B-Back – Experiment in Colour

Cd digipack
Febbraio 2009
Tiratura Cd: 600 copie

Formato: Tag
Etichetta: Area Pirata

10.00

20 disponibili

B-Back – Experiment in Colour

(Here’s the 3rd album for this Garage combo! With the coming of the new bassist, Zara Thustra, the band gains more power and solidness, keeping at the same time their distinctive arrangements and melodies. They pass for sure this new test!)Ed eccoci al terzo album per questo combo Garage che dopo l’avvicindamento al basso di Zara Thustra, guadagna in compatezza e potenza. Mantenute allo stesso tempo le melodie e gli arrangiamenti che li hanno contraddistinti in passato e superata alla grande la prova di maturità!
Sicuramente possiamo parlare dell’urgenza Garage ’80 che si va ad innestare su linee melodiche ’60 sulla scia di Music Machine, Downliner Sect e Kinks!
Ma come al solito i nostri hanno una grande personalità. Grazie al fatto di essere tutti quanti compositori e di alternarsi alla voce, il loro sound risulta più fresco di sempre!
12 song registrate tra Dicembre 2008 e Gennaio 2009 all’Audio Studio di Vescovado di Murlo (SI) con mixaggio di Stefano Vivaldi e mastering di Michele Pisano.
Edizione limitata di 600 copie!!

TRACK LISTING:
1- Misunderstood
2- Gin Fuzz
3- Almost Gone
4- We Wanna Be There
5- They Prefer Blondes
6- Senior T.T.
7- Magneto Touch
8- When I Love You
9- Out of Control
10- Monster
11- Midnight Bus
12- The Guitar That I Love

DISCOGRAFIA:
B-BACK – In Time! – Cd – 2004 (Area Pirata)
B-BACK /VIV PRINCE EXPERIENCE split – 7″ – 2006 (Area Pirata)
B-BACK – 2nd Hand – Cd – 2006 (Area Pirata)

BIOGRAFIA:

I B-Back nascono nell’ottobre 2003 dopo l’uscita di Madison Wheeler (batterista e voce) dal gruppo Ray Daytona & The Googoobombos. Avendo fin dalle prime esperienze (Pikes in Panic – I Barbieri), il vizio della composizione, Madison scrive cinque canzoni e contatta il chitarrista dei Gloves (Garage Band fiorentina) per arrangiare i pezzi. Frank Croco accetta di buon grado e porta anche lui dei brani dal sound tipicamente sixties. Dopo tre mesi di lavoro a due, si aggiunge al gruppo John Amato già chitarrista dei Quarrymen, storica e importante cover band beatlesiana, al quale segue due mesi dopo l’entrata di Paul ‘The Muppets’, altro chitarrista molto conosciuto a Siena, che in questo frangente si inserisce come bassista alternandosi certe volte con John alla chitarra. Dopo otto mesi trascorsi dalle prime prove, il gruppo entra in studio per registrare il debut album “IN TIME!” con l’etichetta Area Pirata, seguito dal secondo lavoro appunto “SECOND HAND” uscito a dicembre 2006. Durante questo periodo i B-Back si sono esibiti in numerosi concerti in Italia e all’estero. Durante l’estate del 2008 Paul Muppet lascia la band e Zara Thustra (bassista delle Skum) entra nei B-Back. La nuova line up si amalgama subito bene: in ottobre la band suona a Berlino per due concerti e a dicembre registra il terzo album “EXPERIMENT IN COLOUR” che uscir&agrave a febbraio 2009.

Consigliato:

HAI SENTITO IL DISCO?

