornando alla memorabile rassegna pisana, essa si svolse, come si accennava, il giorno di Santa Barbara, nel 1983. Delle dodici band che suonarono (solo undici, però, riprodotte nella compilation, in quanto l’attuale etichetta degli emiliani Raw Power, invitati allora poichè molto vicini alla scena toscana, ha sollevato, in questa circostanza, problemi di diritti) alcune sono in seguito sparite mentre altre hanno continuato ad essere attive in varie forme. Fra quelli che finirono troppo presto, per esempio, vi furono i lucchesi Brontosauri, gruppo estremo decisamente caotico, affine all’altro progetto lucchese, i Wardogs, anch’essi qui ampiamente rappresentati, che, se possibile, li battevano in aggressività e ‘crudeltà’ sonora, animati com’erano da posizioni politiche radicali. La carriera dei fiorentini Juggernaut durò qualche anno e se l’esibizione di Pisa fu tra le loro prime, ce ne furono ancora e vi fu anche un disco ufficiale pubblicato dalla Spittle. Non molti si ricorderanno degli Stato Di Polizia di Grosseto, autori di un ‘classico’ del genere come “Uccidi tuo Fratello”, qui ascoltabile al No.11, anche se alcuni della nostra età potrebbero averli in seguito sentiti al celebre locale Victor Charlie di Pisa mentre dei membri dei Putrid Fever, qui rappresentati da ben sette brani, qualcuno riuscì persino ad emigrare da Firenze in America. Se poi una band come i Dements da Viareggio non fece parlare di sè più di tanto, nonostante la sua proposta non fosse affatto banale, giacchè fu tra le poche a usare il sax nell’hard core punk, gli Useless Boys, forse un po’ fuori posto in questa compagnia, furono una ‘culla’ di celebrità in quanto vi fecero parte personaggi come Maurizio Curadi, Daniele Caputo e Alessandro Ansani, succesivamente ben noti al pubblico del garage/psichedelia. Degni di menzione gli Auf’schlag di Viareggio, anch’essi estremi e politicizzati – un brano intitolato “Wojtila Vattene”, presente al No.36 della compilation, la dice lunga sull’ideologia dei nostri! – mentre sui Cheetah Chrome Motherfuckers poco si può raccontare che non sia già stato detto – troverete, su queste pagine, anche la recensione di The Furious Era 1979-1987, una loro raccolta uscita anni fa sempre per Area Pirata – e, a quanto riportano molti che erano fra il pubblico, in quell’occasione furono totalmente travolgenti. Infine, non trascuriamo di citare i fiorentini I Refuse It, che introdussero, sì, le tastiere ma certo non per ‘ammorbidire’ il loro sound e, comunque, furono autori di uno dei pochi pezzi ‘canticchiabili’ del lotto, “Chocu Umeret” (al No.64!) e i Traumatic di Livorno, scatenatissimi quel giorno e noti per la loro intensa attività live in Toscana e anche all’estero, che degenerava spesso in risse e parapiglia di ogni tipo.

In conclusione, Last White X-Mas è una compilation di grande interesse e curata in modo impeccabile: non destinata a chiunque, è però imperdibile per chi si occupa di musica e per gli esperti del genere. Ad alcuni – ne siamo certi – provocherà commozione e rimpianto…

Franca Santoro Mrs. Lovett – Ver Sacrum 16/06/2020

 

Hardcore punk 1983: Last White X-Mas.

Nella storia della musica ci sono eventi la cui importanza travalica la musica stessa, momenti che restano impressi nell’immaginario non solo di chi vi ha preso parte, ma anche di chi ad essi si è poi ispirato. Non stiamo certo parlando di Woodstock o Altamont, i numeri sono ovviamente non paragonabili, ma la kermesse musicale Last White X-Mas che si svolse a Pisa il 4 dicembre 1983 ha rappresentato per la scena punk-hardcore italiana e non solo uno straordinario punto di partenza.

Da questo momento l’hc toscano, raccolto nella sigla GDHC, acronimo di Granducato Hardcore, ha iniziato a volare, a farsi conoscere in Italia e all’estero, molte band faranno faticosi e avventurosi tour in Europa e Oltreoceano, si creerà un circuito totalmente indipendente e autogestito di etichette, fanzine, centri sociali e locali che consentiranno alle band di suonare e vendere i loro dischi, perlopiù singoli e 7 pollici rigidamente autoprodotti

Una bella presentazione ricca di ricordi

Le registrazioni di questo concerto, cui parteciparono 12 band, ma i Raw Power non sono presenti per questione di diritti, furono pubblicate in due cassette dall’americana BCT e ora rese di nuovo disponibili grazie ad Area Pirata e soprattutto al lavoro di Alessandro Sportelli che aveva registrato a suo tempo e che ora ne ha curato la rimasterizzazione con buonissimi risultati. Il concerto si svolse nella suggestiva chiesa sconsacrata di San Zeno, fino agli anni ’90 uno dei luoghi musicali della città, ora possiamo riviverlo grazie a questo doppio cd, anche per chi come me, pur avendolo a poche centinaia di metri da casa sua, se lo lasciò sfuggire. Il cd è corredato da un ricco booklet con testimonianze e numerose foto dell’evento.