Recensioni:

Li conoscevamo già per uno

split 7″ coi romani – e purtroppo durati davvero lo spazio di un sospiro – Viv Prince Experience e per un cd

del 2004. Giungono ora alla seconda prova sulla lunga distanza (sempre su Area Pirata ) che mostra una band coi

controcogli**i – scusate il tecnicismo.
Il teritorio dei B-Back è sempre quello garage, come la tradizione toscana impone (e che

tradizione!), quindi gli affamati di innovazione e sonorità a tutti i costi spermentali possono

astenersi a priori. E ciò è un gran bene, per il sottoscritto, perché il garage – per

Allah! – ha dei paletti piuttosto precisi e travalicarli lo snatura. Punto.
12 brani (di cui una cover dei Banshees) di garage sanguigno, melodico e rifinito, ma notevolmente ruvido

(con tocchi ombrosi un po’ alla Music Machine, sparsi qua e là, e aperture pop Sixties alla Kinks). Una

produzione decisamente da band estera, che conferma che ormai siamo quasi usciti dai tempi bui in cui un lavoro

italiano lo si riconosceva dalle prime quattro note, per i suoni insensati. Come al solito molti riff portano alla mente classici – minori o meno – del genere, ma sappiamo tutti

benissimo che, in un  certo senso, è il bello di questo tipo di “gioco”. Che poi gioco non

è, ma è proprio una roba seria se la vivi con animo, budella e strumenti alla mano.
Azzardo un paragone con certe cose dei miei amati Vietnam Veterans, ma la butto lì e non mi aspetto

di trovare molti consensi. Per me è un gran complimento.
Discone, a testimonianza che il garage dello Stivale non ha mai smesso di esistere e di crescere. E anche se

è destinato a restare negli scantinati, almeno gode di ottima salute e mena come un fabbro

incazzato.

Andrea Valentini – Black Milk Freak magazine 09/02/09

In questi giorni tristi x l’ambiente musicale con continue notizie ripetute di gente che ci lascia per passar a

miglior vita,vi segnalo una nuova uscita prodotta dai ragazzi di Area Pirata etichetta molto attiva ultimamente

con produzioni garage e garagepunk.Ebbene è appena uscito il nuovo lavoro dei nostrani B-Back
intitolato Experiment In Colour formato Digipack.
Terzo lavoro in studio x Michele e co. vecchia conoscenza della

scena underground italiana (gia Barbieri e Pikes In Panik). Un disco molto tirato di buon e sano

garage,contenente 12 tracce, penso di non sbilanciarmi troppo dicendo che è l’albo della maturità

della band molto ben curato il sound e contenente anche una bella cover dei Banshees.Vi consiglio di andar a

sentire alcuni pezzi sullo space B-Back on myspace e per info non esitate a contattare i ragazzi di Area

Pirata.

Mauro Giletta (Misty Lane) – Primevo Blog 02/09

 

Nuovo disco per i B-Back, garage band toscana divenuta col passare degli anni portabandiera della psichedelia

garage anni 60 nello stivale. La band non tradisce le aspettative dei suoi numerosi fan proponendo brani che

sembrano usciti da gloriose compilation tipo Nuggets o Teenage Shutdown.
La loro religione è il

rock’n’roll, e da bravo devoto è una goduria per me ascoltare pezzi di vangelo come Senior T.T

. , Almost Gone , Gin Fuzz , La cover dei Banshees They Prefer Blondes

è bellissima, oso dire che non ha nulla da invidiare alla versione originale. Madison Wheeler è

un grande, immerso com’è fino alle orecchie nella mitologia sixties, Frank Croco, accompagnato da John

Amato, ha una voce garage perfetta, e la sua chitarra fuzzata non è seconda a nessuno. Zhara Thustra fa

il suo ingresso trionfale nella formazione e si fa subito amare per il suo stile, raddoppiando la potenza dei

pezzi, i tocchi di farfisa sparsi quà e là nell’album sono una meraviglia.
Dal vivo hanno la

potenza di uno schiacciasassi, selvaggi e violenti. I B-Back danno nuova linfa ad un genere che per la sua

stessa natura non può (e non deve) azzardarsi nella sperimentazione, mentre il primo disco suonava come

un omaggio quasi filologico al genere (nulla di male, per carità!) questo “Experiment in colour”

và decisamente oltre, un “must-have” per tutti gli amanti del genere.