Last White X-Mas con il punk del Granducato Hardcore

Aprono le danze le trucide e brevissime fiammate dei Brontosauri, il violento e radicale hc dei fiorentini Juggernaut, pregevole la tesa X002, seguono i grossetani Stato di Polizia, uno schiaffo perentorio al perbenismo, insieme a I Refuse It! e A’ufschlag gli unici a cantare in italiano. I Putrid Fever spiccano sia per la qualità dei riff chitarristici che per una voce più vicina al punk che a quella squarciata e urlata dell’hc, notevole la loro Songs from War. Avrebbero meritato maggior fortuna i viareggini Dements, a me del tutto ignoti, che si fanno notare per l’originalità degli arrangiamenti con la presenza del sax.
Si distaccano dal genere gli Useless Boys , dalle cui ceneri sarebbero nati i Liars e i Birdmen of Alcatraz , con una psichedelia dalle forti influenze garage e  blues. Gronda rabbia e disperazione l’hc dei War Dogs . Chiude il primo cd il set degli A’ufschlag, caratterizzati dall’estrema velocità del canto del frontman che accoppiata alla brevità e al suono ruvido e immediato immaginiamo abbia contribuito a far salire la tensione e il pogare del pubblico. Ascoltate In carcere o Woytila Vattene per farvi un’idea.

Non potevano mancare Cheetah Chrome Motherfuckers e I Refuse It

Tre set nel secondo cd: i pisani Cheetah Chrome Motherfuckers, i fiorentini I Refuse It e i livornesi Traumatic.
E fin dalla prima traccia si è investiti dalla furia dell’hardcore-punk dei CCM, ma è la voce terribilmente selvaggia e sguaiata di Syd, il loro frontman, che subito salta alle orecchie, e ci si può fare un’idea di quanto devastanti dovessero essere le loro performance e del perché la band avesse avuto un generale apprezzamento, sia in Europa che negli Stati Uniti. Diciotto tracce, solo una superiore ai due minuti, testi in inglese dal forte impatto politico, una radicalità estrema senza alcuna concessione al conformismo né alcun desiderio di compiacere il pubblico.
Non meno forte l’impatto degli I Refuse It! Testi in italiano cantati con rabbia e angoscia e una strumentazione che presenta, caso davvero raro nell’hardcore, le tastiere, i testi posseggono inoltre anche una dose di violento sarcasmo, per esempio in Mira il tuo Popolo, che li rendono ancora oggi godibili e interessanti. Chiudono i Traumatic il cui hc è temperato da una ritmica vicina al rock’n’roll.

Ignazio Gulotta – TomTomRock 25/06/2020

 

Il Granducato Hardcore (per gli amici GDHC) è stata una realtà italiana importante per il Punk Hc degli anni ’80 in Italia. Questa ristampa è un documento storico prezioso poiché rende testimonianza del concerto del 4 Dicembre 1983 presso la chiesa sconsacrata di San Zeno, a Pisa. Sono assenti dalla scaletta solo i Raw Power, per motivi di diritti. Per il resto, sfilano 11 Hardcore bands toscane, in ordine di apparizione: Brontosauri, Juggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, War Dogs, A’ufschlag, Cheetah Chrome Motherfuckers, I Refuse It!, Traumatic. Il primo a stampare la registrazione del concerto fu Chris BCT con la sua piccola etichetta, la Bad Compilation Tapes (uscì appunto solo in cassetta). Chris rimase entusiasta dell’energia e la furia di questi brani e decise di produrre il lavoro a sue spese. Dopo 35 anni, questo Natale hardcore esce finalmente in doppio formato cd, interamente rimasterizzato da Alessandro Sportelli (lo stesso che lo aveva registrato all’epoca), completo di un booklet di 36 pagine con foto inedite e interviste ai protagonisti. Che dire della musica: se vi piace l’HC italiano anni ’80 (genere che, ricordiamolo, ha fatto scuola in tutto il mondo, rivaleggiando con i ben più noti colleghi statunitensi) questo è pane per i vostri denti marci. Da queste parti abbiamo preferenze per la violenza controllata dei Putrid Fever, per il situazionismo degli I Refuse It! E per i meno allineati del lotto (gli strepitosi Useless Boys e i Traumatic). Ma dentro ci troverete i ben più noti e ultra furiosi CCM (Cheetah Chrome Motherfuckers, con una set list di 18 brani) e tanti altri. Per cui, fatevi sotto.

Denis Prinzio – Impatto Sonoro 25/06/2020

 

Ogni genere o scena più o meno locale ha un suo live di riferimento, un evento che riesce a condensare e fotografare il “qui e ora”. Non sempre questo momento ha la fortuna di essere tramandato ai posteri se non tramite racconti, report postumi e spesso alterati dalla nostalgia e dal passare del tempo. In alcuni rari casi accade però che esistano registrazioni e che le stesse finiscano nelle mani di etichette di appassionati in grado di comprendere il loro valore e ciò che rappresentano. Ovviamente, tanto più piccola e indipendente è la situazione di cui si parla, nonché la sua scena di riferimento, tanto più difficile diventa che qualcuno si prenda la briga di ottenere una registrazione completa (e decente) e che qualcun altro decida di renderla pubblica su una tape come nel caso del The Last White Christmas, tenutosi presso la chiesa sconsacrata di San Zeno il 4 dicembre 1983, poche settimane dopo lo sgombero del mitico Victor Charlie. Fortuna vuole che Alessandro Sportelli al tempo avesse deciso di immortalarlo su doppio nastro, che Antonio Cecchi dei C.C.M. lo avesse portato con sé nel suo viaggio negli USA e che fosse in contatto con Chris della BCT, che lo avrebbe utilizzato per realizzare ben due uscite delle sue compilation, per la precisione la numero sei e la numero sette.

Ricapitolando, nel 1983 a Pisa si tiene un concerto che richiama l’intera scena del Granducato HC: Brontosauri, Juggernaut, Stato Di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, War Dogs, Auf’Schlag, C.C.M., I Refuse It!, Traumatic, più gli ospiti e amici Raw Power (non presenti su questa ristampa in doppio cd per motivi a noi non noti); questo concerto, oltre a rappresentare una fedele testimonianza di un preciso momento storico e di una scena locale rimasta per sempre nella leggenda non solo in Italia, trova casa presso una label americana che lo fa girare su tape così da far conoscere negli States i nomi di quelle band e dare il la a una serie di contatti e amicizie che avrebbero in seguito portato al tour oltre-oceano dei C.C.M.. Chiaro il perché, nell’ambito della sua opera filologica dedicata alla scena toscana e in particolare al G.D.H.C., l’etichetta Area Pirata abbia deciso di pubblicare su supporto digitale questo live che lo stesso Sportelli ha provveduto a rimasterizzare e che oggi contiene ben settantuno brani oltre ad un “ciccissimo” booklet con presentazione a cura dei protagonisti, tra cui i già citati Cecchi e Chris di B.C.T., informazioni sulle band presenti, foto e quant’altro serva a contestualizzare e rendere interessante questa uscita anche per chi al tempo non era presente e magari ha sentito parlare di questa giornata memorabile solo tramite qualche amico più grande o leggendone su qualche libro o ‘zine. Del resto, sempre su Area Pirata sono uscite anche le due compilation Urla Dal Granducato Vol. 1 e 2 e, più di recente, la raccolta definitiva dei C.C.M. The Furious Era 1979-1987, oltre al libro di Antonio Cecchi, No More Pain, quindi questa uscita sembra perfetta per continuare con la testimonianza di un periodo in cui quella band e quelle sonorità sono riuscite ad infiammare gli amanti dell’hardcore in ogni angolo del Pianeta. Non credo serva aggiungere altro, se non che la cura e la passione con cui l’operazione è stata portata a termine giustificano appieno la decisione di rendere nuovamente disponibile questo leggendario live e ripagano del tempo atteso per averlo tra le mani.

Michele Giorgi – The New Noise 14/07/2020

4 dicembre 1983 il punx derivativo stava giocando con il passato, mostrando divergenze e nuove intuizioni pronte a disegnare innovativi stratagemmi narrativi di stampo HC. Ed è proprio dall’ elitario mondo hardcore che riparte Area Pirata, attraverso la pubblicazione di un doppio disco sporco e violento. Una lunga cavalcata ( 71 tracce) in cui trovano posto le polveri di un passato reale, definito dalla forma evocativa del Gran Ducato HC, in cui hanno combattuto Punk Band rimaste nella memoria di chi ha vissuto quel periodo o che, più semplicemente, avrebbe voluto viverlo.