Matt Cekka – Trippa Shake 02/09

 

Nuovo cd in digipack freschissimo di stampa per i toscani B-Back , con ex Ray Daytona in line

-up e già rodati su questi schermi in occasione dell’ottimo “Second hand”. Experiment in colour

di sicuro non delude le mie aspettative: ancora garage-rock’n’roll di pura ispirazione 60’s, con

tanto di organo inserito qua e là. Forse meno duro del precedente disco (che era il secondo della saga,

ndr), ma curatissimo e filologico oltre i limiti del credibile in ogni singolo riff, il che è prova

tangibile del progresso della band, nonché della miglioria dell’amalgama.

Pezzi come “Gin fuzz”, “Senior T.T.”, “When I love you”, “Out of control” o “Midnight bus”, in una

scorrevolissima scaletta da 12, non possono assolutamente passare inosservati: hanno quel quid in più

che porta la band fuori dalla cerchia dei bravi imitatori dei classici 45 giri americani d’epoca, limite

compositivo che poi è spesso croce e delizia delle revival bands.

Decisamente il mio genere di disco, sotto tutti gli aspetti. Fosse per me lo consiglierei a tutti, a

prescindere dal mood uditivo. Tuttavia, dal momento che i gusti sono vari e variabili e Area Pirata è

un’etichetta specializzata sostanzialmente in garage e Granducato HC, vi dico subito che se il primo vi fa

impazzire e andate matti per determinate sonorità retrò, non potete non avere “Experiment in

colour”.

Simone – Lamette 02/09

Primo: Area Pirata è una realtà imprescindibile nel panorama musicale italiano.
Secondo: I B-Back sono un gran gruppo.
Questo 2009 non poteva aprirsi meglio, per il garage-beat italiano. Accompagnati da un artwork irresistibile

(ormai elemento distintivo della label toscana), i ragazzi capitanati da Michele “Madison Wheeler” ci offrono

il nuovo “Experiment in Colour”.
E il lavoro è pieno zeppo proprio di colori beat sotterranei, arricchiti  dall’aggiunta di un

organo Farfisa che tanto mi ricorda i momenti più ispirati dei Prisoners.
Bisogna dire che rispetto al precedente “Second Hand”, i suoni sono più puliti e morbidi: dalle prime

tracce infatti non traspare l’attitudine che mi aveva entusiasmato in episodi passati quali “Are you ready”.

Proseguendo nell’ascolto, invece, ecco la piacevole sorpresa: il disco è un crescendo, ha un progressivo

incedere che porta nella seconda parte alla deflagrazione selvaggia che aspettavamo.
Buona prova, quindi, che attribuisce al gruppo la caratura internazionale che giustamente i recenti tour

europei testimoniano.
Zara Thustra al basso, nuovo ingresso ex Skum, non delude le aspettative.
Segnaliamo, infine, anche la cover della band sixties dei Banshees, “They prefer Blondes”.

Fabio – Paesi Tuoi Webzine 02/09

I colori sono

quelli della stagione garage beat. Un caleidoscopico ritorno per il quartetto toscano, nato quasi un lustro fa,

per mano (e bacchette) di Madison Wheeler transfuga dai Ray Daytona & The Googoobombos e già

battitore di Pikes In Panic e I Barbieri .
I B-Back bissano – sempre su Area Pirata – il disco di quasi cinque

anni fa, non contando nel mezzo uno split con i romani Viv Prince Experience . Revivalismo garage sotto forma

di trascinante mistura da sicura reazione allergica. Il disco esce in edizione limitata di sole 600 copie.

Farete dunque bene a farlo vostro. Ascoltarlo dalla mattina alla sera. Muovere il fondo schiena a tempo.

Riporlo con cura accanto alla serie di compilazioni ‘Back From The Grave’, ai dischi dei Sonics , alle facce

rugose dei Morlocks . Dodici piccoli classici di un tempo che non c’è più.