Uno storico documento, in cui i graffi del tempo impreziosiscono la qualità socio-emozionale di performance perdute, dal sapore DIY, che emerge con prepotenza da una struttura acustica straordinariamente discutibile, perfetta per rinverdire le sensazioni di quel periodo.

L’album, raccontato da un magnifico booklet ricchissimo di foto e parole, mostra quel lontano bianco e nero attraverso le dissonanze dei Brontosauri, i pattern ragionati dei Juggernaut e la follia intelligibile degli Stato di polizia che, con la loro “Uccidi tuo fratello” mostrano il sentiero alla mitologica arte dei Putrid Fever pronti a disegnare gli impulsi dinamici di Motorhead, Reality and Naked real gun, segnando i primi passi di un lungo viaggio. Un viaggio reso spigoloso e fuorviante dalle acuminate note rotteriane dei Dements e dalle sonorità inattese degli Useless Boys che, con la loro I don’t need your love deformano strutture fifty dal sapore acuto.

Se poi in chiusura del disco uno scorgiamo le distorsioni inquiete dei War dogs, vi ritroverete ben presto a scolpire il vostro animo con la durezza degli A’ufshlag e C.C.M. per poi ritrovarmi nelle strutture ardite dei I refused it! sai quali fuoriesce isterismo minimale e antisociale (Noi vi odiamo), che ci getta nel calderone finale dei Traumatic, trainati dalla loro rude No police No army ideale per configurare un sentiero verso il vero e proprio inno negazionista: I don’t mind.

Dunque, se avete dentro di voi l’hardcore e se non siete puristi del suono (…se siete arrivati a leggere fin qui… di certo non lo siete) questo è il vostro mondo!

Loris Gualdi – Music on TNT 30/07/2020

Last White Christmas, storia del concerto che ha cambiato l’hardcore italiano

Nel dicembre 1983 un pezzo di punk del nostro Paese si è riunito in una chiesa sconsacrata di Pisa per un concerto che avrebbe cambiato la storia della scena. Abbiamo chiesto a chi c’era di raccontarci com’è andata

Pisa, 4 dicembre 1983. Il giorno di Santa Barbara, patrona dei depositi di armi e munizioni. Quel giorno si tiene il Last White Christmas, un concerto/raduno/evento destinato a segnare la storia dell’hardcore punk made in Italy e a rappresentare una sorta di prologo alla nascita di un luogo di culto per la scena come il Victor Charlie di Pisa, un locale dove nello spazio di poco tempo si esibiranno importanti gruppi nostrani e non, dando vita a una sorta di leggenda hardcore intoccabile.

Al Last White Christmas partecipano 12 formazioni italiane, 11 delle quali dell’area del Granducato Hardcore toscano: Brontosauri, Juggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, War Dogs, Auschlag, CCM, I Refuse It! e Traumatic. I “forestieri” ospiti dell’evento sono gli emiliani Raw Power, che a giugno avevano pubblicato il loro esordio, un nastro autoprodotto con 19 pezzi killer. In cartellone sono indicati anche i Fall Out di La Spezia, ma non riescono a presentarsi.

Pochi mesi dopo, l’etichetta statunitense BCT pubblica in due volumi le registrazioni del concerto. Si tratta di due cassette epocali che contribuiscono a diffondere il verbo dell’hardcore italiano nel mondo e in particolare negli USA, che da lì a poco vedranno l’arrivo di band come Raw Power, CCM e Crash Box che si avventurano in tour. Ora, a decenni di distanza, la label italianissima Area Pirata ha recuperato i nastri originali per ristampare una versione restaurata e rimasterizzata su doppio CD (mancano i Raw Power per questioni di diritti, ma si confida in una seconda stampa per ovviare all’inconveniente).

Incuriositi dalla storia di questo concerto simbolico per la scena hardcore punk italiana, abbiamo raccolto la testimonianza di Antonio Cecchi (bassista e poi chitarrista dei CCM), Massimo Bianchini (batterista dei Dements e organizzatore dell’evento commemorativo LWC35, tenuto a Pisa a dicembre del 2018, con mostra i poster, musica live e dibattito) e Alessandro Favilli (bassista degli I Refuse It e poi della seconda formazione dei CCM, nonché co-fondatore di Wide Records). Ecco, dunque, la vera storia del Last White Christmas.

La location: San Zeno, hardcore e punk in chiesa

Antonio Cecchi: San Zeno allora era – ed è ancora – di proprietà del comune di Pisa. Adesso viene noleggiata per cerimonie tipo matrimoni e cose del genere, ma all’epoca veniva adibita a concerti e attività culturali. Hai visto Il piccolo diavolo? Hai presente la scena del modello Giuditta? È girata lì. Ci ho visto Claudio Lolli, Alan Sorrenti… era un posto del comune che veniva affittato per i concerti.

Massimo Bianchini: Era una chiesa, per la precisione un’abbazia benedettina. Un luogo di culto che conservava e conserva ancora dall’anno 1000 la sua natura a dispetto di qualsiasi atto di sconsacrazione. Fu fatta la domanda al comune, rispettando le regole stabilite, per ottenere la concessione del posto per il concerto. Ci lasciarono fare. All’epoca, nel 1983, c’era un problema unico, ma molto grande: l’antiterrorismo. La preoccupazione fondamentale era quella e sembra che, in tutte quelle situazioni che potevano in qualche modo portare a una manifestazione politica, ci fossero infiltrazioni della Questura, dall’interno, lasciando volutamente libere le manifestazioni e le iniziative per poter più facilmente individuare chi fosse in qualche modo coinvolto.

Alessandro Favilli: Fai conto che ricordo che ci suonò Antonello Venditti, per farti un esempio… quindi non era un fortino, un Fort Apache o un’occupazione, ma uno spazio che veniva concesso dal comune per ospitare eventi di un certo tipo.

Cecchi: Fu tutto perfettamente legale e affittammo l’impianto da un amico che faceva il service. Questo ci consentì di avere un suono buono.

Bianchini: Entro un istante nel reame del non detto o del rimosso. Una cosa importante riguarda Syd (Migx, voce dei CCM, nda), con cui tanti hanno avuto rapporti complicati… perché il modello sociale in cui ci muovevamo non era diverso da qualsiasi altro: ci si scontrava, tutto lì. Io non so chi fece la domanda al comune, però alla base di tutto c’era Syd, come guida ideologica, e la forza lavoro erano tutte donne. Veramente: Betta, che era la storica fidanzata di Syd, e con lei Doda, Bettina, Cristina. Ti racconto un aneddoto: Bettina aveva una cooperativa di pulizie, insieme ad altre ragazze della scena. Andavano a fare le pulizie in diversi luoghi a Pisa e spesso lavoravano di notte: questa era un’ottima copertura per usare i telefoni degli uffici a cui avevano libero accesso e organizzare concerti e tour in Europa. Una puliva e due o tre telefonavano. Ed erano tutte donne.

Il pubblico: skin e punk da tutta Italia

Bianchini: Non è facile fare una stima precisa dei partecipanti al Last White Christmas, perché il pubblico c’è stato a ondate. Mi viene in mente un mio amico che prese il treno da Pistoia la mattina e poi però la sera, siccome era un bimbetto, tornò a casa alle 7. Dico un numero così, onestamente a braccio: mi sa che 200 persone sono girate.

Favilli: Ricordo che c’era anche mia madre. Le chiesi: “Come è stato il concerto?”. Lei rispose: “Sembrava una partita di rugby”. Di persone ce n’erano, era venuta anche gente da fuori… non so quantificarti un numero verosimile, comunque ce n’era di gente.

Cecchi: Ci saranno state 200 persone, che per l’epoca era un numero incredibile. Era pieno. Direi che c’era anche gente venuta da fuori, cioè non eravamo solamente noi della zona. C’erano tutte le realtà toscane perché il concetto alla base di tutto era dare la possibilità alle band della nostra area di mettersi in luce. Dunque in quel momento chiamammo tutte le principali band toscane in azione.

Bianchini: Il concerto durò parecchio. Dal pomeriggio, le 3 o le 4, fino a mezzanotte circa.

Le band: la costa ovest si scatena

Cecchi: Gli Useless Boys erano un po’ fuori contesto come sound. Pisa è una città piccola, loro erano dei ragazzi che facevano un genere totalmente diverso, ma ci frequentavamo e quando ci fu la possibilità si unirono alla manifestazione. Tra l’altro erano destinati a diventare una band illustre, visto che poi si sono trasformati nei Birdmen of Alcatraz (fra i maggiori esponenti della neopsichedelia italiana anni ’80, nda).

Favilli: La scena era abbastanza variegata. C’erano realtà anche molto diverse, come gli Useless Boys, che convivevano insieme. Poi per forza di cose emersero i gruppi che avevano un’attività più intensa. Per quel che posso ricordare, al Last White Christmas vennero veramente tutti o, almeno, tutti quelli che avevano un minimo di attività. Comunque il cartellone era una fotografia fedele della realtà di quel momento.