Emanuele Tamagnini – Nerds Attack! MusicaRoma Underground Webzine 02/09

Gran bel disco!
Senza timore di smentita penso si possa ben dire che oggi come oggi, dopo tre album uno più riuscito dell’altro e bei concerti in Italia e all’estero i B-Back sono la garage band italiana per eccellenza.
Dopo un cambio di formazionione che ha visto l’entrata della bassista Zara Thustra questo Experiment in Colour è una colorata esplosione di caleidoscopiche sonorità 6ts.
Una sola cover, una bella rilettura di “They Prefer Blondes” dei Banshees (da BFTG vol.2, uno dei miei pezzi preferiti), è accompagnata da undici brani originali che si dipanano con le consuete capacità strumentali e di script e gli intrecci vocali che sono la caratteristica anche del live act di questa band toscana.
Si parte con la luminescente “Misunterstood“, le cui chitarre fanno il paio con “Magneto Touch” o con garage/psych/paesley di “Almost Gone” e “Out of Control“, mid tempo a tratti “maestoso”.
L’aggressività si scatena appieno in bordate come “We Wanna Be There” e “When I Love You” mentre “Senior T.T.” ci prende per mano in una passeggiata nei verdi parchi della psichedelia UK alla Rubble ed alla fine del trip ci attende un “Midnight Bus” dal percorso sinuoso ed insinuante. In chiusura del disco “The Guitar That I Love“, pezzo dall’andamento realmente headspinnin’, di quelli che, come disse un amico in un ozioso pomeriggio estivo agli inizi dei 90s “li senti, chiudi gli occhi e vedi le lucine senza aver preso niente”. Un pezzo da far girare la testa come la collezione di chitarre di Madison Wheeler in mostra al Festival Beat 2007. Dicevo, gran bel disco….

Ernesto Meazza – Jamboree 04-06/09

Ci sono voluti tre album alla formazione senese per raggiungere finalmente i propri obiettivi. Riuscire cioè a trovare una dimensione al loro garage beat, melodico ma arricchito da una Fender che macina fuzz in continuazione, veloce e abrasivo, ma che riesce sempre a piazzare un ritornello degno dei migliori Music Machine e Downliners Sect, ai quali dichiaratamente si ispirano.
Con “Experiment In Colour”, i quattro garager danno finalmente la prova definitiva del proprio talento, con dodici canzoni compatte, diverse nella forma l’una dall’altra, ma dotate di una continuità che nei due dischi precedenti mancava.
Quindi Pop Beat, Blues, Punk e Garage purissimo (eccezionale in tal senso la rendition di “They Prefer Blondes” dei Banshees), vanno a comporre un mosaico sonoro colorato. Per apprezzare il disco ascoltate per prime “Senior T.T.”, “We Wanna Be There”, “Gin Fuzz” e “Magneto Touch”, quest’ultima una piccola perla punk incentrata sulle “capacità magnetiche” del chitarrista Frank Croco.
Voto 7

Francesco Londoni – Rocksound 04/09

Sparati e decisi, i toscani B-Back continuano imperterriti per la loro strada. Incurante di mode e dell’essere cool, il quartetto ci propina altri dodici brani di ottimo e piacevolissimo garage-beat-punk. Giunti al terzo lavoro e con un il nuovo innesto di Zara Thustra al basso, in “Experiment in colour” i B-Back macinano riffs con invidiabile semplicità e un’ottima padronanza.
Meno psichedelici rispetto al lavoro precedente (“Second hand”), in questo lavoro si mostrano più immediati sfoderando brani dal ritmo quasi sempre molto serrato, riuscendo a fondere le linee melodiche dei sixties con il garage-punk dei primi ’80. Così la graffiante e crampsiana We wanna be there ben complementa le melodie kinksiane e beatlesiane di Senior T.T. .
Il valore aggiunto di questo disco è sicuramente l’innesto in alcuni brani dell’organo Farfisa, suonato dall’ospite speciale Matteo Addobbo, che dà il suo prezioso contributo in diversi brani (su tutti il beat-rock di Monster ed il fuzz circolare di Gin fuzz ).
Insomma, amanti del miglior beat, questo è il disco che fa per voi! Non esitate e ordinatelo subito all’Area Pirata.