Cecchi: Una cosa buona della nostra scena era che, anche se siamo abbastanza litigiosi in Toscana, poi alla fine a Pisa non ci sono mai stati grossi attriti tra skin, punk e altri… non c’erano divisioni in quel momento, veramente. Ed era una cosa naturale. Non eravamo pacifisti, però alla fine guardavamo un po’ più al pratico, quindi la musica era importante: se suonavi bene ed eri una persona corretta, le cose andavano lisce. Pisa ora è completamente diversa, abbiamo la Lega, una cosa assurda, però al tempo eravamo tutti diversi, ci conoscevamo ed eravamo solidali tra noi. Quindi non è che se eri metallaro, per esempio, non potevi venire a vedere i concerti: non era affatto così. Non eravamo fricchettoni nel senso di peace and love, ma nemmeno divisi.

Bianchini: I Dements, dove suonavo la batteria, erano un gruppo parallelo dei membri di No Fun e Diatriba (dove militavo). Noi si aveva una particolarità: eravamo l’unico gruppo, nel 1983, che osava fare – magari male, con tanti malintesi – l’hardcore o l’oi con il sassofono. Con noi c’era uno che era già un grande vecchio della new wave, piuttosto che del punk italiano, il Raga: era il cantante dei No Fun, però poi con noi cercava altre strade.

Cecchi: I Raw Power erano gli unici che venivano da fuori (da Poviglio, provincia di Reggio Emilia, nda), ma con loro era nata un’amicizia fortissima fin da subito e quindi era naturale che fossero invitati a suonare.

Bianchini: Quando leggi “la costa ovest si scatena” – che era il sottotitolo del Last White Christmas – in realtà poi geograficamente si arrivava diretti a La Spezia. Dovevano venire a suonare anche i Fall Out, e infatti sono indicati nella locandina del concerto. Ma non ce la fecero perché uno di loro ebbe un incidente. Tra l’altro la cosa si è ripetuta 35 anni dopo: al LWC35, due anni fa, dovevano suonare loro, ma un componente del gruppo è cascato da un tetto, perché fa l’operaio. Non si è fatto niente di grave, ma non poteva venire a suonare. E ancora una volta non sono riusciti a esserci.

Il futuro: la nascita e la morte del Victor Charlie

Bianchini: Last White Christmas alla fine è comunque stato l’espressione di qualcosa che veniva prima: come tutte le cose, non è nato per generazione spontanea. Il Last White Christmas fu una specie di prova generale per dire: ok, che capacità abbiamo di organizzare concerti? E la nascita del Victor Charlie, poco dopo, fu conseguenza della morte della nonna di Bettina. Lei ebbe una prima esperienza di centri sociali nel 1978-79 a Zurigo, dove passò un anno. Poi tornò a Pisa e disse: “Ho visto una cosa ganza a Zurigo, facciamola anche noi”. Non subito, naturalmente, perché non c’erano le condizioni. Quando morì sua nonna, le lasciò dei soldi e lei decise di investirli in un circolo ARCI: era il Victor Charlie, che però ebbe vita breve. Dopo pochi mesi lo chiusero perché i vicini di casa cominciarono a raccogliere firme per eliminare questo pericoloso covo di delinquenti. Non è arrivato a un anno. Ricordo quando andai al Victor Charlie ed entrai: all’ingresso c’era scritto, con la bomboletta spray, il numero di un avvocato del Partito Radicale a cui telefonare se succedeva qualche casino. Perché era un posto nato col piede sbagliato e la strada era difficile. C’era sempre bisogno di un avvocato disponibile a intervenire.

Bettina: Eravamo pronti. Eravamo quasi tutti ragazzini dai 14 ai 23 anni, e non avremmo avuto ancora la forza di occupare. L’unica soluzione ci parve quella di prendere per il culo l’ARCI, dicendo una cosa e facendone un’altra. […] Gli abitanti del quartiere del nuovo spazio andarono nel panico e al primo concerto ci fu addirittura una raccolta di firme per non farci aprire. Era il luglio del 1984, e ufficialmente il circolo durò tre mesi appena. Poi si cominciò l’occupazione (Da Lumi di punk di Marco Philopat, Agenzia X, 2006).