Vittorio Lannutti – La Scena Webzine 27/02/09

 

Dei B Back ci siamo già occupati qualche tempo fa, quando la formazione garage ha pubblicato un album (Second Hand) in grado di farsi apprezzare per la grinta con cui il genere proposto – non certo innovativo – riusciva ancora una volta a farsi breccia nel cuore dell’ascoltatore.
Con il nuovo Experiment In Colour, i B-Back ribadiscono quanto di positivo dimostrato in precedenza e si riconfermano perfettamente a loro agio nel farsi moderni interpreti del linguaggio adottato. Il lavoro contiene dodici anthem a cavallo tra garage e beat, con il guest Matteo Addabbo a dare colore grazie al suo Farfisa e ad aggiungere la spezia giusta al momento giusto. Che la band conosca bene la materia di cui si occupa non è certo un mistero, ciò che stupisce è come il tutto riesca a risultare al contempo fresco e attuale, nonostante la scrittura e l’universo sonoro appaiano calati in un’epoca non proprio vicina al moderno sentire. È, al solito, il ripetersi della magia della musica genuina, quella che non vuole strizzare l’occhio alle classifiche ma si nutre di una passione autentica e avulsa da manierismi e furberie di sorta: i B-Back suonano ciò che gli viene spontaneo con un amore sincero e il physique du role appropriato, tutto qui.
Lungo Experiment In Colour trovano spazio anche piccole variazioni come nel caso di “Senior T.T.”, brano dall’andatura british e percorso da una accattivante melodia pop, riprova della duttilità di una formazione che non si limita ad eseguire un compitino, ma cerca una propria via personale e non teme di provare nuove strade.  Difficile, al solito, comprendere quanto i ragazzi del nuovo millennio potranno apprezzare suoni caldi e corposi da assaporare con la calma con cui si centellina un buon cognac, ma i B-Back sembrano davvero uno dei nomi su cui puntare se l’operazione vuole avere qualche possibilità di riuscita.

Michele Giorgi – Audiodrome 02/09

 

Piace, dei B-Back, il fatto che al terzo disco abbiano deciso, se possibile, di incattivire ancor di più il loro garage risultando, oggi, come la versione più trascinante che il gruppo abbia mai prodotto. Experiment in Color è un ottimo lavoro, detto per inciso, che prende le mosse, come di consueto, dai Downliner, moltissimo dai Music Machine (Misunderstood ha l’attacco violento e certi passaggi scuri di Talk Talk, ma soprattutto Gin Fuzz è una meraviglia Machiniana) e interpreta tutto con quel fare aggressivo e veramente molto fisico. Addirittura, se capite dove voglio arrivare, quasi punk (la stupenda We Wanna Be There).
I B-Back centrano perfettamente l’obiettivo e realizzando un maestoso disco di garage punk.
Voto 8/10

Mario Ruggeri – Rockerilla 03/09

 

Il terzo album dei B-Back è l’ennesima, maestosa prova dello stato di salute del combo garage toscano. C’è tutta una storia nello scontro frontale tra il Farfisa epilettico e le chitarre di Gin Fuzz . Una storia che si cacano in pochi, ahimé. Ma il r&r ci ha insegnato che non è mai troppo tardi per fare prigionieri. Rotolarsi nel fango stoogesiano di We Wanna Be There per poi ripulirsi tra le soffici onde merseybeat di Senior T.T. ; lasciarsi catechizzare dall’ecumenica Almost Gone e subito dopo mollare i freni sulle note del garage striato paisley di When I Love You … be’, sono esperienze da consigliare anche a chi possiede l’intera discografia dei Mogwai.
Experiment In Colour è il disco più duro, garage-punk, dei nostri che, grazie al cielo, invecchiando diventano sempre più cattivi.
Non aspettiamo che tirino le cuoia, please.

Voto 7/10

Manuel Graziani – Rumore N.206 03/09

 

Da tre album a questa parte i B-Back continuano ad esplorare l’universo estetico/sonoro del sixities punk secondo la lente dell’80s revival. Le loro canzoni, grintose e a loro modo epiche ma anche pop e danzerecce, vergate da fuzz e Farfisa, sanciscono ancora una volta l’immortalità del nuggets style.
Non c’è niente da scoprire ma questa non ` certo la sede in cui si reinventano tendenze: quel che conta è la valenza dei risultati, e i B-Back hanno dodici buoni e nuovi motivi per stare dalla parte della ragione.