La serata: gli incredibili set di War Dogs e Raw Power

Bianchini: Io e Trippa, batterista dei Brontosauri e mio amico d’infanzia, siamo arrivati al Last White Christmas entrambi senza le bacchette. Eravamo un po’… distratti, diciamo, ed emozionati. Allora che si fa? Si pensa che in un clima così, di grande concordia e orizzontalità, chiunque non veda l’ora di dartele. Mi sembra che le chiedemmo a un gruppo che aveva appena suonato e poi anche agli Useless Boys. Insomma alla fine, dopo molto peregrinare, rimediammo – non ricordo come – una bacchetta ciascuno. Solo che una era più lunga e una più corta, quindi abbiamo suonato con la difficoltà di avere due bacchette di lunghezza diversa.

Favilli: Dei concerti di quel giorno ricordo benissimo i War Dogs, che mi colpirono molto. Erano un gruppo particolare, nostri amici. Avevano un chitarrista pazzesco, un matto veramente, me li ricordo bene per questo. Suonava sempre con una pelliccia addosso, era un personaggione.

Cecchi: Quello di cui sono ultracerto, perché è stata una delle cose più belle a cui abbia mai assistito, è che i Raw Power iniziarono con la loro Power. Di loro non ricordo nemmeno il soundcheck (forse non lo fecero), ma ricordo che furono i primi, suonarono nel primo pomeriggio e attaccarono con questo pezzo che noi non avevamo mai sentito … loro sì che erano potenti. Poi avevano due chitarre, erano veramente forti. Fu proprio amore a prima vista, rimanemmo tutti di stucco. Dettero la carica a tutti. Con loro in formazione c’era Giuseppe Codeluppi, che è poi mancato prematuramente, e che in teoria all’epoca avrebbe dovuto poi venire a suonare con noi CCM.

BCT Tapes: il Last White Christmas va in America

Cecchi: Pochi giorni dopo il Last White Christmas partii per gli Stati Uniti. La mia idea malcelata era quella di andare a suonare là, per cui il mio fu un giro promozionale a tutti gli effetti. E comunque funzionava così: tu portavi qualcosa di italiano, andavi per esempio alla SST ( la label di Greg Ginn e dei Black Flag , nda), gli lasciavi il tuo materiale e loro ti davano delle cose in cambio. Loro facevano promozione sul serio: se gli dicevi “sono di una fanzine italiana”, ti rispondevano “allora recensisci questi”. Alla SST mi diedero 7-8 dischi, tutti preziosi tra l’altro. Poi Chris Chacon della BCT ( Borderless Countries Tapes alias Bad Compilation Tapes , nda) mi ospitò a casa sua a San Diego.

Bianchini: Chris ha avuto una vita veramente incredibile, ma ha anche questa passione smisurata per l’hardcore punk. Suo nonno è stato rivoluzionario insieme a Pancho Villa, da qualche parte c’è una foto in cui sono entrambi in posa. Il padre di Chris fece approvare in California, negli anni ’70, una legge importantissima per il sostegno linguistico ai ragazzi di lingua spagnola, perché creava una differenza di formazione scolastica enorme e quindi destinava questi giovani a un’inferiorità sociale perenne.

Cecchi: Chris aveva un’etichetta, produceva nastri, e gli feci ascoltare le cassette del Last White Christmas che mi ero portato dietro. Ne rimase entusiasta e decise di pubblicarle come uscite numero 6 e 7 della sua etichetta.

Andrea Valentini – Rolling Stones Italia 03/06/2020

 

“…Vado ai concerti dal 1970 e non c’è stato nessun altro evento come questo. E’ stato il più grande punk rock live di tutti i tempi (Non che sia una gara).
L’HC è esploso tra il 1980 e il 1986 circa. E’ ancora in circolazione, ma l’esplosione mondiale è avvenuta allora. Le band presenti in questo live sono tra le più importanti punk band italiane di inizio anni ’80. Questo concerto è un documento storico. E’ arte per le generazioni future. In questo concerto non ci sono state band mediocri, tutti fanno ottima musica. Alcuni dei gruppi migliori che abbia mai sentito! Lasciare che questo concerto scivoli nell’oblio sarebbe un crimine artistico perché non c’è mai stato niente di simile durante il periodo di massimo splendore dell’HC, tra il 1980 e il 1986, che conosca. Non è una registrazione perfetta. Penso che sia stato l’equivalente punk a Woodstock!!”