Voto 7
Fabio Polvani – Blow Up 03/09

 

Questi B-Back , toscani, sembrano usciti dall’entourage degli Stooges e Kinks . Non sono di certo una sorpresa, dato che si erano gia fatti notare per la loro grande personalità. Hanno l’urgenza e l’arroganza di una garage band anni settanta, ma al di la di questo, che è pur sempre un’attitudine che non dispiace, sanno scrivere canzoni che funzionano alla grande.
Se amate la furia grezza del garage sapete quali sono gli ingredienti che potrete trovare su questo Experiment in Colour , ma i B-Back farciscono le loro composizioni di linee melodiche molto mood anni sessanta, rendendo il tutto fresco e di facile presa. Non potrete fare a meno di battere il ritmo ascoltando brani epilettici come ‘Gin Fuzz’, ‘Monster’ o la strepitosa ‘We Wanna Be There’, dove il sound garage sembra più fresco delle uscite medie. Elementi ordinati con gusto e abilità fanno di Experiment in Colour un album concreto, angolare, da ascoltare senza difficoltà, mentre chitarre fuzz riverberano balugini in sottofondo di un periodo musicale che sta nel cuore di questi ragazzi toscani. Così come non si può rimanere indifferenti di fronte al brano ‘When I love You’ vizioso ed esangue punk.
Scarni questi B-B spingono su una componente ritmica che sa trascinare nella baldoria e nella festa sfrenata. Grezzi, essenziali, vitali, un buon ritorno sopra la media.
Voto: 88/100
Maurizio Di Battista – The Ship Webzine 03/09

E tre! Fanno centro per la terza volta consecutiva i B-Back , la migliore formazione garage italiana. Migliore perchè nella sua fantasiosa formula musicale il quartetto senese miscela alla perfezione competenza e passione, una passione bruciante per tutto ciò che è e rappresenta la cultura Sixties. Michele Landi (a.k.a. Madison Wheeler, batteria e voce) questa musica ce l’ha nel sangue, come dimostra un pedigree eccellente costituito da formazioni che hanno fatto la storia del garage e del beat nel nostro paese: Pikes In Panic, I Barbieri, Ray Daytona. E con lui i suoi compagni di ventura: John Amato (chitarra e voce), Frank Coco (chitarra e voce) e l’ultima entrata, la bassista Zara Thustra che ha sostituito il dimissionario Paul Muppets.
Con i B-Back la storia non cambia. Anzi si arricchisce di colori, così come suggerisce il titolo di questo terzo album. Se il debutto di “In Time!” era stato una sorpresa e il seguito di “Second Hand” un’altrettanto piacevole conferma, con “Experiment In Colour” il gruppo toscano dimostra di essere ormai un’istituzione del garage “made in Italy” del nuovo millennio. La nuova raccolta allestita dai B-Back è un perfetto campionario del Sixties-sound, delle sue innumerevoli sfaccettature, dei suoi strabilianti colori.
In “Experiment In Color ” si srotolano dodici brani, impeccabili per stile e precisione: dal riff impattivo dell’iniziale “Misunderstood ” al groove cattivissimo di “Gin Fuzz “, arricchito dal Farfisa di Matteo Addobbo , dalla cover elettrizzante di “They Prefer Blondes” dei Banshees, oscura 60’s garage band a stelle-e-strisce, alla strepitosa magia chitarristica di “When I Love You“, passando per il British-sound molto beatlesiano di “Senior T.T.” sino all’avvolgente conclusione di “The Guitar That I Love”, anche qui con un azzeccatissimo arrangiamento di Farfisa.
E allora non abbiate dubbi: tuffatevi nell’esplosione dei colori dei B-Back. Fate vostro questo disco, suonatelo a tutto volume, ballatelo alle vostre feste!!!

Roberto Calabrò – Freak Out 03/09

 

Questo è il terzo disco dei senesi B-Back che ci accingiamo a recensire sulle colonne di Alternatizine! Come a dire che questi tipacci sono un po’ di casa da queste parti…
Tralasciando, dunque, le informazioni personali sui componenti della band e la loro area di provenienza artistico/musicale, concentriamoci sul contenuto di questo loro nuovo lavoro.
Dato per scontato, ora mai, che il campo da gioco dei nostri sia quello del Sixties sound, la prima cosa che salta all’orecchio al primo ascolto di “Experiment in colour” è che, rispetto ai due dischi precedenti, il suono si è decisamente irrobustito: merito sicuramente del lavoro e dei collaboratori in studio di registrazione, ma anche -credo- di una scrittura decisamente più dura.
Spazio quindi a vere e proprie gemme di wyld garage punk come l’opener “Misunderstood”, degna dei grandissimi Stomach mouths, “We wanna be there”, “Magneto touch” e “When I love you”, con echi di Miracle workers e Seeds.
A impreziosire il suono prettamente chitarristico della band ci pensa il fantastico Farfisa di Matteo Addabbo, fenomenale in super shake come “Gin fuzz” o con quel tocco spooky in “Monster”.
E ancòra: le spezie Music machine di “Almost gone” con cantato da beatnik poetry, organo e coretti, la fedele resa di “They prefer blondes” dei Banshees (Back from the grave generation), il freak beat/Mod di “Senior T.T.” – che spezza la tensione dell’album- e il tiro quasi (International) Noise conspiracy di “Out of control”, fino alla conclusiva “The guitar that I love” con quel trionfo di tremolo guitar e organo.
Ribadisco il concetto già espresso in altra sede: sicuramente è musica per gli appassionati del suono sixties (in tutte le sue sfaccettature) ma con un nerbo ed una verve assolutamente irresistibili anche per gli ascoltatori meno catechizzati al Verbo.

JD Tiki – Alternatizine Webzine 22/03/09

C’è del genio in questi B-Back. Lo sostenevo anche nello scorso numero di Xm, recensendo un loro disco, Second Hand. Ora mi si ripresenta l’opportunità di parlarne e lo faccio con grande piacere.
Experiment in Color trova linfa ispiratrice nelle endorfine dei Kinks, ma non dispregia affatto innesti via Music Machine e Mystic Eyes. Dodici canzoni sparate a tutto vapore, di una semplicità disarmante e contagiosa che riepiloga tutto quanto c’è da sapere in fatto di sixties attitude.
Provate, ad esempio, When I Love You, e poi ditemi: quanta gente del giro brand new(sinonimo di molti mezzi poche idee) venderebbe il culo per scrivere un brano così??!
(Pensierino di fine recensione: l’attuale vivacità della scena garage in Italia non è una novità. Però sta a voi alimentarla. Come? Comprando i dischi, organizzando concerti, assemblando fanzine a tema….Non credete mica che basti addare due gruppi su myspace per essere a posto con la vostra coscienza scenester??!!!)

Loris Zecchin – Xerox Militia! #02 03/09

 

Quando il rock’n’roll ti fulmina dentro con un calcio poderoso, quando il rock’n’roll è una maledetta frenesia che ti macina le ossa allora è arrivato il tempo di spaccare le pareti con il sound degli italiani B-BACK. “Experiment In Colour” colora e ravviva il pentagramma di un genere musicale che proprio non ne vuole sapere, per fortuna, di andare in pensione.
Finchè esisteranno gruppi come B-BACK allora si potrà stare tranquilli sulla reale vitalità di questi suoni. Ovviamente come lo si era chiaramente intuito i B-BACK non propongono assolutamente nulla di nuovo. Ma il loro rock’n’roll (infarcito di ricordi degli anni sessanta) è decisamente bello, fresco e vitale. Si nota al primo ascolto che i componenti di questa formazione sono creciuti a pane, Rolling Stones ed Mc5. Le canzoni che suonano sono tese, toste e prodotte molto bene. “Experiment In Colour” è un lp che mi soddisfa pienamente, con un pezzo -“When I Love You”- che da solo vale l’acquisto dell’intero album.

Claudio Baroni – Blog 09/09

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