L’introduzione sopra riportata è di Chris BCT, il primo artefice a dare alle stampe le registrazioni in formato cassetta dello storico concerto tenutosi nel lontano 1983 a Pisa.
Il Granducato Hardcore, sulla scia di altri movimenti punk nati nel resto d’Italia, si era appena formato e bands toscane come Brontosauri, CCM (Cheetah Chrome Motherfuckers), Jaggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, Wardogs, Auf’schlang, I Refuse It e Traumatic si esibirono una dietro l’altra sul palco del Victor Charlie di Pisa per quello che può essere considerato il live-manifesto della scena punk-HC toscana.
Alessandro Sportelli, per tutti noi Ovi (già Westlink Studio, vera e propria mecca per il punk rock toscano e non solo) registrò il concerto del Victor Charlie e, insieme ai ragazzi della label Area Pirata Records, ha deciso di rimasterizzare il live dai nastri originali: idea mai così azzeccata.
La compilation è uscita lo scorso 1 giugno ed è disponibile sul sito dell’etichetta pisana in un cofanetto contenete 2 cd e 40 pezzi, oltreché foto inedite e interviste ai protagonisti.
Come detto precedentemente, non vi troverete davanti a una registrazione perfetta, ma è proprio l’imperfezione che vi trascinerà indietro nel tempo e, per i più fortunati, vi farà rivivere quei, a detta di chi li ha vissuti, gloriosi anni del punk toscano.
Tra tutte le band presenti nella compilation spiccano senz’altro i CCM, una delle realtà punk più apprezzate, non solo oltre i confini regionali, ma anche dall’altra parte del mondo al pari di vere e proprie leggende come Negazione, Raw Power e Indigesti.
Tengo a sottolineare però che non siamo di fronte a una compilation che ha il suo quid nell’evidenziare una band piuttosto che un’altra: ci troviamo di fronte a un cimelio della storia punk del nostro paese e, personalmente, non posso che ringraziare Ovi e Area Pirata Records per avermi trasportato in anni in cui il punk della mia regione veniva considerato tra i più influenti del Vecchio Continente.

Matteo Paganelli – Punkadeka 15/09/2020

 

GENERATION XMAS!

A landmark gig in international hardcore will be heard by a whole new generation of fans thanks to a new reissue of a seminal live album.

On 4 December 1983 eleven of Italy’s top hardcore bands – BRONTOSAURI, JUGGERNAUT (pictured), STATO DI POLIZIA, PUTRID FEVER, DEMENTS, USELESS BOYS, WARD DOGS, A’UFSCHLAG, CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS, I REFUSE IT! and TRAUMATIC – assembled at the deconsecrated church of San Zeno in Pisa, Tuscany for The Last White Christmas, organised by GDHC (Gran Ducato Hard Core), that has since gone down in the annals of HC history.

The gig was recorded via a cassette deck wired directly to the mixing desk by sound engineer Alessandro Sportelli, and issued the following year on two cassettes – one C90, one C60 – by San Diego label Bad Compilation Tapes. Copies of both tapes now change hands for absurd money.

The recordings, completely remastered by Sportelli, are now being made available once again as a brain-frying 71-track double CD Last White X-Mas through top Italian punk label Area Pirata.

“I’ve been goin’ to gigs since 1970 and there is none other like this,” says Bad Compilation Tapes founder Chris BCT. “IT WAS THE GREATEST RECORDED PUNK ROCK GIG OF ALL TIME! (Not that it’s a contest). HC blew up from about 1980 thru about 1986. It’s still around but the world blast happened then. These are some of the great Italian punk bands of the mid 80s. This gig is a historical document. It’s high art for future generations. This gig has no bands that suck. And probably all making great music. Some of the best bands I’ve ever heard. To let this gig slip into forgottenness would be an artistic crime cuz there was never anything like it during the heyday of HC from around 1980 through 1986 that I know of. It’s not a perfect recording. I think it’s as close to our punk equivalent of Woodstock as I’ve ever run across…”

Gerry Ranson – Vive Le Rock! (zine/web) – 01/06/2020

 

Originally released way back in 1983, this album was an attempt to document the flourishing hardcore scene in Tuscany. All of the best bands from the area came together to play in Pisa and, fortunately, they were all recorded. BCT (Bad Compilation Tapes) in San Diego released the highlights over two cassette-only volumes which have remained highly regarded ever since. A very limited CD version was released in 2000, but this is the first version to be available since then and is now extended to a double CD collection with extra tracks and a few changes to the featured bands (unfortunately, Raw Power are now missing but in their place we get Cheetah Chrome Motherfuckers, who weren’t featured on the previous CD…) Other bands included are Brontosauri, Juggernaut, Stato Di Polzia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, Wardogs, A’ufschlag, I Refuse It and Traumatic. The recordings are raw but capture the real excitement and atmosphere of the event. With over 70 tracks in total, this will be an essential purchase for fans of the original Italian hardcore scene.

Andy / Fear & Loathing – July-December 2020

Interviste: